Napoli, riaprono i centri antiviolenza: «Non abbiate paura, vi aiuteremo a essere di nuovo libere»

Cav Centrale: per le Municipalità 1 e 2
Cav Centrale: per le Municipalità 1 e 2
di Alessandra Martino
Lunedì 24 Gennaio 2022, 19:36 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 16:31
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Mai come in questo periodo storico si parla tanto di violenza sulle donne. Se ne parla perché mai come ai giorni nostri le donne sono vittime di maltrattamenti agghiaccianti da parte degli uomini. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza.

Dopo un anno di chiusura, per la mancanza di fondi, da questa mattina sono operativi nuovamente i centri antiviolenza presenti sul territorio di Napoli. 

La nuova amministrazione, da quando si è insediata è in prima linea per l'accoglienza, l'ascolto e l'aiuto di ogni donna e di ogni essere umano che subisca violenza. Nonostante la mancanza di fondi l'assessora alle pari opportunità, Emanuela Ferrante, si è fatta promotrice di questo intervento.

La maggior parte delle donne vittime di violenza non parla, non si confida e soprattutto non chiede aiuto a nessuno.  Tantissimi sono i dati prodotti, numeri che nero su bianco documentano in modo oggettivo, ciò che già si sa sulla violenza contro le donne.

Tra gennaio 2020 e ottobre 2021 sono state accolte nelle strutture residenziali per donne vittime di violenza (Casa Fiorinda e case in convenzione) 57 donne napoletane con i loro 71 figli minori. Soltanto nel 2021 ci sono stati 37 nuovi ingressi nelle strutture.

«Questo è solo un piccolissimo tassello! - ha continuato l’assessora alle pari opportunità - Direi che è davvero il minimo che ciascun paese civile possa offrire alle proprie donne che subiscono violenza... Ma ci troviamo costantemente a scontrarci con i fondi ridottissimi che non ci consentono, ad esempio, di avere un centro antiviolenza per ciascuna municipalità». 

Ad oggi, infatti, sono cinque i Cav aperti su Napoli, alcuni attivi già dallo scorso 6 dicembre: «Il Cav è il luogo dove possono venire in ogni caso, noi siamo pronti ad ascoltare il racconto di ogni donna. Una volta arrivata da noi, sarà messa al corrente di tutte le informazioni di cui lei ha bisogna per decidere se di quelle informazioni farne un’azione o tenersele momentaneamente nel suo bagagliaio - ha spiegato Rosa Di Matteo, coordinatrice dei cinque centri antiviolenza del Comune di Napoli - Noi capiamo assolutamente l'incertezza che può esserci nell'iniziare questo percorso, perché temono il percorso giudiziario o l'intervento degli assistenti sociali.

Spesso, però, il solo ricevere delle informazioni può far cambiare loro il punto di vista».

All'interno dei Cav napoletani, sono presenti equipe specializzate: operatrici di accoglienza, avvocate con competenza civiliste e penaliste, psicologhe, orientamento a lavoro che si muoverà a seconda dell'esigenza della donna. 

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Otto sono le donne, in Campania che sono state uccise nell’ultimo anno da un uomo. Non possiamo non ricordarle: Eleonora Di Vicino, uccisa lo scorso settembre dal figlio, Ornella Pinto, morta per mano del marito a Napoli a marzo; Vincenza Cimitile, uccisa dal fratello a Brusciano ad aprile; Ylenia Lombardo, picchiata, fucilata e poi data alle fiamme a San Paolo Belsito nel napoletano il 5 maggio. 

In aggiunta, con l'arrivo della pandemia sono aumentati i casi di femminicidi in Italia, le statistiche descrivono con la freddezza dei numeri come le politiche di contenimento del virus abbiano inciso in maniera esponenziale sugli episodi di violenza di genere. Il Covid, non solo ha aumentato le vittime, ma sono aumentate le efferatezze, questo è il dato più sconcertante.

«Se esaminiamo in maniera approfondita i dati sull'accoglienza, questi ci dicono che nel periodo del primo lock-down c'è stata una riduzione delle denunce e delle accoglienze delle donne, numeri che sono poi esplosi in maniera esponenziale con la fine del periodo di chiusura: le donne vittime di violenza - ha spiegato l’assessora alle pari opportunità, Ferrante - Infatti, hanno difficoltà ad uscire di casa perché rigidamente controllate e recarsi a fare denuncia comporta una vera e propria fuga». 

«In questo preciso istante, mentre parliamo, il comune ha in protezione, tra le case convenzionate e casa Fiorinda, 17 donne - ha aggiunto Ferrante - Non credo che il supporto alle donne vittime possa ridursi all'assistenza resa dai nostri, sia pur validissimi, sportelli: occorre, a mio avviso, una rivoluzione culturale che ponga la questione al centro delle politiche culturali, sociali ed economiche del paese ed a tutti i livelli istituzionali».

«Gli strumenti più affilati per annientare il fenomeno devono passare necessariamente attraverso l'emancipazione psicologica e, quindi, economica delle nostre donne. Non può bastare l'erogazione di un reddito di libertà di 400 euro, erogato una tantum, ed a pochissime donne: pensate che in Campania lo hanno ricevuto solo in 70».

Purtroppo, questa è una realtà che riguarda tutti noi, perché la violenza di genere è una pandemia nella pandemia, cronica e strutturale in tutte le culture: «Questo è sicuramente è un tassello importante che abbiamo riattivato grazie al lavoro e alla sensibilità dell'assessore Ferrante - ha spiegato Luca Trapanese, assessore alle politiche sociali, del Comune di Napoli - È un tema che sento molto, in questi anni di lavoro con la Casa di Tonia, la comunità per ragazze madri con problemi sociali, sono state tante le donne che ho incontrato e che faticavano a denunciare per solitudine e paura». L'assessore ha poi aggiunto: «Questa è la strada giusta per iniziare un vero percorso di accompagnamento e di tutela delle donne».

«Noi della II Municipalità siamo affianco e stimoleremo ogni processo virtuoso per agevolare il lavoro di questi centri - ha raccontato Roberto Marino, presidente della II Municipalità - In particolar modo nel Cav Centrale, per le Municipalità 1 e 2, che si trova presso via Concezione a Montecalvario, 26.  Noi faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per aiutare queste donne e di conseguenza famiglie». 

L’assessore alle pari opportunità Ferrante alla fine ha inviato un messaggio, appassionatamente rivolto a tutte le donne in difficoltà: «Non abbiate paura! Noi vi crediamo e vi aiuteremo ad essere di nuovo libere».

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