Agente ucciso, sirene spiegate a Pozzuoli: funerali con due vescovi. Fiaccolata alla questura di Napoli

Agente ucciso, sirene spiegate a Pozzuoli: funerali con due vescovi. Fiaccolata alla questura di Napoli
Lunedì 7 Ottobre 2019, 16:50 - Ultimo agg. 20:42
3 Minuti di Lettura

La polizia municipale di Pozzuoli ha espresso, oggi, la propria solidarietà all'agente Pierluigi Rotta, ucciso venerdì scorso a Trieste. Sei pattuglie della municipale puteolana hanno sostato davanti alla sede del commissariato di Polizia di Pozzuoli, nel centro storico della città flegrea, e per un minuto a sirene spiegate hanno inteso onorare la memoria di Pierluigi. Un modo, hanno fatto sapere i Vigili Urbani di Pozzuoli, per esprimere solidarietà ai colleghi del Commissariato di Polizia di Stato di Pozzuoli presso la cui sede ha lavorato per lunghi anni il padre, Pasquale e lo stesso Pierluigi e alla sua famiglia così duramente colpita. Intanto nulla ancora è emerso sulla data dei funerali. Si aspettano gli esami autoptici che saranno eseguiti a Trieste per stabilire il trasferimento della salma. Il rito funebre sarà officiato nella parrocchia di Lago Patria (Giugliano) attuale città di residenza della famiglia, presenti i vescovi di Aversa e di Pozzuoli, città d'origine di Rotta. 
 


Fiaccole accese, un momento di preghiera, le volanti con i lampeggianti accesi, e poi un lungo applauso. È così che gli agenti della Questura di Napoli hanno voluto dire 'addiò a Pierluigi Rotta e Matteo Demengo, i poliziotti uccisi a Trieste. Una fiaccolata, che ha visto la presenza anche del questore di Napoli, Alessandro Giuliano, organizzata per «unirsi al dolore delle famiglie». «Un grande esempio, il loro - è stato sottolineato durante il momento di preghiera - un esempio al quale diciamo grazie». «Non faremo più sconti a nessuno in particolare al legislatore - dice Felice Romano, segretario generale nazionale del Siulp - perché riteniamo che il miglior modo di commemorare i nostri defunti, sia quello di pensare ai vivi. In questo paese si è invertito l'onere della prova, ormai tutti sono innocenti fino a prova contraria tranne che per chi indossa l'uniforme. Questo ha condizionato troppo gli operatori delle forze di polizia a punto tale che anche l'utilizzo delle manette o delle fascette, sono diventate un problema. Quello che conta in questa vicenda è che in questo paese chi delinque ha la convinzione scontata della totale immunità, in questo paese non si va più in carcere. Non è possibile che chi rende un servizio debba subire queste violenze perché sa di essere impunito. Noi chiederemo al Parlamento di farsi carico di questo, abbiamo un'aggressione ogni 4 ore a chi indossa una uniforme, in paese civile questo non può accadere».  
 
 
 
Su quanto sia avvenuto, dice dice Tommaso Delli Paoli segretario nazionale del Silp Cgil-Uil, «bisogna anche fare chiarezza, ci sono indiscrezioni che vanno verificate. La polizia è preparata in tutto, al di là delle strumentalizzazioni che si stanno facendo. Oggi siamo qui per ricordare i nostri colleghi, dopo sarà il momento delle polemiche». E a chiedere più sicurezza è il segretario nazionale del Sap, Ernesto Morandini: «La sicurezza non è mai sufficiente, ecco perché bisogna investire per renderla sempre più efficiente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA