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Scampia oltre Gomorra: grazie alla notte rap

di Federico Vacalebre
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 9 Ottobre 2022, 09:48 - Ultimo agg. : 11:26
4 Minuti di Lettura

Sessantaquattro barre di riscatto per diecimila persone. Fate voi un po' il calcolo quanto fa. Un palco come quello di Red Bull 64 bars live a Scampia non si è visto nemmeno per i quarant'anni di carriera di Nino D'Angelo nel 1997, quando questa terra non era ancora stata ribattezzata «Gomorra».
Plug, J Lord, Vettosi riscaldano piazza Ciro Esposito sotto una luna piena, ruffiana come si conviene nelle occasioni di festa. Sono loro la nidiata prossima futura ad aprire le ali, i talenti covati dalla chioccia-talent scout Enzo Chiummariello, il manager dietro la fucina newpolitana dell'hip hop, dal veterano Luchè ai virgulti che aprono l'evento dell'anno per una scena che ormai ha conquistato la centralità di chi detta legge nel pop, nel mainstream italiano.

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«Ce truove int''o rione», rappavano i Co'Sang nel 2005, milioni di anni fa, mostrando la strada da compiere al rap newpolitano e, quindi, italiano. I Nu Genea, Liberato, Pino Daniele, non manca nulla nelle selezioni che preparano l'evento. Secondigliano regna, Scampia regna, Napoli regna.
Stanotte «int'o rione» ci sono il re Marracash, il principe Fabri Fibra, la principessa Madame, e poi le star Guè, Ernia e, naturalmente, Geolier, che la lezione di Luchè e Nto l'ha capita bene. «P' Secondigliano» è la sigla di chiusura, la logica, inevitabile conclusione di questa Piedigrotta hip hop che sancisce la centralità di Napoli, i suoi artisti come il suo immaginario, sul panorama nazionale.

«Io di amici persi, morti o in galera ne ho visti tanti, troppi, per non aver scelto da che parte stare», riflette Emanuele Palumbo, Geolier per tutti, 22 anni, prima di salire sul palco. Ragazzi da tutta la città, da tutta la regione, forse non solo, sono venuti a godersi il loro sabato sera a Scampia, liberata dai loro sogni, illuminata dai loro sogni.

«Se io posso, nel mio piccolo, essere non solo valvola di sfogo, ma esempio, suggerimento di un futuro diverso, per i miei fratelli più grandi e più piccoli, beh mi sento un re», continua. Il re di Scampia, il re di Secondigliano, il re delle Vele, ricordano le immagini video sui maxischermi.

Alla sua città, alla sua scena paga tributo persino il «king» indiscusso Marracash, reduce da due clamorosi sold out al Palapartenope: «Io venivo qui già quando i Co'Sang avevano uno studietto di fronte alle Vele. Napoli è, per definizione, una fucina di cultura urbana. In un contesto così il rap ritorna alle origini».

Torna Cnn del ghetto, come imparammo a dire milioni di anni fa. Ma il ghetto stanotte è centro, non sembra vero ai guaglioni e alle guagliuncelle che stasera «int''o rione» si sentono re e regine. Se davvero «possiamo essere eroi solo per un giorno», come ci ha insegnato Bowie, quel giorno è questo, quel giorno è qui e adesso. A Scampia, a un passo dalle Vele.

Il gioco delle 64 barre assassine, delle rime-killer, del potere che torna davvero alla parola scatta quando sul palco arriva Ernia, primo dei protagonisti che Red Bull mostra sul suo canale YouTube a tutta l'Italia, tra «Vivo» e «Superclassico». Anche Madame strappa applausi con le sue 64 barre, prima di affrontare «L'eccezione», «Voce», «Marea».

Fabri Fibra si porta sul palco il Premio Tenco Davide Petrella alias Tropico («Propaganda») e Maurizio Carucci degli Ex-Otago («Stelle», con caduta indolore sul palco), Guè si scatena su «Ragazzo d'oro» e «Chico» (con Rose Villain), il gran finale è l'apoteosi di Marracash («Crudelia», «Sport»). E del ragazzo dal golden touch, il padrone di casa, ma sì, diciamolo: il genius loci. Le sue 64 barre sono clamorose, commoventi perché parlano di riscatto nella terra da riscattare, la sua terra.

Ma non è finita, anzi, il meglio messo in campo da quella Piedigrotta postmoderna targata Red Bull 64 bars arriva negli incroci finali, pensati per l'approdo live di una formula vincente. Marra e Guè («Infinite love»), Marra e Madame («Madame-L'anima»), Madame e Fibra («Il mio amico»), Ernia e Fibra «Non me ne frega un cazzo»), Geolier ed Ernia («Creatur»), Guè e Geolier («Blitz»).

Intrattenimento e consapevolezza, voci di dentro e voci potenti, voci frustrate e voci diverse, beat da tenere il tempo, da ballare, da rimbalzare nella terra delle Vele, dove Genny Savastano, Ciro l'Immortale e Scianèl stanotte sembrano solo personaggi di fantasia. Non è così, purtroppo, ma potersi illudere è già qualcosa.

«P' Secondigliano» è l'inevitabile sigla «int''o rione», periferia per una notte diventata centro, una gomorra per una notte meno schiacciata sulla definizione di città perduta. Che bello, stanotte, «Int''o rione»: «E dint' 'e fras nost'/ 'a rivoluzione/ chist' è o' sole nuovo/ o'ssaje ca è malammore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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