«La salute è una cosa seria»: lo slogan in camice bianco

«La salute è una cosa seria»: lo slogan in camice bianco
di Marisa La Penna
Mercoledì 16 Dicembre 2015, 09:10
2 Minuti di Lettura
Medici di famiglia e pediatri, ospedalieri e liberi professionisti, specialisti ambulatoriali e anetesisti, dentisti e chirurghi. Tutti. Uniti nella protesta per una sanità che sia dalla parte del cittadino. Da stamattina i camici bianchi incroceranno le braccia per dire no ad una sanità malata. Ma saranno in corsia, saranno raggiungibili telefonicamente, assicureranno le urgenze, visiteranno chi ha bisogno del medico. Anche a domicilio, come assicurano i medici di famiglia.

Sul camice, all’altezza del petto, incolleranno l’«adesivo del dissenso» con la scritta «’A salute è ’na cosa seria». Nessun corteo, dunque, nessuna manifestazione di piazza per una iniziativa che non è soltanto campana. I disagi? Non potranno essere peggiori di quelli che già sono costretti a subire i napoletani, anzi i campani tutti. Ieri abbiamo dato voce ai protagonisti della conferenza stampa, indetta da Bruno Zuccarelli, leader dell’Anaao, che ha coinvolto ben ventuno sigle sindacali. Praticamente tutte le rappresentanze della categoria. Ed è stata fatta una radiografia delle necessità più urgenti, sul fronte del personale, degli ospedali cittadini. A cominciare dal Cardarelli che ha bisogno di almeno cinquecento unità tra medici, infermieri e operatori socio sanitari, per poter funzionare a regime.

Alla vigilia dello sciopero Pierluigi Franco, della Ugl-Medici, tira in ballo la legge ”16114”, quella che regola i turni di lavoro e che ha ulteriormente messo in ginocchio la nostra sanità. Scrive in una nota: «È una norma che non giunge improvvisa. Pur essendo annunciata da anni nessuna programmazione in merito è stata fatta. Intanto il personale, che è stato per anni sfruttato con livelli di lavoro straordinario usurante per risolvere le emergenze aziendali, è stato di colpo scaricato».

«E i lavoratori - sottolinea Franco - che erano stati abituati a livelli di reddito dopati dallo straordinario, di colpo si ritrovano con gli stipendi ridotti all’osso senza ammortizzatori. Mentre l’utenza si vedrà ridotte numero e qualità delle prestazioni per la riduzione drastica degli interventi chirurgici in elezione dovute alla carenza cronica di anestesisti sempre in passato sopperita con lo strumento dello straordinario». Andrea Arciuolo, della Fp-Cisl: «Nonostante gli sforzi del commissario e il subcommissario sanitario, c'è latitanza da parte dei direttori di presidio e assenza di responsabilità. Chiediamo, per fronteggiare la 161, lo sblocco del turn over al 100% e il potenziamento degli operatori socio sanitari-assistenziali. Chiediamo certezze in merito ad un programma serio di riorganizzazione e riconversione dei 4 ospedali napoletani (San Gennaro, Ascalesi, Incurabili, Loreto Mare) in osservanza del decreto regionale 49, relativo all'apertura dell'ospedale del Mare, di cui sosteniamo il concreto avviamento».