Rifiuti sotterrati e fitofarmaci vietati:
è scempio continuo nel Vesuviano

Rifiuti sotterrati e fitofarmaci vietati: è scempio continuo nel Vesuviano
di Dario Sautto
Venerdì 7 Giugno 2019, 08:54
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Rifiuti sotterrati in alcuni terreni all'ombra del Vesuvio oppure dati alle fiamme. E ancora capannoni abusivi pieni di migliaia di confezioni di pesticidi vietati. E centinaia di bombole di gas in un deposito senza il certificato antincendio. La triste scoperta arriva da una zona agricola nella periferia di Boscoreale, dove i finanzieri del Gruppo e della compagnia di Torre Annunziata hanno denunciato a piede libero per vari reati cinque persone, tutte residenti nel Vesuviano. Il triangolo dei veleni si trova in un'area di circa 20mila metri quadrati, dove gli uomini della guardia di finanza hanno effettuato una serie di controlli, scoprendo violazioni a catena e notevoli danni per l'ambiente. Partendo innanzitutto da due discariche abusive piene di rifiuti speciali, che avevano rigonfiato in maniera tutt'altro che naturale il terreno. In due aree che fino a pochi mesi fa erano presenti centinaia di alberi da frutto, un'opera di disboscamento aveva permesso di sotterrare di tutto, con il suolo che si era rialzato di due metri. Sotto terra è stato trovato ogni genere di immondizia e rifiuti speciali, dunque anche molto pericolosi per l'ambiente e dannosi se infiltrano falde acquifere, con roghi sistematici per distruggere la parte che non si riusciva a sotterrare. Tra materiali di risulta di costruzioni e demolizioni, c'erano ferro e altri imballaggi, plastiche e spazzatura di ogni genere, con segni di incendi da terra dei fuochi vesuviana. Nel terreno confinante, invece, sono stati scoperti sette capannoni che sono risultati totalmente abusivi, costruiti in assenza delle necessarie autorizzazioni e privi dei prescritti requisiti di sicurezza.

 
LO STOCCAGGIO
In spregio a qualsiasi permesso per lo sviluppo industriale, erano stati messi su sette capannoni, utilizzati per i più svariati impieghi. All'interno di due di questi depositi di stoccaggio, i finanzieri si sono trovati davanti ad un'altra insolita scoperta. Nei capannoni erano stoccate oltre 380mila confezioni di fitosanitari contraffatti. I prodotti chimici, tutti di importazione cinese e tailandese, sono in prevalenza pesticidi, antiparassitari e fungicidi da utilizzare ovviamente in agricoltura, conservati in contenitori anonimi, simili a quelli «originali». Totalmente illegali, erano pronti per essere contraffatti ulteriormente con le circa 200mila etichette falsificate ritrovate, che sarebbero servite per spacciarli sul mercato legale come prodotti originali di diverse famose case produttrici italiane ed estere come Bayer, Basf e Newpharm. Invece, erano stati realizzati in laboratori e fabbriche in Cina e Tailandia, senza rispettare nessuna delle norme previste in Unione Europea e in Italia in particolare, dove sarebbero stati immessi sul mercato veri e propri veleni spacciati come fitosanitari. Alcuni campioni sono finiti in laboratori specializzati per capire l'effettiva composizione chimica e le caratteristiche organolettiche dei prodotti fitosanitari contraffatti, ma c'è più di un sospetto sulla loro pericolosità per l'ambiente e l'impatto nocivo sulla salute pubblica. Infine, in un terzo capannone erano state depositate 500 bombole di gas altamente infiammabili, stoccate senza alcun rispetto delle norme di sicurezza ed in assenza del certificato prevenzione antincendio. Le aree e i materiali sono finiti sotto sequestro. Le analisi sui campioni di fitosanitari serviranno a capire qualcosa in più sull'effettivo danno all'ambiente scongiurato. Per le discariche, servirà una bonifica profonda delle due aree, ormai letteralmente farcite con veleni.
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