Rifiuti, torna l'incubo emergenza: cumuli a terra da Chiaia a Scampia

Rifiuti, torna l'incubo emergenza: cumuli a terra da Chiaia a Scampia
di Daniela De Crescenzo
Lunedì 23 Aprile 2018, 09:04 - Ultimo agg. 14:59
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Tornano a vedersi cumuli di rifiuti nella zona del centro. Colpa di un guasto a un compattatore della ditta Am Tecnology, incaricata da Asìa di raccogliere l’immondizia a Chiaia. La partecipata del Comune di Napoli non ha l’immediata possibilità di supplire con mezzi propri (i camion sono pieni a causa della crisi dei tritovagliatori), e anche le vie dei turisti si riempiono di sacchetti. Un’emergenza tamponata nel pomeriggio quando finalmente è stato possibile recuperare un mezzo ed è ripresa la raccolta.

Dunque, un banale incidente ha mandato in tilt un sistema normalmente precario. Perché nel settore dei rifiuti campano alla fin fine il problema è sempre lo stesso: la mancanza di impianti che ha convinto la commissione europea a multarci e a farci sborsare 120 mila euro al giorno. In queste settimane, infatti, la linea uno del termovalorizzatore è ferma e quindi ad Acerra si bruciano 700 tonnellate in meno al giorno. I tritovagliatori (detti stir) nei quali entrano rifiuti indifferenziati ed escono la frazione umida e quella secca, non possono spedire al bruciatore i soliti quantitativi e l’immondizia continua ad accumularsi. Gli impianti funzionano a rilento e i camion carichi di spazzatura restano in coda senza poter depositare i sacchetti. A Napoli venti compattatori non sono stati ancora svuotati e quindi restano fermi nei depositi. Il sistema, a questo punto, è entrato in affanno. Basta pensare che sabato notte gli stir hanno accettato da Napoli solo 600 delle 900 tonnellate inviate, per capire che le difficoltà sono inevitabili. «Fortunatamente l’incremento della differenziata ci ha permesso di conferire ogni giorno 300 tonnellate in meno negli stir rispetto a quattro anni fa – spiega il direttore generale di Asìa, Francesco Mascolo – altrimenti a questo punto saremo in piena emergenza». «I cittadini possono collaborare a migliorare il servizio utilizzando le campane per la differenziata e le dieci isole ecologiche che sono strategiche e gratuite e aperte anche il sabato e la domenica», sottolinea il vicesindaco Raffaele Del Giudice. 
Lo stop a una linea dell’impianto di Acerra, infatti, è coincisa con la difficoltà a spedire i sacchetti negli altri impianti italiani e stranieri. Perché, ed è questo il problema vero, il nostro sistema dipende ancora dalla disponibilità dei proprietari dei bruciatori e degli impianti di compostaggio di accettare la spazzatura prodotta in Campania. Disponibilità che, tra l’altro, si paga a caro prezzo.

La Sapna, la società della Città Metropolitana di Napoli, ha visto andare deserte diverse gare finché si è decisa a bandire l’ultima con un importo a base d’asta di 180 mila euro per tonnellata, 35 euro in più rispetto allo scorso anno. «I prezzi continuano a salire perché sul mercato sono arrivati anche i rifiuti provenienti da Roma», spiega l’amministratore della società, Gabriele Gargano. E, infatti, la chiusura della discarica di Malagrotta e la decisione dell’amministrazione capitolina di esportare i rifiuti hanno riempito gli impianti italiani e non solo. Se si considera, poi, che anche dall’Inghilterra arrivano rifiuti in tutt’Europa, e che sul mercato si contendono gli spazi anche i vincitori della gara per lo smaltimento delle balle, si capisce facilmente che i monnezza tour minacciano di diventare sempre più cari.

Secondo i calcoli rintracciabili nella recentissima relazione della commissione ecomafie, dal 2014 ad oggi per i viaggi della monnezza è stato speso quasi mezzo miliardo. La torta è stata divisa tra smaltitori (330 milioni) e trasportatori (70 milioni). L’attenzione della commissione ecomafie si è appuntata soprattutto su questi ultimi accertando che tra Napoli e Caserta il grosso è andato a poche ditte che hanno vinto molte gare. Tra i big: Fontana service srl di Lusciano, Germani spa di San Zeno Naviglio di Brescia, Ve.Ca.Sud autotrasporti srl di Maddaloni (i proprietari in passato sono stati coinvolti in alcune indagini giudiziarie), Parente trasporti di Casapesenna. Molte di queste imprese sono associate al consorzio Cite che ha sede nel salernitano, ma è formato da ditte dell’intera Campania: queste agiscono ormai in un sistema di quasi monopolio.

Ma, evidentemente, il fiume di denaro sborsato finora non basta a far sparire la spazzatura che continua ad accumularsi nei capannoni. Per facilitare i viaggi dei rifiuti Sapna e Asìa stanno collaborando per cercare broker capaci di aprire nuovi mercati. L’idea è quella di agire su periodi più lunghi per rendere più stabile il sistema. E mercoledì dovrebbero arrivare dalla Germania le notifiche che dovrebbero permettere alla Enki, la ditta che si è aggiudicata l’ultima gara di far partire nuovi carichi.

Intanto, in questi giorni in porto c’è una nave sulla quale si stanno caricando 2500 tonnellate di immondizia.

Si continuerà a lavorare fino a mercoledì. Poi la corsa ad ostacoli continuerà per tutta la prima settimana di maggio, fino alla rimessa in funzione della linea dell’inceneritore.

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