​Lo sfregio: rubata moto al poliziotto che ferì i rapinatori del supermarket

Lo sfregio: rubata moto al poliziotto che ferì i rapinatori del supermarket
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 23 Aprile 2018, 09:14 - Ultimo agg. 09:58
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Gli hanno rubato la moto. O meglio: gliel’hanno tolta dal posto di sempre, un segnale, più che un vero e proprio furto. Tanto che lo scooter è stato trovato poche ore dopo, non lontano dal luogo in cui era stato trafugato, a conferma che non si è trattato di un atto predatorio, di un furto buono a monetizzare un incasso facile. 

È accaduto pochi giorni fa, al rione Traiano, vittima di un episodio sinistro l’agente della Mobile che ha sventato una rapina all’Md di via Testi e che ha ferito i due rapinatori. Nove giorni fa la rapina culminata nel sangue, con il ferimento del maggiorenne Luca Perrella e del complice minorenne, una vicenda che resta per molti versi cristallizzata e che fa i conti con uno scenario difficile. 

Non è passato inosservato, anche ai vertici di via Medina, quanto avvenuto la scorsa settimana, pochi giorni dopo l’episodio avvenuto all’interno del Md: la moto dell’agente sparisce - un mezzo usato di scarso valore commerciale -, viene trafugata. Un episodio sinistro, dimostrativo. Come a dire: ti possiamo rompere le scatole in ogni momento della giornata, sappiamo chi sei e dove abiti. Nessuna intimidazione, nessun seguito dopo il furto, tanto che lo scooter è stato ritrovato poche ore dopo. 

Una possibile reazione da parte di qualche piccolo malavitoso del posto, nulla a che vedere con una rappresaglia della camorra, anche di fronte a quanto trapelato fino a questo momento sui fatti di via Pietro Testi.  
Al momento i due rapinatori sono indagati per il tentato colpo all’interno del supermercato Md, mentre l’agente deve rispondere di un probabile eccesso colposo nell’uso dell’arma di ordinanza. Tutto è avvenuto in una manciata di secondi, quando Luca Perrella ha fatto irruzione all’interno del market, assieme al complice: avevano lasciato uno scooter acceso, un Honda sh risultato rigorosamente rubato poco tempo prima, avevano un’arma con tanto di colpo in canna. Una pistola impugnata dal minore, secondo il copione classico dei raid consumati da bande di giovanissimi: a tenere l’arma è sempre il minore, quello che ha meno da perdere nel caso di un arresto. 

Ma torniamo a quella manciata di secondi, che tiene tuttora in apnea inquirenti e malviventi: i due puntavano ai cassieri, avevano pianificato un bottino di quattrocento euro e avevano già messo le mani sugli incassi di quel sabato sera. 

C’è gente all’interno del Md, la paura si impossessa delle cassiere e dei clienti che sono in fila alla cassa, tanto che l’agente decide di intervenire. 

Non si tratta di un principiante, ma di un professionista che da anni è inserito nei ranghi della Mobile, abita non lontano dall’esercizio commerciale preso di mira. Due sabati fa era fuori dal servizio, in tasca la pistola d’ordinanza. Uno che sapeva che non poteva stare a guardare. Rivediamo la scena, alla luce delle testimonianze raccolte. L’agente si presenta, ufficializza ad alta voce il suo ruolo e la sua carica, impone l’alt ai due banditi. Che non ci stanno, tanto che uno dei due - il più giovane - distende il braccio e la mano che impugna la pistola, con un movimento istintivo che mette in moto la reazione. È a questo punto che l’agente decide di sparare: quattro colpi, uno dei quali trapassa la cassa toracica di Luca Perrella, perforandogli un polmone. Una ricostruzione messa a verbale dinanzi al pm Stefano Capuano, che ora attende gli esiti di perizie e l’eventuale screening delle immagini ricavate dalle telecamere a protezione del supermercato. Ora però l’attenzione è tutta legata alle condizioni di Perrella. Difesi dall’avvocato Antonella Regine, i due rapinatori non hanno potuto affrontare gli interrogatori di garanzia, per le condizioni di salute in cui versavano, in una vicenda che ora attende la loro versione dei fatti. Rabbia e speranza, qui al rione Traiano, di fronte alle condizioni critiche (anche se stazionarie) di Perrella: trapassato da un proiettile, con un polmone compromesso, a nove giorni da quello che doveva apparire come un colpo facile facile. Nove giorni dopo si attendono le mosse della Procura (sia quella ordinaria che quella dei minori), mentre c’è chi si diverte a provocare, prendendo di mira l’agente, facendogli sparire una moto priva di valore, parcheggiata sotto casa. 
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