Riesumata dopo quattro anni, il giallo
di Sara Aiello: avvelenata dal marito

Riesumata dopo quattro anni, il giallo di Sara Aiello: avvelenata dal marito
di Dario Sautto
Sabato 21 Dicembre 2019, 09:58
3 Minuti di Lettura
A quattro anni e mezzo dalla morte, la salma di Sara Aiello sarà riesumata e sottoposta ad alcuni accertamenti per capire se sia stata avvelenata. Dopo sette ore di camera di consiglio, il gip del tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufieri, ha deciso di riaprire un caso che in realtà non era mai stato aperto. Era il 3 giugno del 2015, quando Sara, a 36 anni, morì nella sua abitazione di Pompei. Una giovane mamma, originaria di Pimonte, che da alcuni mesi soffriva di strani svenimenti e problemi di salute che non trovavano risposte. Insieme al marito, si era rivolta a diversi medici. L'ultimo, che aveva la paziente in cura, aveva chiesto all'uomo di aggiornarlo costantemente sulle crisi che Sara accusava, filmandola con il telefonino se necessario. Qui sorgono i dubbi del papà e dei familiari di Sara Aiello, tutti residenti tra Pimonte e Agerola. In effetti, quella tragica sera il marito della 36enne si accorse dell'ennesimo malore di Sara: non chiamò i soccorsi, ma filmò per 8 lunghissimi minuti le difficoltà respiratorie della moglie, che spirò.

I DUBBI
Nessuno aveva mai dubitato del racconto del vedovo, oggi 42enne e residente a Pompei con la figlia. Poi, il tarlo del dubbio ha cominciato a scavare nelle mente del papà di Sara, che non si è mai rassegnato a quella morte così prematura della figlia. Poteva essere salvata? Se sì, perché non sono stati chiamati i soccorsi? E ancora peggio: quei sintomi sono compatibili con cause non naturali, come un avvelenamento, casomai da cianuro? Tante domande che un anno fa hanno spinto il papà di Sara a presentare una denuncia alla Procura di Torre Annunziata. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Alessandra Riccio, che ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di omicidio colposo i nomi del giovane vedovo e del medico curante di Sara. Sei mesi di indagini, con testimonianze e interrogatori, non hanno portato a formulare un'ipotesi da poter sostenere a processo. Così, in estate è arrivata la richiesta di archiviazione, alla quale però i legali della famiglia Aiello si sono opposti.

LE PERIZIE
Ieri mattina, con quattro perizie di parte prodotte agli atti e nuovi dubbi sollevati, il giudice ha disposto ulteriori indagini, che partiranno innanzitutto dalla riesumazione della salma di Sara, ormai a quattro anni e mezzo dal decesso. Non sarà possibile effettuare una vera e propria autopsia, ma saranno eseguiti alcuni accertamenti medico legali per capire se ci siano tracce di veleni o altre indicazioni che possano dare una risposta diversa sulla morte della giovane mamma. Iscritti nel registro degli indagati i nomi di altri due medici, che saranno ascoltati durante i prossimi mesi. Il caso era stato portato all'attenzione dei media dalla trasmissione di RaiTre «Chi l'ha visto?» che aveva intervistato i familiari di Sara, ascoltando i loro dubbi. Decine di striscioni con la scritta «verità per Sara» campeggiano in diversi punti di Pimonte, Agerola e Pompei e sono comparsi anche allo stadio San Paolo e all'esterno del tribunale di Torre Annunziata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA