Arrivano a pochi metri dal sacchetto della spazzatura, ma non lo alzano. Lo vedono, è lì a pochi passi, basterebbe allungarsi un attimo, ma non lo fanno. Alzano quello che trovano sul marciapiede e lungo la strada, ma non quello che sta sotto i loro occhi - ripetiamo - a un metro di distanza. Ore 8.15, lungomare di Napoli. È il turno di spazzamento di quelli dell’Asia, la principale azienda municipalizzata del Comune di napoli che si occupa di rimozione dei rifiuti. Una scena raccontata dalle foto pubblicate in pagina, che danno inizio a una sorta di intrigo cittadino, che riguarda la raccolta dei rifiuti a Napoli: parliamo di competenze, contratti di servizio, girando sempre attorno al problema cruciale, a proposito del chi debba fare cosa quando ci si imbatte in un sacchetto della spazzatura.
Ma prima di addentrarci nel giallo della immondizia a Napoli, restiamo ancora in via Caracciolo, zona rotonda Diaz, sempre alle 8.15, l’orario in cui vengono scattate le foto in pagina. Dopo l’intervento di Asia, scendono in campo altri due operatori ecologici. Montano su un mezzo di spazzamento, di quelli che puliscono la strada con spazzole rotanti all’altezza delle ruote: uno è alla guida, l’altro è a piedi, ma impugna un vistoso soffiatore, che gli serve a dirigere carte e bottiglie di plastica lasciati dai napoletani per strada verso il mezzo meccanico, che assorbe i rifiuti.
La nuova squadra fa parte della Due tecnology, una ditta privata che lavora in appalto con l’Asia. Tutto chiaro? Perfetto, ora toccherà ai lavoratori in service pulire le aiuole, viene da pensare. Ora spetta agli appaltatori della municipalizzata del comune di Napoli fare il gesto più semplice che si possa compiere in questi casi: chinarsi verso l’aiuola e alzare i sacchetti della spazzatura che campeggiano in quello che potrebbe (e dovrebbe) essere un giardino fiorito e profumato a pochi passi dal panorama più bello del mondo. E invece no. Anche i due operai della
Due tecnology rispondono allo stesso modo. Solita alzata di spalle, prima della formula magica: «Non compete a noi». In che senso? «Le aiuole non sono nostre. Noi siamo qui a spazzare e soffiare i rifiuti, quei sacchetti di rifiuti che vedete a due metri da noi non ci riguardano. Sono di altra competenza». Un intrigo. Insimma, il giallo si infittisce: due squadre in campo, quattro operai al lavoro, si spazza e si soffia ma solo su strada? E le aiuole? Chiarisce tutto il presidente di Asia Maria De Marco, che al Mattino svela l’arcano: «Non dipende da noi. Comprendiamo le perplessità dei lettori che le hanno girato le foto, ma i miei dipendenti, per contratto di servizio, non devono entrare nelle aiuole».
È una questione di regole di ingaggio, sembra di capire: occorrerebbero strumenti per il rastrellamento e sistemi di sicurezza (come per entrare in una fontana) che non sono coperti dal contratto di servizio tra Comune e municipalizzata. Tutto chiaro. Inutile, a questo punto fare notare che per alzare un sacchetto della spazzatura da terra non bisogna calarsi in una buca profonda decine di metri, né occorrono mezzi meccanici. Basta farlo punto e basta. Perplessità che sfumano di fronte al balletto di competenze ratificato da un contratto. Ma a questo punto a chi tocca rimuovere i sacchetti della spazzatura da terra? Ai giardinieri che sono a disposizione della Municipalita. Immaginiamo che siano pochi e avanti con gli ann; che specie in estate c’è difficoltà a reperire il personale, anche perché non si tratta di buttare la croce addosso a nessuno. Resta una questione di competenze che non consentono di alzare quei sacchetti, che si ammassano assieme a rifiuti di ogni tipo, purtroppo generati anche dallo stazionamento di alcuni senza fissa dimora. Giornata calda a Napoli, più di trenta gradi nelle ore di punta, facile immaginare le esalazioni di decine di sacchetti della spazzatura che nessun operatore ecologico ha alzato da terra: semplicemente perché non era quello il suo compito.