San Gennaro, l'affondo dell'arcivescovo Battaglia: «Sulla città il sangue dei nostri ragazzi»

San Gennaro, l'affondo dell'arcivescovo Battaglia: «Sulla città il sangue dei nostri ragazzi»
di Giuliana Covella
Domenica 1 Maggio 2022, 12:00
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«Basta col sangue innocente di tanti giovani di questa città e della provincia. Troppe mamme piangono ancora i loro figli, come Giovanni, giovani uccisi senza colpa». Ha ricordato Giovanni Guarino, il 18enne ucciso lo scorso 10 aprile con una coltellata al cuore a Torre del Greco, l'arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia nel corso dell'omelia nella basilica di Santa Chiara, poco dopo il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Il prodigio del patrono della città è avvenuto alle 16.59 nella cappella a lui dedicata all'interno del Duomo, alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi e dei componenti della Deputazione di San Gennaro. Subito dopo la consueta processione tra le vie dei Decumani nel sabato che precede la prima domenica di maggio.

 

Dopo tre anni di stop era super attesa da fedeli e turisti che hanno gremito le strade del centro storico nel weekend del primo maggio.

Tre anni in cui non si erano visti sfilare i busti di patrono e compatroni di Napoli, perché nel 2019 la processione era stata annullata per il maltempo e nel 2020 e 2021 non si era svolta a causa del Covid. Ieri tra le vie dei Decumani è tornato il tradizionale corteo sacro di maggio che accompagna il miracolo di San Gennaro, il primo dei tre prodigi della liquefazione del sangue del santo patrono di Napoli. Un miracolo che si è compiuto senza far aspettare tanto e per la prima volta avvenuto all'interno della cattedrale con grande gioia e meraviglia di tutti. Tanto che un applauso scrosciante ha accompagnato la liquefazione non appena si è manifestata davanti al vescovo Battaglia e al sindaco Manfredi. Subito dopo le reliquie del santo sono state portate in processione dal Duomo alla basilica di Santa Chiara. A differenza degli anni passati, nel rispetto delle restrizioni anti Covid, non c'è stata però la tradizionale sfilata dei busti raffiguranti i santi compatroni, ma solo quello di San Gennaro. Né il corteo è passato, come prima, per le strade di Forcella. Proseguendo invece da via Duomo, verso via San Biagio dei Librai, piazza San Domenico Maggiore e via Benedetto Croce, per giungere infine nella basilica di Santa Chiara. In migliaia tra napoletani e turisti italiani e stranieri hanno partecipato all'evento, immortalando con video e foto le tappe del percorso. Ad accompagnare il corteo tra gli altri la Fanfara del X Reggimento dei carabinieri, il comandante della polizia municipale Ciro Esposito, la presidente della IV Municipalità Maria Caniglia, il consigliere comunale Massimo Pepe con il sindaco Manfredi, che ha parlato di «una giornata molto bella». «Vedere tanti fedeli, tanti turisti vuol dire che ci stiamo mettendo la pandemia un po' dietro le spalle». Per Manfredi, che essendo presidente della Deputazione di San Gennaro custodisce una delle due chiavi della cassaforte che si trova nella cappella del Tesoro dove sono conservate le ampolle, «si tratta di un momento di grande fede, ma anche di ottimismo per la città di Napoli». 

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«Il sangue scorre ancora e bagna la nostra città, attraversando i vicoli del centro e arrivando nelle piazze dei paesi della sua provincia». Don Mimmo Battaglia non ha voluto dimenticare i giovani innocenti che hanno perso la vita a Napoli e nel suo hinterland negli ultimi giorni. «Troppe volte in questo tempo ancora breve vissuto a Napoli ho dovuto accarezzare i volti giovani madri piagato dal dolore inaudito per la perdita di un figlio ucciso senza colpa, magari nell'ambito di una discussione tra ragazzi», ha aggiunto durante l'omelia per il miracolo di San Gennaro nella basilica di Santa Chiara, dove ad attenderlo (dato il percorso ridotto quest'anno le autorità non hanno partecipato al corteo) c'erano il principe Emanuele Filiberto di Savoia, l'assessore regionale Armida Filippelli, l'assessore comunale Teresa Armato. «Penso all'ultimo di questi figli. A Giovanni e a tutti i giovani, uomini, fratelli che ho dovuto accompagnare al commiato da questa terra, pregando che quanto accaduto a loro non si ripeta mai più», ha ribadito. Senza dimenticare il conflitto in Ucraina e il sangue che «scorre nella nostra Europa, in questo nostro mondo abitato dall'insensatezza della guerra, dell'odio fratricida, della follia del fratello che alza la mano contro il fratello». Nè l'emergenza sanitaria dalla quale a fatica stiamo uscendo: «La pandemia avrebbe dovuto insegnarci che nessuno si salva da solo, che solo insieme si può costruire una società rinnovata nell'amore. Invece un'emorragia individualista sembra possedere la nostra società», ha detto ancora. Unica speranza il «sangue benefico che continua a scorrere, quello del vescovo Gennaro, quello di tutti coloro che non si arrendono e non si voltano dall'altra parte». Poi il monito al santo patrono: «Quel sangue ci inviti, oggi più che mai, ad adoperarci per fermare il fluire del sangue innocente. Oggi chiedi alla nostra città di compiere il miracolo della conversione politica della comunità, un processo di rinnovamento in cui istituzioni, politica e società civile possano rendere Napoli un luogo sicuro e di speranza», ha concluso. 

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