San Gennaro, i devoti del miracolo
l'ultimo no risale a 10 anni fa

San Gennaro, i devoti del miracolo l'ultimo no risale a 10 anni fa
di ​Pietro Treccagnoli
Venerdì 16 Dicembre 2016, 22:53 - Ultimo agg. 17 Dicembre, 10:56
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Il terzo miracolo di san Gennaro è il miracolo più segreto. Si compie (o non si compie) il 16 dicembre, in memoria della terribile eruzione del Vesuvio del 1631, una delle più disastrose dell’età moderna, quando lo scioglimento del sangue del Patrono fermò la lava che si avvicinava pericolosamente alla città. Da allora, ogni anno, è previsto il terzo prodigio che tantissimi napoletani ignorano perché fino a qualche tempo fa era celebrato e invocato con una cerimonia quasi privata, familiare, che si teneva (e tuttora si tiene) nella Cappella del Tesoro, senza la presenza del cardinale.

Recentemente l’evento ha visto crescere la presenza di fedeli. E anche ieri, stipati tra gli affreschi del Domenichino e i rilucenti busti dei compatroni, c’erano moltissimi devoti, oltre ai rappresentanti della Deputazione e a tanti giovani che hanno atteso il miracolo pregando e ascoltando le parole dell’abate della Cappella, Vincenzo De Gregorio. Sebbene, come ha ricordato ancora una volta lo stesso De Gregorio, il vero miracolo di san Gennaro sia la fede che il martire riesce a infondere nei napoletani, lo scioglimento del sangue, nella percezione popolare ha sempre e comunque il carattere di un avvenimento profetico, dell’annuncio di serenità (se si compie) o di funesti calamità (se non si compie). 

Da questa prospettiva popolare, incardinata, radicata nel cuore dei cittadini, secondo la casistica oracolare, che non possiede niente di profondamente religioso ma è solo una sorta di rassicurazione scaramantica, a Napoli non è mai stato dato troppo peso al miracolo di dicembre, per quanto sia legato a un evento storico ben determinato e documentato. I devoti più attenti alla “liturgia profana” tengono a cuore soprattutto il prodigio del 19 settembre, l’unico che davvero conti nel legame tra il santo e la città. Lo stesso miracolo di primavera (che si compie il sabato precedente la prima domenica di maggio), secondo la vox populi, attiene alle sorti del contado e del resto del mondo. 
 
 


Così, per molti anni, l’unica traccia che testimoniasse l’avvenuto o il mancato scioglimento del liquido nelle ampolle a dicembre è stata la registrazione negli annali della Deputazione. L’evento si riduceva all’apertura della cassaforte che custodisce le reliquie, alle preghiere di rito e alla constatazione del prodigio. Una liturgia intima, quasi anonima, che non coinvolgeva la città e quasi mai riusciva a guadagnarsi una “breve” sui giornali. Quasi nessuno conservava memoria dell’avvenuto prodigio. Giusto per pignoleria, va ricordato che l’anno passato lo scioglimento c’è stato, ma con molto ritardo. Dal 2010 è sempre avvenuto. L’ultimo “no” risale al 2006. Sia come sia, se il miracolo non avviene resta a tutti un chiodo in fronte, un malessere inspiegabile, irrazionale. Potenza della devozione popolare.

Qualcosa sta cambiando, però, anche grazie a una “San Gennaro Renaissance” che ha accompagnato la devozione al patrono in modo costantemente crescente, fino a trasformare il martire in un’icona della città. Il miracolo di dicembre ha acquistato un marcato carattere laico, anche perché la semplice cerimonia è gestita in casa (nella Cappella, che appartiene alla città) dalla Deputazione. Quest’anno proprio la Deputazione ha voluto imprimere una maggiore visibilità all’evento. Il 2016 è stato un anno particolare, caratterizzato dal braccio di ferro con la Curia contro il decreto firmato dal ministro Angelino Alfano che concedeva alla Chiesa il diritto di nominare un terzo di componenti del secolare consesso, e che, dopo una battaglia unitaria dei nobili della Deputazione e del popolo che ha manifestato in piazza, è stato ritirato. Contesa clamorosa che ha fatto il giro del mondo e ha reso chiaro alla maggioranza dei napoletani il carattere cittadino del culto di san Gennaro. In questo modo, la cerimonia di ieri ha assunto un carattere innovativo. Si è rigenerata, si aperta ancor di più a Napoli, rafforzando la saldatura di un rapporto secolare nato da un patto sottoscritto tra popolo e santo. Con o senza miracolo.
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