Sanità, più fondi alla Campania: 200 milioni di euro in più dal 2023

Dimezzato in un sol colpo il divario dalla media del finanziamento procapite che ricevono oggi i cittadini residenti nelle altre regioni

La conferenza Stato-Regioni
La conferenza Stato-Regioni
di Ettore Mautone
Sabato 3 Dicembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 09:56
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Finanziamenti per la Salute, dal 2023 si cambia: più risorse alle Regioni dove è maggiore la mortalità e il disagio socio economico (tasso di istruzione, di occupazione, di malati cronici e di mortalità). Per la Campania una svolta storica: già dal prossimo anno nel piatto delle risorse ci saranno circa 200 milioni in più. Dimezzato in un sol colpo il divario dalla media del finanziamento procapite che ricevono oggi i cittadini residenti nelle altre regioni. La Campania, terza dello Stivale quanto a popolazione residente dopo Lombardia e Lazio, attualmente riceveva la fetta procapite più piccola della torta nazionale delle risorse per la Salute. Circa 60 euro in meno in media che equivalgono a circa 350 milioni. Un meccanismo legato al peso dato agli anziani, unico parametro per misurare il fabbisogno di cure sanitarie che ha premiato le regioni del Nord a discapito del Sud. Una bilancia per la prima volta riequilibrata in maniera strutturale anziché attingendo alla manciata di milioni del fondino per le premialità diventato il salvadanaio per le mediazioni. Una vittoria per il Sud, e in particolare per la Campania, che con il presidente Vincenzo De Luca negli ultimi anni ha guidato il fronte politico della protesta. Battaglia fattasi particolarmente aspra nel corso di quest'anno quando De Luca ha più volte piantato i piedi chiedendo il rispetto delle leggi che impegnavano il governo ad applicare i nuovi criteri sin dal 2015. Tant'è che l'unanimità richiesta per il via libera al riparto 2022 non era finora arrivata. La Campania aveva bloccato tutto già prima dell'estate diffidando anche il Governo a varare i nuovi criteri presentando un ricorso al Tar su cui il ministero era intervenuto con una manovra dilatoria e una proposta da ratificare entro la fine di quest'anno. 

«Dopo anni di battaglia politica portata avanti dalla Regione Campania - commenta il presidente De Luca - oggi finalmente la Conferenza delle Regioni ha raggiunto un accordo politico in base al quale, a decorrere dal 2023, tra i criteri di riparto del finanziamento indistinto della spesa sanitaria corrente, accanto al peso assegnato alla popolazione per l'età anagrafica (per curare gli anziani si spende di più nda) si terrà conto anche dei criteri, già previsti dalla legge ma finora puntualmente disattesi, del tasso di mortalità e della deprivazione socio-economica. È stato inoltre condiviso aggiunge De Luca - il principio generale secondo il quale le differenze di finanziamento pro-capite tra le varie regioni devono tendere a ridursi entro margini tollerabili di variabilità. Siamo soddisfatti conclude il governatore - del grande passo in avanti compiuto e siamo pronti a continuare la battaglia nei prossimi anni affinché ai cittadini campani non venga sottratto un solo euro di finanziamento per garantire loro il diritto alla salute». Un ringraziamento è stato poi indirizzato all'assessore al Bilancio Ettore Cinque che sul piano tecnico ha affiancato il lavoro condotto in sede politica. 

Il clima di scontro quest'estate, alla vigilia delle elezioni politiche, si era ulteriormente invelenito.

Da allora le Regioni sono tornate al tavolo del confronto e hanno lavorato per un'intesa che sembrava non arrivare più. «Il semaforo verde è scattato ieri - avverte l'assessore regionale Cinque - quando è stata raggiunta l'unanimità sia per l'anno in corso (85% dato in base ai vecchi criteri e 15% sulla quota media procapite). Abbiamo conquistato subito 50 milioni a cui se ne aggiungono altri 42 dal fondino di riequilibrio. Per il 2023 la Campania avanza stabilmente per circa 200 milioni sui 10,9 miliardi totali si quest'anno». 

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Per il presidente dei medici di Napoli Bruno Zuccarelli è una «grande occasione, ora abbiamo l'enorme responsabilità di spendere al meglio questi soldi». La partita riguarda anche il riparto di 1,6 miliardi per i ristori Covid e i rimborsi delle bollette. Se in altre occasioni, di anno in anno (l'ultima nel 2021) ci si era sempre sottratti all'attuazione della legge e fermati a generici impegni programmatici questa volta si registra un passo avanti che si tradurrà, tra un anno, in una vera svolta che darà dignità ad indicatori come lo stato di salute della popolazione, i dati di mortalità, aspettativa di vita, tasso di malattie croniche e altre situazioni territoriali particolari, compresi i tassi di istruzione e disoccupazione, che incidono sui bisogni sanitari di molte regioni del sud, riequilibrando il riparto a parametri messi nero su bianco sin dal 1996. Il punto di massima mediazione tra Lombardia e Campania è stato raggiunto sull'1,5 % di peso attribuito ai nuovi criteri (percentuale che in una prima intesa doveva salire in tre anni al 3,5%) e la spartizione di un fondo ad hoc destinato alle 5 regioni a statuto ordinario (tra cui Campania e Lombardia) che hanno una quota di assegnazione sulla media procapite più bassa. La Campania prende, di questo fondo il 60% e così, a conti fatti, recupera la metà dei 60 euro che la separano della media. In soldoni appunto circa 200 milioni di euro già dal prossimo anno. 

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