Rissa in un locale a Piacenza per le mascherine, tre napoletani coinvolti: «Non è andata così, ci hanno insultato»

Rissa in un locale a Piacenza per le mascherine, tre napoletani coinvolti: «Non è andata così, ci hanno insultato»
di Oscar De Simone
Mercoledì 16 Settembre 2020, 12:16
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Ci sarebbero provocazioni ed insulti a sfondo razzista alla base della rissa che lo scorso 11 settembre ha coinvolto tre ragazzi napoletani, gli avventoti ed i titolari di un bar di Piacenza. Una serata come tante, iniziata al bancone di un locale tra giochi, musica e qualche bicchiere di birra. Attimi di serenità e spensieratezza prima di quelle istigazioni che - secondo la versione dei giovani - sarebbero state la causa scatenante della zuffa.

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«Siamo entrati con la mascherina e mantenendo le distanze di sicurezza – racconta Raffaele – prima di sederci al bancone. Poi siamo stati invitati a spostarci verso i tavoli all’esterno del locale e poco dopo, ci è stato detto che non potevamo sostare neanche lì. A quel punto sono rientrato per chiedere indietro i soldi - visto che la nostra presenza non era gradita - ma ho trovato la resistenza del barman nell’affermare che ormai le birre erano state bevute. Proprio in questa circostanza c’è stato il primo insulto. Siamo stati definiti "napoletani di merda" e questo ha sconvolto mio fratello che è uscito quasi in lacrime dal locale. Alla mia richiesta di spiegazioni, anche abbiamo visto che anche il proprietario non accennava a difenderci e quindi ci siamo tutti alterati».

Una provocazione che andrebbe in contrasto con la versione raccontata dai gestori del locale che invece parlano di una rissa nata dalla richiesta di indossare la mascherina che nessuno dei tre giovani portava.
«I signori che hanno parlato di questa storia in tv – insiste Raffaele – hanno preso parte alla lite. Dopo essere stati offesi ci siamo ritrovati in tre contro sette e questo è possibile vederlo dalle telecamere di sorveglianza. Proprio per questo chiediamo che i filmati vengano visionati e che venga fatta chiarezza. Noi ci siamo sentiti offesi e minacciati e non avevamo nessuna intenzione di partecipare ad una rissa all’interno di quel locale».
 

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