Saviano e la Paranza: «Anche Rosi fu accusato di diffamare Napoli»

Saviano e la Paranza: «Anche Rosi fu accusato di diffamare Napoli»
Lunedì 18 Febbraio 2019, 21:14
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«La Paranza dei Bambini lo abbiamo riportato a casa, anche se a Berlino ci ha stupito che non sia stato visto come un film su Napoli ma come una storia che avviene in tutte le periferie del mondo». Lo ha detto Roberto Saviano a margine della presentazione del film «La paranza dei bambini», premiato con l'Orso d'Argento alla Berlinale, al cinema Metropolitan di Napoli. Saviano ha raccontato che «al festival di Berlino nessuno ci ha chiesto di Napoli. La serata in cui ci hanno consegnato il premio alla sceneggiatura, dopo, a cena, mangiavamo una zuppa orrenda e arrivavano altri premiati. Una regista cinese ci ha detto che quello che raccontiamo nel film accade uguale alla periferia di Pechino. Il cast del film israeliano che ha vinto l'Orso d'Oro ci ha detto che lo stesso accade alla periferia di Tel Aviv. In Italia c'è l'idea che parlare significhi sottolineare il disagio di un singolo quartiere, invece è un disagio generalizzato». 
 
 

«A Napoli non è cambiato nulla da quando “Le mani sulla città” veniva visto come un film che parlava male della città o da quando Eduardo veniva visto con diffidenza, perché raccontava la parte buia e povera della città - ha detto Saviano - ci sono passati tutti gli artisti e scrittori napoletani, per me è normale che la città celebri la pizza più grande del mondo e nasconda questi suoi aspetti, ma io continuerò e più darò fastidio, più avrò carica». Saviano ha sottolineato che nella costruzione del film «non abbiamo pensato di parlare alle istituzioni nazionali o di Napoli, né a quella borghesia che qui o in Calabria somiglia sempre di più alle borghesie colombiane e venezuelane, chiuse nella retorica del bel mare e del buon cibo di Napoli. Una retorica su cose di cui non hanno alcun merito ma se la intestano. Credere che raccontare le ferite della città sia un modo per diffamare è un falso: lo dimostra il fatto che il centro storico vive grazie ai turisti, come mai vengono e non sono terrorizzati dal nostro racconto?».
 

Il regista, Claudio Giovannesi, ha raccontato come, da romano, «ho vissuto - ha detto in sala - per un periodo nel centro di Napoli prima di girare il film e ho conosciuto la città. Il nostro punto di partenza è stato non fare film su dei criminali ma su degli adolescenti, raccontandone l'umanità e accompagnandoli in una scelta che all'inizio è un gioco ma poi diventa una tragica guerra». Al termine dell'incontro in sala con il pubblico, Saviano ha incontrato l'assessore alla cultura del Comune di Napoli Gaetano Daniele, venuto in sala a salutarlo: «Apprezzo che sia qui - gli ha risposto Saviano - anche se mi sento strano perché finora non è mai stato così con il Comune di Napoli. Ma mi fa piacere questo incontro». I rapporti a distanza tra lo scrittore e l'amministrazione comunale del sindaco de Magistris sono infatti stati spesso polemici negli ultimi anni. 
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