San Carlo di Napoli, protesta dei ballerini precari poi lo spiraglio: «Sarà stabilizzato l'80%»

San Carlo di Napoli, protesta dei ballerini precari poi lo spiraglio: «Sarà stabilizzato l'80%»
di Daniela Longobardi
Sabato 19 Febbraio 2022, 09:20
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È passato giusto un anno da quando, sindaco de Magistris, la Città Metropolitana stanziava tre milioni di euro al San Carlo per stabilizzare i precari. Varata nel frattempo anche una nuova pianta organica che porta il numero complessivo del coro a 80 unità e quello del corpo di ballo a 40 unità. Ma il ministero non ha ancora approvato il piano e il 16 gennaio era in scadenza il contratto di molti precari. Così ieri tutti i ballerini che lavorano per la compagnia del teatro con contratti a termine e con contratti regolari hanno protestato con un vistoso presidio davanti all'ingresso, bandiere, striscioni e volantini. In serata, poi, dopo un incontro dei sindacati con la dirigenza del teatro, la protesta è rientrata e i danzatori hanno preso regolarmente parte al balletto previsto nell'Aida, l'opera di Verdi che vede protagonista in questi giorni la diva Anna Netrebko al fianco del marito, il tenore azero Yusif Eyvazov.

«Il San Carlo ha proposto una dotazione organica di 40 danzatori ma, considerando che i posti di lavoro disponibili da assegnare in questo caso sarebbero circa 20/25, questa dotazione organica non risulta essere idonea a garantire un'occupazione stabile per tutti noi, precari da anni, ma indispensabili per la programmazione del teatro», spiegano i ballerini in un documento nel quale rivolgono «una richiesta di aiuto, in difesa della nostra arte, del nostro lavoro, del nostro teatro». Il corpo di ballo è, tutt'ora, formato per due terzi da danzatrici e danzatori precari. Solo sedici i contratti a tempo indeterminato. La questione, spiegano, è nata in seguito alla pronuncia della Corte di Giustizia dell'Unione europea sull'abuso del contratto a tempo determinato nelle Fondazioni lirico-sinfoniche, dove l'Italia è stata richiamata affinché il precariato storico fosse risanato. Da qui la richiesta delle Fondazioni - e del San Carlo - al ministero della Cultura e al ministero dell'Economia e delle Finanze per nuove dotazioni organiche a tempo indeterminato. Ad ora però, nulla.



«E così ci ritroviamo in uno stato di ancora più incertezza, in una situazione sul filo del rasoio, che, da un momento all'altro, ci trasformerà da precari in disoccupati», insistono i danzatori che chiedono al sovrintendente del teatro Lissner, al sindaco-presidente della Fondazione Manfredi e al presidente della Regione Campania De Luca, di trovare una soluzione. E fanno appello ai sindacati e al pubblico per ottenere sostegno e solidarietà. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno confermato il pieno appoggio alla vertenza e, nell'incontro di ieri, hanno trovato un accordo per la stabilizzazione dell'80 per cento dei precari.

Nei prossimi giorni vedranno ancora il sovrintendente Lissner e il direttore generale Spedaliere per stabilire i dettagli della spinosa questione. Ma se lo sciopero è rientrato, non è stato annullato lo stato di agitazione. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia e ad alcuni casi di positività al Covid che hanno fatto cancellare qualche replica, il corpo di ballo, diretto dalla francese Clotilde Vayer, ha portato in scena a fine dicembre Il lago dei cigni, tutto con prime parti eseguite dai danzatori napoletani e ora preparano il debutto (il 5 marzo) di coreografie di MacMillan e Balanchine: I maestri del XX secolo.

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