«Rioni della camorra, subito
un censimento nel Napoletano»

«Rioni della camorra, subito un censimento nel Napoletano»
di Dario Sautto
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 10:06
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Un censimento vero di chi abita nei complessi di edilizia residenziale popolare trasformati in piazze di spaccio sempre attive. Installazione delle telecamere di videosorveglianza, rafforzamento forze dell'ordine e incremento degli organici delle polizie locali, passando per la preoccupazione per i numeri alti della dispersione ed evasione scolastica e deprivazione educativa. Sono i temi al centro dell'incontro che si è tenuto ieri mattina in Prefettura a Napoli. Le delegazioni dei tre «comitati di liberazione dalla camorra» dell'area Nord, dell'area Est e dall'area Sud di Napoli hanno incontrato il prefetto Claudio Palomba. Si è partiti dagli ultimi fatti di sangue, e in particolare dell'omicidio del commerciante Antonio Morione, ammazzato all'esterno della sua pescheria a Boscoreale nel tragico tentativo di rapina dell'antivigilia di Natale. «Bisogna ripristinare la legalità che vuol dire ripristinare i diritti in quelle realtà dove la camorra impedisce lo sviluppo dei territori e il futuro» ha detto il senatore Sandro Ruotolo, portavoce dei comitati, impegnato da sempre nella lotta alla camorra. Un incontro cordiale, che avvia ufficialmente una sorta di «collaborazione» richiesta dal prefetto alle associazioni, un contributo che sarà istituzionalizzato nei prossimi mesi.


Temi generali ed esempi specifici sono serviti a sottolineare come ci sia necessità di attivare una serie di iniziative, che riguardano innanzitutto gli enti locali, ma anche la società civile. I killer di Antonio Morione sono partiti probabilmente dal Piano Napoli, un rione di edilizia popolare trasformato negli anni in una delle piazze di spaccio più attive del Vesuviano, dove spesso gli alloggi sono occupati da boss e affiliati a discapito degli assegnatari. Proprio lì è stata ritrovata la Fiat 500 utilizzata dalla banda di rapinatori, auto bruciata per eliminare le tracce. Un nuovo censimento di quel quartiere in parte effettuato già quotidianamente dalle forze dell'ordine potrebbe servire a limitare i fenomeni criminali nella zona. Dal Parco Verde di Caivano al Piano Napoli di Boscoreale, un unico comune denominatore lega le due realtà del Napoletano: la droga. La tappa successiva ha visto le associazioni di Boscoreale finalmente protagoniste, dopo anni di totale assenza dalla scena sociale della cittadina vesuviana, salvo casi rarissimi. Nei locali dell'associazione «La Stazione», che si trova in via Giovanni Della Rocca a pochi metri dal luogo dell'efferato omicidio, si è riunito il Comitato di liberazione dalla camorra. Tante realtà associative hanno deciso di aderire al Comitato. «Occorre con urgenza ha aggiunto il senatore Ruotolo avviare un percorso comune dove si declina il noi. Società civile e istituzioni devono collaborare, costruire insieme risposte immediate, far crescere la fiducia e ridare speranza ai cittadini. Questo è lo scopo dei Comitati. Da Boscoreale giunge un segnale importante dal basso contro la camorra, un'assunzione di responsabilità civile».

Altro punto importante sarà l'installazione di telecamere di videosorveglianza che, ad esempio a Boscoreale e Torre Annunziata, sono quasi totalmente assenti o malfunzionanti. Pur rappresentando uno strumento infallibile per aumentare la sicurezza, nelle due cittadine la videosorveglianza resta un vero e proprio tabù. Così come continua a crescere il tasso di abbandono scolastico, soprattutto in quei rioni come il Piano Napoli dove la cultura viene vista come un ostacolo ai business illegali.
 

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