Santobono, emergenza rotavirus: 400 accessi giornalieri al pronto soccorso

Santobono, emergenza rotavirus: 400 accessi giornalieri al pronto soccorso
di Marisa La Penna
Sabato 8 Agosto 2015, 08:37 - Ultimo agg. 09:15
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Si chiama gastroenterite da rotavirus. È una patologia gastroenterica che colpisce essenziamente i bambini. E da qualche settimana a questa parte sta aggravando la perenne emergenza che vive il Santobono, l’ospedale pediatrico che conta 120mila accessi all’anno con punte giornaliere, talvolta anche di 400 bambini.

Una epidemia che sta letteralmente mettendo in ginocchio i medici, le cui presenze sono ridotte dalla turnazione ferie e che segue di qualche mese un’altra epidemia di virosi respiratoria che pure aveva ingolfato le corsie dell’ospedale.



«Effettivamente c’è un aumento degli accessi determinato, oltre che dalla gastroenterite da rotavirus anche dalla mancanza di pediatri di famiglia che sono andati in vacanza. Per cui si tende a ricorrere al pronto soccorso anche quando non c’è una effettiva necessità» spiega Anna Maria Minicucci, direttore generale del Santobono. E aggiunge: «Spesso si deve ricorrere anche all’uso di barelle. Ma tengo a precisare che il bambino resta sul lettino di emergenza non più di un paio d’ore. Poi, se è necessario il ricovero, gli si trova sempre un letto in un reparto». Il dg Minicucci tiene però a sottolineare che il Santobono garantisce sempre e comunque assistenza a tutti. «Vengono da ogni parte della Regione. Il nostro pronto soccorso conta più accessi del Cardarelli».



Ma torniamo all’epidemia che sta creando una ulteriore emergenza con un continuo afflusso di piccoli pazienti affetti dalla malattia. Una gran parte di questi bambini viene gestista in Osservazione Breve e mandati a casa dopo una rapida reidratazione. Per altri è necessario il ricovero che, per alcuni, si protrae per diversi giorni. «Purtroppo - spiega Antonio Correra, direttore del Pronto Soccorso - in alcuni casi il rotavirus può essere particolarmente aggressivo determinando convulsioni sia febbrili che in apiressia, fortunatamente ad evoluzione benigna. Tutto ciò sta determinando un notevole carico assistenziale e grosse difficoltà alle famiglie».



«Non tutti sanno - riprende il primario - che tale patologia è prevenibile. Ed in molte regioni, già da molti anni i bambini vengono sottoposti a vaccinazione. Il rotavirus è di solito più diffuso in periodo autunnale ed invernale. Nella nostra regione, probabilmente per particolari situazioni ambientali è diventato particolarmente aggressivo in periodo estivo» conclude Correra.

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