Maxi rogo al campo rom di Napoli
paura per i bimbi intrappolati Video

Maxi rogo al campo rom di Napoli paura per i bimbi intrappolati Video
di ​Giuseppe Crimaldi
Lunedì 28 Agosto 2017, 08:39 - Ultimo agg. 29 Agosto, 08:33
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L'inferno schiude le sue porte all'improvviso, in un pomeriggio di fine agosto, nel campo rom di Scampia. Poco dopo le 15 divampa un incendio devastante: da dove e come si sprigioni il rogo non è ancora chiaro. Fatto sta che in breve il rogo si estende, complice una brezza maligna che accompagna le lingue di fuoco nell'accampamento pieno di baracche, camper e roulotte ma - soprattutto - stracolmo di rifiuti di ogni genere.
Chi può prende quello che può e inizia a scappare. Ma in tanti sottovalutano il pericolo e restano in quel perimetro di degrado. Tanti i bambini che, presto, si vedranno impedita ogni via di fuga rischiando di rimanere intrappolati tra le fiamme. Alle quattro le dimensioni del rogo si fanno imponenti. L'incendio diventa visibile da ogni parte della città: quella enorme colonna di fumo nero che il vento trascina verso il mare indica le proporzioni del disastro. I fumi tossici avvolgono Scampia. La gente scende in strada, poi si rintana in casa sigillando porte e finestre.

Finalmente, dopo quasi mezz'ora, cominciano ad arrivare i soccorsi. I primi ad arrivare sono i Vigili del fuoco, che dopo essersi resi conto delle proporzioni dell'incendio chiedono rinforzi. Sono i momenti più concitati e drammatici: gli stessi nei quali i residenti del campo - tutti di origine serba - incuranti del pericolo decidono di attraversate a piedi o a bordo di macchinoni con targa straniera un tratto di strada invaso da fiamme alte più di tre metri. «Lì dentro - dicono - ci sono i nostri bambini». Inizia così una folle corsa al salvataggio di chi non è riuscito a scappare dall'inferno. Nel campo, fino a ieri, vivevano in quasi 700.
 

 


Ma il peggio deve ancora arrivare. E la situazione rischia di precipitare quando iniziano ad udirsi alcuni boati in successione. Alle cinque - sotto un cielo in cui l'azzurro è stato ormai oscurato dal nero dei fumi tossici - si odono i primi boati. Sono le bombole di gas del campo che esplodono. Si conteranno almeno dodici deflagrazioni, sembrano bombe che trasformano questo angolo di periferia metropolitana in un teatro di guerra. Da Capodichino decolla l'elicottero della polizia, e finalmente - dopo oltre due ore - l'area viene presidiata dalle forze dell'ordine. Arriva anche un'ambulanza. Ma la folla dei rom resta lì a guardare anche con i bimbi, e a respirare i fumi tossici che rendono l'aria irrespirabile. Qualcuno, tra loro, punta l'indice contro un contadino: da una campagna limitrofa al campo avrebbe dato fuoco ad alcune sterpaglie - questo almeno sostengono gli uomini della popolosa comunità nomade di stanza in via Cupa Perillo - e in breve le fiamme avrebbero divorato tutto il territorio. Al momento non si contano né feriti né vittime. Un miracolo. Ma bisognerà aspettare la definitiva messa in sicurezza dei luoghi e il sopralluogo che le forze dell'ordine e i vigili del fuoco stanno compiendo, tra non poche difficoltà. Uno dei rischi che si è riusciti ad evitare è che l'incendio investisse un deposito di bombole di gas e l'area di parcheggio di alcuni camion.
 


Per ciò che è stato, per quello che è accaduto, e stando almeno alle notizie finora accertate che non segnalano la presenza di vittime o di feriti gravi, si può ben parlare di un miracolo. In attesa del bilancio definitivo - che sarà possibile solo a tarda notte, effettuati e conclusi i sopralluoghi - si è evitata una strage. Nel campo di via Cupa Perillo risiedono anche tantissimi bambini. Il rischio più grosso era che l'incendio si estendesse al deposito di bombole di gas. E già divampano le polemiche. «Solidarietà ai cittadini di Scampia che sono stati costretti per ore a restare chiusi in casa per l'incendio», dichiara Severino Nappi, responsabile nazionale per le politiche del Sud di Forza Italia Politiche e consigliere regionale. «Questa vicenda - conclude - è lo specchio del degrado e dell'abbandono nel quale vivono decine di migliaia di persone di quel quartiere.
Senza servizi, senza assistenza, assediati dalla criminalità e da immigrati clandestini fuori controllo, i cittadini di Scampia sono un monumento vivente al disinteresse delle istituzioni, a partire dal sindaco». Di «sciagura annunciata» parla invece consigliere regionale Franco Moxedano. «L'amministrazione comunale si è dimostrata prosegue - distratta ed incurante della situazione igienica che vivono gli abitanti del campo. Preoccupati anche i Verdi, che con il consigliere regionale Francesco Borrelli parlano di «ennesimo rogo che solo per miracolo non ha causato vittime ma, vista la combustione di materiali plastici e di rifiuti pericolosi, finirà con avvelenare la popolazione residente dentro e fuori il campo».

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