Santobono, Sos drappello: «Da noi subito gli agenti»

Pronto soccorso, la lettera del primario

Santobono, Sos drappello: «Da noi subito gli agenti»
di Ettore Mautone
Giovedì 19 Gennaio 2023, 08:56 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 09:23
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Violenza in corsia, aggressioni ai camici bianchi: Santobono dimenticato dal piano del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che prevede l'istituzione di posti di polizia al pronto soccorso del Cardarelli, dell'Ospedale del mare e del Pellegrini. I medici del pediatrico dell'Arenella ci sono rimasti male, bersagliati come sono da continue intimidazioni, botte, minacce, disordini e caos provocati da genitori intolleranti e violenti. Con una lettera recapitata alla pagina facebook Nessuno Tocchi Ippocrate il primario di quel reparto Vincenzo Tipo spiega le ragioni di un profondo disappunto per la inaspettata esclusione: «Siamo un presidio che tratta un'utenza particolare, l'unico pronto soccorso pediatrico di II livello della Campania dice ansie e paure tipiche degli accompagnatori di pazienti in pronto soccorso, in un pediatrico sono amplificati per dieci dal fatto che si tratta di bambini. Alcuni nostri infermieri hanno subito negli ultimi anni lesioni con decine di giorni di prognosi, fratture, rotture del setto nasale, medici inseguiti nei reparti, rinchiusi e sequestrati. Non ci spieghiamo questa esclusione».

«Siamo rimasti sorpresi si legge nella missiva del fatto che il Santobono non sia tra gli ospedali dove questo presidio sarà previsto. Il Santobono ha l'unico Pronto soccorso pediatrico dell'intera Regione e conta circa 100 mila accessi all'anno ed è pure il luogo dove si consumano un numero elevatissimo di aggressioni verbali e fisiche; non tutte vengono denunciate o vengono alla ribalta. Basti pensare che, solo nell'ultimo mese, ci sono state 2 aggressioni gravissime ai danni di infermiere di questo ospedale. Nella prima, quando c'è stato il lancio di un estintore puntato sulla vittima e solo lo scudo delle guardie giurate ha evitato una tragedia. Siamo consapevoli che la presenza di un presidio di forze dell'ordine è un fatto assolutamente relativo: dipende da chi viene inviato a ricoprire quel posto e con quale mandato. Siamo certi che serve, prima di ogni azione preventiva, un momento repressivo deciso».

«Non sapevo della lettera ma le ragioni sono condivisibili aggiunge il manager Rodolfo Conenna subiamo queste aggressioni fisiche e devastazioni con cadenza mensile. Sono fenomeni criminali per i quali serve prevenzione e repressione. Il ministro Piantedosi oltre a ricollocare le forze dell'Ordine e considerare il Santobono un luogo sensibile dovrebbe considerare anche le regole di ingaggio. Le guardie giurate già ci sono ma non riescono ad evitare continue interruzioni del servizio.

Io ritengo che invece ogni mediazione possibile andrebbe svolta in una caserma liberando subito un pronto soccorso da queste presenze dannose per la collettività. Lo Stato deve fare in modo che chi lavora in Pronto soccorso si senta al sicuro e garantito. Chi si scaglia con violenza contro i sanitari va neutralizzato».

«Nel nostro caso - si legge ancora nella lettera - solo negli ultimi due mesi il 10 per cento del personale di Pronto soccorso, tra medici ed infermieri, ha deciso di lasciare per altri reparti e setting assistenziali. Di questo passo la sanità pubblica perderà pezzi in un ambito di cura delicatissimo come i Pronto soccorso dove si salvano vite». «Questo dato delle fughe del personale delle aree critiche è un fenomeno generale e complessivo - aggiunge Conenna - e riguarda anche altri aspetti. Al Santobono in particolare riusciamo ancora ad essere attrattivi e gli abbandoni sono pochi a differenza di altri presidi».

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