Santa Sofia, lo sdegno della comunità
ellenica di Napoli: «Atto provocatorio»

Santa Sofia, lo sdegno della comunità ellenica di Napoli: «Atto provocatorio»
Venerdì 17 Luglio 2020, 09:26
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La Comunità ellenica di Napoli e Campania esprime il proprio «sdegno per la recente decisione del governo turco di convertire in moschea la Basilica di Santa Sofia ad Istanbul». La Basilica di Santa Sofia, nel suo status di museo «era il simbolo di laicità dello Stato turco oltre che di convivenza pacifica tra religioni ed etnie, non solo in Turchia ma nel mondo intero», dichiara Paul Kyprianou, presidente della Comunità.

«La sua conversione in moschea - aggiunge - è un atto provocatorio che lede i sentimenti religiosi del mondo cristiano, in particolare dei greci i quali sono legati spiritualmente a tale monumento. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan avrebbe dovuto usare più 'sapienzà, ispirandosi così al nome stesso di questo monumento patrimonio mondiale dell'umanità, e lasciare immutato lo status della Basilica, nel nome della convivenza e fratellanza tra popoli invece di usarlo come strumento politico per compiacere i suoi seguaci».

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 La Comunità ellenica di Napoli e Campania esprime inoltre «profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in Turchia, dove la deriva islamico-nazionalista fomentata dal presidente Erdogan rischia di innescare conflitti nella regione del Mediterraneo orientale, con conseguenze nefaste per il mondo intero».Completata nel 537 d.C.
durante il regno dell'imperatore bizantino Giustiniano, la Basilica di Santa Sofia è stata cattedrale greco-ortodossa, sede del Patriarcato di Costantinopoli, nonché luogo principale per le cerimonie imperiali dei reali bizantini. Nel 1453, anno della conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani, la Basilica fu convertita in moschea e funzionò come tale fino al 1931 per essere trasformata in museo qualche anno dopo.
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