«Rifiuti in aumento ma in Campania no a nuovi impianti: piano flop»

«Rifiuti in aumento ma in Campania no a nuovi impianti: piano flop»
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 10 Novembre 2017, 09:12 - Ultimo agg. 09:13
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«Vi sono regioni in cui il quadro impiantistico è molto carente o del tutto inadeguato; è il caso della Sicilia, dove i rifiuti urbani smaltiti in discarica rappresentano ancora l'80% del totale dei rifiuti prodotti, ma anche di Lazio, Campania e Calabria che destinano consistenti quote di rifiuti ad impianti situati in altre regioni»: il rapporto 2017 stilato dall'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è chiaro: per quel che riguarda lo smaltimento dei rifiuti la Campania è ben lontana dall'aver raggiunto l'autonomia. Anche perché nel 2016 è aumentata la produzione complessiva dei rifiuti di oltre 60.000 tonnellate rispetto all'anno precedente.

Un dato positivo arriva dal fronte della raccolta differenziata: la percentuale sale passando dal 48,5 al 51,1, ma resta inferiore a quella prevista dal piano regionale dei rifiuti che puntava nel 2016 al 55 per cento. Difficilmente, con questo ritmo, sarà raggiunto l'obiettivo posto dal piano per il 2017: 58,6.

La forbice tra la percentuale prevista dal piano e quella centrata, quindi, rischia di crescere mettendoci in guai seri rispetto alla Ue che ci chiede di raggiungere la completa autonomia per annullare o almeno attenuare la multa di 120 mila euro al giorno che continuiamo a pagare. Ancora nel luglio dello scorso anno, alla domanda sulla possibilità di ridurre la contravvenzione, La portavoce della Commissione europea in Italia, Ewelina Jelenkowska, spiegava: «Nel luglio 2015 la Corte ha condannato l'Italia a pagare una penalità giornaliera di 120 000 euro fino a individuare, costruire e far operare una rete efficiente di impianti di scarico. Ogni sei mesi la Commissione chiede all'Italia di pagare la sanzione per il semestre di riferimento. Nel frattempo, il piano di gestione dei rifiuti della Campania è stato riveduto e la Commissione lo sta attualmente esaminando». Difficilmente la distanza tra previsioni e realtà passerà inosservata. E dal responsabile regionale per l'ambiente e l'energia di Forza Italia, l'ex assessore regionale Giovanni Romano, parte l'allarme: «I dati pubblicati da Ispra sono chiari sostiene - nel 2016 in Regione Campania è aumentata la produzione complessiva dei rifiuti di oltre 60.000 tonnellate rispetto all'anno precedente. La raccolta differenziata si è fermata al 51,6% di media regionale, segnando di fatto il passo in termini quantitativi. Questi dati sono pericolosamente discordanti con le previsioni sulle quali è stato predisposto e approvato il nuovo Piano Regionale dei rifiuti».

 Complessivamente nel 2016 (l'ultimo anno preso in esame) la situazione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente: si porta fuori regione ancora più di un milione di tonnellate di rifiuti. Anzi, il peso complessivo della spazzatura lavorata dai cosiddetti stir (impianti che separano le frazioni merceologiche e le triturano) ed esportata è cresciuto superando nel 2016 le 360 mila tonnellate all'anno, quasi diecimila in più rispetto all'anno precedente.

Scrive l'Ispra «anche per quanto riguarda lo smaltimento in discarica, in diversi casi, si è riscontrato che consistenti quantità di frazione secca, biostabilizzato o compost fuori specifica sono smaltite in regioni diverse da quelle di produzione. In particolare, tale pratica si è riscontrata per i rifiuti derivanti dal trattamento meccanico biologico nelle regioni Lazio e Campania dove la volumetria disponibile degli impianti di discarica esistenti sul territorio regionale non è sufficiente a coprire i fabbisogni».

Il problema più grave, dunque, resta la mancanza degli impianti di compostaggio che costringe a portare fuori regione il prodotto della raccolta differenziata con una spesa che si aggira intorno ai 150 euro a tonnellata. Più differenziamo più esportiamo immondizia, un paradosso sottolineato dall'Ispra che scrive nel suo rapporto 2017: «Nel caso della Campania, la raccolta differenziata di questa frazione (umido, ndr) si attesta, nel 2016, ad oltre 708 mila tonnellate, delle quali solo un quantitativo pari a poco più di 67 mila tonnellate viene recuperato in impianti della regione. Nel 2015 la frazione umida raccolta in maniera separata arrivava a 685 mila tonnellate e 71 mila venivano smaltite in Campania».