Rione Salicelle, via agli sgomberi: già murata la casa del boss

Rione Salicelle, via agli sgomberi: già murata la casa del boss
di Marco Di Caterino
Martedì 16 Aprile 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:45
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Per avere abusivamente una casa, nel Rione Salicelle, bastava esibire al clan il certificato penale. Se era «sporco» al punto giusto, con tanti precedenti e soprattutto una condanna per 416 bis, il gravissimo reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, il gioco era fatto. E ai poveri cristi di questa sorta di discarica sociale, legittimi assegnatari con titoli legali quali figli disabili, reddito zero, prole numerosa e tanta disperazione, toccava solo arrangiarsi, ingoiare amaro e tacere. Uno scandalo durato anni. Perché nel Rione Salicelle di Afragola la camorra comanda eccome, e le sue decisioni non si discutono. Mai. Almeno fino a ieri mattina, quando dopo tanti annunci, compresa la promessa del ministro dell'Interno Matteo Salvini di riportare la legalità in questo complicato rione, sono iniziati gli sfratti coatti per gli occupanti abusivi del «portfolio immobiliare» del clan Barbato. Ieri i carabinieri della locale caserma, diretta dal maresciallo Raimondo Semprevivo, cui era stata affidata la delega per gli sgomberi, scortati da oltre cento agenti di polizia, con automezzi anti sommossa, coordinati dal primo dirigente Pietropaolo Auriemma e dal vice questore Stefano Iuori, dirigente del commissariato la cui sede è ubicata proprio nel cuore del Rione Salicelle, hanno dato il via agli sfratti degli abusivi.
 
Il criterio utilizzato in questa prima e seria risposta dello Stato è stato quello di sfrattare proprio chi, tra i 212 «titolari» abusivi degli appartamenti occupati illegalmente, risultava avere tra i precedenti penali appunto quel 416 bis, il marchio giudiziario del camorrista. Tre i nuclei familiari fatti sloggiare. Il primo appartamento ad essere liberato è stato quello occupato da Adriana Buono, moglie di Aniello Barbato, secondo la Dda napoletana uno dei boss più potenti dell'omonimo clan, attualmente detenuto.

Le operazioni, a cui hanno preso parte anche i tagliatori dei Vigili del Fuoco, un nugolo di agenti della polizia locale e il personale della Croce Rossa con le ambulanze, sono iniziate poco dopo le otto in un quartiere letteralmente assediato dalle forze dell'ordine. E visto l'imponente schieramento, nessuno ha osato mettere in pratica quanto minacciato nelle ultime settimane: la rivolta. Come quella del 2009, quando in seguito allo sgombero di un solo appartamento oltre tremila persone scesero in strada, bloccando autostrada e Asse Mediano e dando fuoco a cassonetti e pneumatici, tanto che quell'unico sgombero fu annullato. Una sconfitta che ancora brucia allo Stato.

Gli appartamenti liberati sono stati murati per evitare che nel giro di una notte fossero rioccupati di nuovo. I tre nuclei familiari alloggeranno per un ridotto periodo di tempo presso alcune strutture alberghiere della zona, con i costi a carico del Comune, mentre mobili e masserizie sono state portate in un deposito. Nel corso delle verifiche dei tecnici dell'Enel sono stati individuati alcuni appartamenti allacciati abusivamente alla rete elettrica della pubblica illuminazione. Tre donne sono state denunciate dai carabinieri per furto di energia elettrica.
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