Napoli: stese e coltellate, Sos dalla Sanità. «Comitato sicurezza in Basilica»

Napoli: stese e coltellate, Sos dalla Sanità. «Comitato sicurezza in Basilica»
Giovedì 3 Ottobre 2019, 15:34 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 07:08
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Chiedono che il prossimo Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza si tenga nella Basilica di Santa Maria della Sanità, nel rione Sanità a Napoli. La richiesta, contenuta in una lettera inviata a Luciana Lamorgese, ministro dell'Interno, prefetto e questore di Napoli, rispettivamente Carmela Pagano e Alessandro Giuliano, al comandante provinciale dei Carabinieri, Canio Giuseppe La Gala, e a Gabriele Failla, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, è firmata dalle associazioni attive sul territorio da anni: Fondazione di Comunità San Gennaro, Cooperazione San Gennaro, Rete commercianti Rione Sanità, le parrocchie del Rione Sanità, la Chiesa Cristiana del Vomero, la Chiesa Metodista di Napoli, Save the Children Napoli.
 

«Una richiesta particolare - scrivono - ma si avverte forte l'esigenza di continuare a collaborare con le istituzioni per non vanificare i grandi sforzi comuni fatti in questi anni». Le realtà del rione spiegano che è «forte il bisogno di sentire vicina la presenza delle istituzioni sul territorio, senza dover attendere un'altra vittima» e che «lo Stato garantisca la protezione che il quartiere merita: la comunità sente, mai come adesso, il bisogno di vicinanza da parte delle autorità».

Si respira un clima di «crescente tensione e insicurezza che, ormai da tempo, caratterizza il nostro quartiere» e, denunciano, «la comunità si trova spesso sola ad affrontare episodi di microcriminalità, abbandono e violenza». «Le frequenti 'stesè, i numerosi gruppi di adolescenti spesso armati e soli, ci allarmano e preoccupano - scrivono - L'ultimo episodio è di lunedì 30 settembre quando un ragazzo della nostra comunità è stato aggredito da un gruppo di adolescenti armati e accoltellato alla schiena. Poche ore dopo l'aggressione un'altra stesa nel quartiere Stella». Le realtà del rione ricordano il lavoro fatto negli anni per restituire alla Sanità, «terra a lungo martoriata, la luce che merita».

Un impegno che ha visto il quartiere compattarsi, diventare «comunità», scegliendo la strada «della cooperazione e dell'associazionismo, per creare lavoro, garantire ai giovani una possibilità diversa, offrire ai più piccoli la scelta di un futuro diverso». «Il quartiere si è impegnato, reinventandosi, nel tentativo di lasciarsi alle spalle anni di abbandono, degrado, povertà e criminalità - evidenziano - Questa crescita, culturale, sociale e turistica, non può essere affidata esclusivamente all'iniziativa dei cittadini». «Da soli non siamo in grado di affrontare le difficoltà endemiche e strutturali che ancora rendono impossibile sentirsi sicuri in un luogo che, con amore, definiamo casa nostra - sottolineano - Non possiamo continuare da soli a credere nel progresso e nella crescita se abbiamo paura di camminare la sera da soli, di prendere un caffè o di accompagnare i nostri figli a scuola». 
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