Napoli, la rivolta delle mamme: «Mai realizzato il parco, giù le mani dalla scuola della Rotondella»

Napoli, la rivolta delle mamme: «Mai realizzato il parco, giù le mani dalla scuola della Rotondella»
di Gennaro Di Biase
Sabato 2 Aprile 2022, 23:50 - Ultimo agg. 4 Aprile, 08:57
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Non si ferma la mobilitazione per la salvezza della scuola di via Rotondella ai Camaldoli. «Quella struttura si trova all’interno di un parco - ha detto la vicesindaca Mia Filippone in un forum alla web tv del Mattino - Va abbattuta». Ma, nonostante lo stop del Comune, in tanti non ci stanno e invocano il recupero dell’edificio già messo in piedi (per cui furono spesi 2 milioni di soldi pubblici) e poi abbandonato. Le mamme dei Camaldoli annunciano una manifestazione di protesta a Palazzo San Giacomo per il 6 aprile. I consiglieri regionali, municipali e comunali programmano petizioni e richieste di sanatorie col coinvolgimento del Ministero dei Beni Culturali.

Cominciamo dai genitori. Il prossimo mercoledì, decine di mamme e papà si riuniranno in sit-in a Palazzo San Giacomo. A spiegare lo spirito e le ragioni dell’iniziativa è Sara Musella, portavoce delle mamme in zona via Rotondella: «Stiamo organizzando una manifestazione di protesta in piazza Municipio per la mattina del 6 aprile - dice - Decine di genitori saranno in presidio per chiedere un confronto diretto con il Comune e per chiedere ancora una volta la salvezza della scuola di via Rotondella. Vogliamo risposte precise: tutti i progetti annunciati, compreso quello del parco, richiedono tempi lunghi. La situazione della Nazareth Musto in via San Romualdo, inoltre, è vergognosa, con una cinquantina di bambini che fanno lezione in container da anni (una quinta e una terza elementare, più una prima media). Intanto che andranno avanti i lavori di ristrutturazione del plesso annunciati dal Comune, i nostri bambini dove frequenteranno la scuola? Noi cittadini dei Camaldoli chiediamo rispetto». 

 

Non si arrendono, come anticipato, neppure i consiglieri: «Organizzerò una petizione per chiedere che si salvi la scuola di via Rotondella - aggiunge Pasquale Di Fenza, consigliere regionale - Serve una conferenza dei servizi tra Stato, Regione e Comune. A questo punto mi chiedo quale sia stata la risposta del ministro Franceschini, e se sia stato interpellato sul caso. Se si riuscisse a ri-perimetrare l’area di competenza della scuola, forse il problema potrebbe essere risolto, ma è una questione che spetta al ministero. Abbattere la scuola costerebbe circa mezzo milione, rimetterla in sesto dopo anni di abbandono converrebbe forse anche dal punto di vista economico». Annuncia battaglia anche Carlo Migliaccio, consigliere comunale e presidente della commissione Ambiente in via Verdi: «Non ci arrendiamo sull’abbattimento della scuola. Ci sembra che si tratti di una scelta politica. Un mese fa abbiamo avuto un incontro col sindaco, che aveva assicurato che ne avrebbe parlato con Franceschini. Resta aperta questa interlocuzione, vogliamo sapere quali siano le risposte fornite dal ministro. Le sanatorie rilasciate dai Beni culturali sono state tante, in passato, per quanto riguarda i beni di pubblica utilità. In quella zona dei Camaldoli non serve un nuovo parco, serve una scuola. C’è già il Parco di 135 ettari, ai Camaldoli, ed è in gran parte abbandonato.

Nel pieno rispetto delle norme, chiediamo il recupero dell’istituto». 

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La Filippone, intanto, presente ieri all’inaugurazione di un teatro all’Istituto Savio-Alfieri di Secondigliano, ribadisce che il Comune, per valorizzare l’area in cui oggi sorge la scuola costruita e poi lasciata a invecchiare, sta lavorando alla realizzazione di un parco. «Sul tema del dialogo con Franceschini è stato coinvolto direttamente il sindaco - argomenta - Sulla scuola abbiamo operato una valutazione complessiva: la scelta politica che faremo sarà operata sul rapporto costi-benefici. È più opportuno puntare sulla ristrutturazione di una scuola che già esiste: la Nazareth Musto. Su via Rotondella insistono problemi di natura idrogeologica, non ci sono strade, manca il collettore fognario. Lì potrebbe nascere un parco, ma in primo luogo vanno fatte operazioni di messa in sicurezza del territorio. Se arrivano i finanziamenti necessari, entro un anno il parco dovrebbe vedere la luce». «Un parco in stile inglese sarebbe un’ipotesi interessante per le tante famiglie della zona - osserva il consigliere municipale Gennaro Sepe - ma va in controsenso col fatto che c’è un rischio idrogeologico e un dirupo di tufo di 30 metri in quell’area. È un gran canyon, insomma. Per eliminare il rischio andrebbe riempita la cava, o bisognerebbe innalzare un muro di cemento armato. Ben venga il parco, ma vanno compresi i rischi e mancano i mezzi di collegamento. Per mettere in sicurezza quella zona servono tanti soldi, forse quanti ce ne volevano per rimettere in piedi la scuola».
 

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