Sanità Campania, in novanta giorni nuovo commissario: Minicucci in pole

Sanità Campania, in novanta giorni nuovo commissario: Minicucci in pole
di ​Ettore Mautone
Lunedì 26 Novembre 2018, 08:35 - Ultimo agg. 09:38
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Piano di rientro e Sanità commissariata: per la Campania si profila l’ennesimo cambio di guardia, nei prossimi mesi, al timone della struttura commissariale che, dal luglio del 2017, è guidata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Nei giorni scorsi, in Commissione Finanze, nel disegno di legge sul fisco, è stato infatti approvato un emendamento che promette di dare lo stop al doppio ruolo tra governatori e commissari nelle Regioni, come la Campania, in piano di rientro. Quasi una norma concepita su misura per togliere dalle mani di De Luca il pallino della Sanità. Una norma che potrebbe costringere il governatore a consegnare entro 90 giorni il testimone al prossimo delegato di governo ovvero alla squadra di commissari e sub commissari designata dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
 
E così già impazza il totonomi del nuovo commissario (o commissari) come sempre accade in questi casi. Per il ministro della Salute Giulia Grillo e i suoi colleghi di Governo, il rebus da sciogliere non sarà tuttavia di facile soluzione. Ragionando per ipotesi per il ruolo di commissario è difficile ipotizzare la possibilità di pescare nell’ambito della classe dirigente locale. Difficile individuare tecnici capaci di svolgere con adeguate conoscenze e competenze il ruolo di commissario senza scadere nelle stesse critiche di essere in qualche modo artefici e risanatori della sanità campana malata. Se fosse il centro destra l’opposizione chiamata a tale scelta sarebbe più semplice perché la platea di papabili già collaudata. In questo caso invece si tratta di partire con scelte inedite. Per il Movimento 5 Stelle e i suoi alleati di governo bisognerà ragionare insomma a lungo prima di compiere scelte che potrebbero anche rivelarsi un boomerang. Tra i nomi che circolano negli ambienti sanitari campani c’è quello di Anna Maria Minicucci, attuale manager del Santobono molto stimata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora, che potrebbe avere il merito di conoscere bene la realtà sanitaria campana e di poter mediare con la giunta regionale su scelte decisive. Ma il parlamentare afragolese del M5S, che fino al 2016 è stato garante per l’infanzia, avrebbe una influenza limitata nell’ambito di scelte e nomine di Governo e dunque per Minicucci si potrebbe profilare in subordine un compito da sub commissario lasciando però ancora un punto interrogativo sulla casella del delegato di governo per la cui designazione potrebbe essere più influente il parere del consigliere regionale Valeria Ciarambino. 

Dal punto di vista tecnico gli snodi che si profilano all’orizzonte sono infine tutt’altro che chiari. Il principale nodo da sciogliere è il Piano ospedaliero che viaggia a vele spiegate verso l’approvazione definitiva con le modifiche richieste dai ministeri all’assetto della rete dei pronto soccorso e dei punti nascita. Modifiche cui De Luca è intenzionato a dare un rapido via libera, per sbloccare l’iter di stabilizzazione dei precari flessibili e incassare, entro fine anno, i fondi dell’edilizia ospedaliera con cui accompagnare l’attuazione del Piano ospedaliero. La partita è complessa e incrocia a doppio filo la questione del Livelli di assistenza che in tre anni hanno guadagnato ben 46 punti passando dai 106 del 2015 ai 152 del 2017, a un passo dalla sufficienza. La Regione vorrebbe pertanto un nuovo Piano triennale di uscita dal tunnel del commissariamento per consolidare assunzioni di personale e investimenti che invece il Governo concepisce come prosecuzione del Piano di rientro da affidare nelle mani del nuovo commissario. Comunque vada il compito del nuovo timoniere non sarà impresa facile. A cominciare dal decollo stabile e funzionale dei 12 Dipartimenti di emergenza di I livello inseriti in più nella legge di riordino ospedaliero rispetto ai 7 programmati dalla Regione sul cui altare dovranno essere scarificati (pena la ripresa del motore del debito) i piccoli ospedali. Piccoli presidi che, anche a Napoli, andranno dismessi, convertiti o trasformati in cronicari e Case della salute che pure mancano all’appello del riordino della medicina del territorio. In cantiere infine anche il riassetto dei punti nascita e qui alla conferma del polo materno infantile all’ospedale del mare farà da contrappunto il ridisegno di funzioni e mission di ospedali come il Loreto mare.
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