Rosa Alfieri uccisa a Grumo Nevano, l'assassino confessa ma nega le violenze: «Ho sentito voci nella mia testa»

Rosa Alfieri uccisa a Grumo Nevano, l'assassino confessa ma nega le violenze: «Ho sentito voci nella mia testa»
Giovedì 3 Febbraio 2022, 10:02 - Ultimo agg. 4 Febbraio, 00:04
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Svolta nell'inchiesta sull'ultimo femminicidio nel Napoletano. Elpidio D'Ambra, il 31enne fermato nel pomeriggio di ieri per l'omicidio di Rosa Alfieri, la ragazza trovata senza vita nell'abitazione di Grumo Nevano, dove l'uomo viveva, ha confessato il delitto negando però le violenze sulla donna. «Ho sentito delle voci che mi dicevano di agire e l'ho fatto». Il giovane è accusato di omicidio volontario.

Ascoltato dagli investigatori del commissariato di polizia di Bagnoli, dove D'Ambra è stato condotto subito dopo essere stato bloccato dai poliziotti, ha ammesso le sue responsabilità davanti al sostituto procuratore di Napoli Nord e al dirigente di polizia.  In presenza del suo legale, l'avvocato Dario Maisto, D'Ambra ha raccontato di avere invitato la ragazza ad entrare nel suo appartamento per chiederle informazioni sulle bollette della corrente. A questo punto, ha detto ancora l'uomo, ha sentito «delle voci nella sua testa che gli dicevano di agire».

 

Per questo motivo avrebbe ucciso Rosa. Agli inquirenti ha negato di avere fatto delle avances e anche le presunte violenze nei confronti della giovane. Ha ammesso però di essere un consumatore abituale di cocaina, che aveva consumato anche il giorno dell'omicidio. Fino a poco tempo fa, D'Ambra aveva una compagna: dalla separazione viveva da solo.

Per vivere svolgeva saltuariamente lavori di muratura. Il 31enne ha anche confermato di essersi intrattenuto a colloquio con i genitori della ragazza - che a lui si erano rivolti chiedendo se l'avesse vista - dopo l'omicidio.

D'Ambra, che aveva fatto perdere le sue tracce, è stato riconosciuto da due agenti che si erano recati nell'ospedale San Paolo di Napoli per motivi di servizio. La polizia lo ha individuato anche grazie alla testimonianza del tassista che l'aveva accompagnato a comprare dei vestiti nuovi che subito dopo aveva avvertito il 113.

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Dopo una notte  passata a girovagare, ieri mattina, l'assassino, ora reo confesso, si era disfatto dei vestiti che aveva indosso e del cellulare. Successivamente, colto da malore, si era recato al pronto soccorso dove è stato riconosciuto dagli agenti. Il suo tentativo di fuga è stato subito bloccato dai poliziotti.

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