Scabec, blitz della Finanza negli uffici della Regione Campania: «Nel mirino le assunzioni»

Scabec, blitz della Finanza negli uffici della Regione Campania: «Nel mirino le assunzioni»
di Leandro Del Gaudio e Adolfo Pappalardo
Mercoledì 23 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 10:12
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Hanno chiesto i contratti di assunzione, quelli relativi ad un preciso arco di tempo, che va dal 2010 al 2016. Un blitz in piena regola, quello messo a segno dalla Guardia di Finanza di Napoli, nel tentativo di fare chiarezza sulla gestione delle politiche regionali in materia di cultura. Via Orsini, gli uomini del comandante di polizia economica e finanziaria bussano alle porte della Scabec, la società regionale nata per la promozione del patrimonio culturale campano. Un fascicolo coordinato dalla Procura di Napoli, al lavoro il pool che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, gli inquirenti hanno acquisito alcuni documenti che dovrebbero rappresentare una prima mossa in una inchiesta di ampio respiro: sono stati infatti acquisiti contratti di assunzione di diversi profili lavorativi, in un periodo in cui la stessa Scabec è al centro di una sorta di riorganizzazione da parte dei vertici della Regione Campania. 

Ma andiamo con ordine a partire dal blitz messo a segno la scorsa mattinata, negli uffici della Scabec. Chiaro il mandato investigativo: i documenti dell’asset societario della Scabec tra il 2010 e il 2016; ma anche i contratti di assunzione, gli ordini di servizio, gli aspetti legati alle attività svolte in questo periodo. Per essere più precisi, al centro delle verifiche della Procura sono soprattutto le assunzioni, anche alla luce del particolare piano di riorganizzazione stabilito nelgli ultimi mesi. Massima disponibilità da parte dei vertici della Scabec, rappresentati da qualche mese da Assunta Tartaglione, che si è detta pronta a fornire ogni elemento utile alle verifiche disposte dalla Procura. 

Ma proviamo a ricostruire il management della Scabec, almeno secondo le determine regionali degli ultimi anni. Nel 2010, la società era partecipata dalla Regione al 33 per cento, mentre le restanti quote erano ripartite in eguale misura tra Mondadori e lega cooperative. Un quadro cambiato successivamente, dal momento che oggi la Scabec è una società in house della Regione.

Raggiunta dal Mattino, la presidentessa Tartaglione conferma la propria disponibilità nei confronti degli inquirenti: «Siamo ovviamente pronti a fornire ogni delucidazione alla Procura, parliamo comunque di atti relativi al periodo in cui la Scabec era una società mista e non interamente in house della Regione».

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Ma non è solo una inchiesta sul passato più o meno remoto. Facile immaginare che il pool legato ai reati contro la pubblica amministrazione punti ad andare oltre, anche alla luce delle denunce formalizzate in questi giorni da esponenti politici e riportate dagli organi di stampa. Due giorni fa, è stato il leader della Lega Severino Nappi a chiedere chiarezza su quella che viene definita una «gestione discutibile» dallo stesso Nappi. Sotto i riflettori potrebbe finire pertanto il recente licenziamento di 12 dipendenti e quello che viene definito il più generale «depauperamento del patrimonio» aziendale, all’insegna di scelte aziendali ritenute quanto meno critiche. Al vaglio degli inquirenti, i contratti dei consulenti esterni e la gestione degli immobili disseminati tra Napoli e Salerno.

Ma in cosa consiste la vocazione aziendale della Scabec? È una società per la promozione culturale che, però, nelle ultime settimane è finita più volte all’attenzione della stampa. A presiederla sino all’autunno era stato il salernitano Antonio Bottiglieri, fedelissimo deluchiano. Poi l’avvicendamento a fine novembre con la nomina dell’ex parlamentare pd Assunta Tartaglione a presidente di una cda di appena 3 elementi: gli altri due sono Aniello Salzano e Rosalia Santoro. Tutti legatissimi al governatore De Luca. Perché alla fine, la società, che sopperisce di fatto alla mancanza di un assessore alla Cultura, è stata sempre considerata la creatura dell’ex sindaco di Salerno. Anche se l’obiettivo ora era dimezzarne le attività a favore di Campania Festival. Poi sono scattati, con il nuovo cda, i 12 licenziamenti su cui si addensavano, peraltro, i dubbi dei giuslavoristi ingaggiati dalla Regione: per assunzioni non considerate a norma e ora al vaglio della magistratura.  

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