Uccisa per uno sgarro e data alle fiamme: padre e figlia fermati per l'omicidio di Sant'Antimo | Foto

Maria Migliore
Maria Migliore
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 21 Novembre 2015, 14:05 - Ultimo agg. 18 Novembre, 09:13
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È stata uccisa dopo un regolamento di conti legato al mondo della droga. Ammazzata a pistolettate e poi data alle fiamme. Un giallo che è durato qualche ora, risolto poi dalla procura di Napoli nord, guidata dal magistrato Francesco Greco, quando questa mattina è stato trovato il corpo carbonizzato di Maria Migliore, 30 anni, di Atina, in provincia di Frosinone, all'interno di una Fiat Doblò, andata a fuoco nella notte a Sant'Antimo, in via Toriello Separiello, una strada di periferia.



Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Giugliano e i vigili del fuoco. Dopo aver identificato la vittima e sentito, un pregiudicato originario di Sant'Antimo, i militari hanno scoperto che l'omicidio è maturato per ritorsione nell'ambito di vicende legate allo spaccio di droga. Una partita non pagata o l'allargamento della donna in zone non sue tra le ipotesi più probabili.



I militari hanno metto in stato di fermi, perché indiziati di delitto, un uomo e sua figlia, accusati di omicidio in concorso tra loro. Il fidanzato di quest'ultima, invece, è stato soltanto denunciato per distruzione di cadavere. Si è appurato che la vittima ieri sera si è recata a casa dell'assassino, F.R., 44 anni, di Sant'Antimo. Poi, l'uomo, insieme alla figlia, M.G.R., 23 anni, si è messo in auto insieme a Maria Migliore. Qui sarebbe scattato un altro litigio e la donna sarebbe stata uccisa. Poi la 23enne ha chiamato il fidanzato, G.G., di 21 anni, per aiutarla a nascondere il cadavere. I tre hanno quindi dato fuoco alla vettura con il cadavere di Maria ancora dentro. Gli interrogatori delle prossime orechiariranno ancora meglio i contorni della vicenda.
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