Rione Terra e altri appalti, Oddati entra nell'inchiesta: «Per lui soldi, abiti e favori»

Rione Terra e altri appalti, Oddati entra nell'inchiesta: «Per lui soldi, abiti e favori»
di Leandro Del Gaudio, Gennaro Del Giudice
Venerdì 29 Aprile 2022, 17:45
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Non solo Rione Terra, non solo il grande appalto per il rilancio del complesso di Pozzuoli, quello - per intenderci - inaugurato mesi fa dal capo dello Stato Mattarella. A spingere gli inquirenti napoletani a firmare un provvedimento di sequestro a carico di politici, amministratori e imprenditori è il tentativo di verificare l'esistenza di un metodo che si sarebbe riprodotto anche in altre regioni d'Italia, in altre procedure amministrative. Ipotesi che hanno spinto la Procura a sequestrare telefoni e scheda sim a Nicola Oddati, componente della direzione nazionale del Pd e responsabile delle Agorà dem. Due sono i filoni investigativi che investono Oddati.

Stando alle ipotesi investigative, Oddati risponde di associazione per delinquere e turbativa d'asta, in relazione all'appalto di Rione Terra; ma anche di una più generica ipotesi di traffico di influenze, che lo vede collegato ad altri due politici, entrambi notabili locali del Pd, vale a dire il pugliese Luciano Santoro e il calabrese Sebastiano Romeo. In entrambi i casi, l'obiettivo della Procura è capire se Oddati abbia ricevuto favori o benefits (abiti sartoriali, pernottamenti in un albergo nei pressi della stazione di Napoli e lavori in casa di una persona di sua conoscenza) in cambio di una mediazione volta a favorire imprese impegnate in alcuni appalti. Ma partiamo dalla storia di Pozzuoli.

In questo scenario le accuse a carico di Oddati sono di associazione per delinquere e turbativa d'asta. In sintesi, il politico salernitano è stato più volte intercettato (ma anche pedinato e fotografato) mentre dialoga o incontra un imprenditore che punta a vincere la gara d'appalto per gestire Rione Terra nei prossimi 18 anni.

Una procedura non ancora definita, bene chiarirlo, nella quale sono sotto accusa, oltre ad Oddati, anche il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, il dipendente comunale Angelo Tortora, l'imprenditore Salvatore Musella, amministratore di fatto della Cytec srl, inserita in una Associazione temporanea di imprese che puntava a diventare gestore unico di Rione Terra; Giorgio Palmucci, presidente di Enit (agenzia nazionale del Turismo), Giovanni Bastianelli (direttore esecutivo di Enit), Diego Righini (imprenditore operante nel mondo dello spettacolo, che avrebbe dovuto organizzare parte degli eventi culturali e degli spettacoli da tenersi al Rione Terra. Inevitabile una domanda: cosa c'entra un politico nazionale in questa storia? Secondo i pm Oddati è indicato come fiduciario di Salvatore Musella «nella ricerca di contatti e relazioni illecite utili a favorire l'aggiudicazione di concessioni e appalti di opere presso plurime pubbliche amministrazioni, in cambio della promessa e dell'effettiva corresponsione periodica di somme di denaro e di altre utilità». Ma restiamo a Pozzuoli. Non c'è traccia di rapporti tra Oddati e Figliolia, anche se - secondo gli inquirenti - Musella ottiene informazioni preziose sull'appalto, prima che venissero rese ufficiali.



C'è un requisito in possesso di Musella prima che comparisse nel bando di gara ufficiale del 5 agosto del 2021: quello di aver svolto attività nel campo turistico alberghiero da almeno cinque anni, con un fatturato di almeno cinque milioni di euro e con un respiro internazionale. Come Musella sia arrivato in possesso di questa informazione è il tema della verifica messa in campo dai pm Stefano Capuano, Immacolata Sica, sotto il coordinamento del procuratore Gianni Melillo, nel corso delle indagini condotte da Finanza e Squadra Mobile. Agli atti le foto dell'incontro tra Oddati e Musella, in un bar di via Santa Lucia che risale al 12 luglio del 2021, in uno scenario che ora attende la versione dei diretti interessati, anche alla luce di una premessa doverosa: perquisizione e sequestri sono uno strumento di verifica di una ipotesi investigativa, non vanno intesi come un elemento di prova a carico dei soggetti indagati. È l'avvocato Nicola Pignatiello, difensore di Musella, a battere su un dato oggettivo: «La gara non è stata aggiudicata dalla ditta di Musella, come si fa a parlare di turbativa d'asta?». Ma sono tante le intercettazioni agli atti, come quella in cui Oddati a Musella fa questo ragionamento: «Qualunque cosa faccia è soggetta all'antiriciclaggio, se io prendo cento euro che passa sul conto corrente, bisogna spiegare perché passa, da dipendente pubblico devo dichiarare al mio Ente ogni diverso introito...».

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