Scampia, lo sport negato al territorio: ancora chiuso lo stadio Landieri

Cumuli di erbacce all'interno dello stadio di Scampia
Cumuli di erbacce all'interno dello stadio di Scampia
di Antonio Folle
Venerdì 10 Luglio 2020, 19:30
4 Minuti di Lettura
A distanza di quattro mesi dalla chiusura decretata dall'emergenza Covid lo stadio Antonio Landieri di Scampia è ancora chiuso. A nulla sono bastati i numerosi appelli di volontari, sportivi e associazioni civiche per la riapertura dell'impianto, i problemi sono tanti e, almeno appartentemente, di non facile risoluzione. A cominciare dalle erbacce che, proprio a causa del "mix" di mancato utilizzo e assenza di interventi di manutenzione, hanno letteralmente invaso anche il campo da gioco in erba sintetica. Circa un mese fa i volontari del gruppo "Pollici Verdi" sono intervenuti per estirpare le erbacce e ripulire il campo, ma i mucchi di arbusti strappati via a distanza di oltre trenta giorni sono ancora sul posto perchè nessuno li ha portati via.
 
 

Un comico rimpallo di responsabilità che sa di beffa per quanti speravano di poter ricominciare ad allenarsi. Asìa, infatti, ha fatto sapere di essere impossibilitata ad entrare nella struttura per il rischio di danneggiare, con i suoi grossi automezzi, il manto d'erba sintetica. Napoliservizi, a sua volta, non entra nella struttura perchè i suoi operai, così hanno spiegato i cittadini che hanno più volte chiesto spiegazioni, non sarebbero autorizzati ad entrare nello stadio. Così i mucchi di erba rinsecchita, faticosamente strappata via dai volontari, giacciono ancora sul posto e, anzi, crescono. Qui e la cominciano a spuntare nuovamente "ciuffi" d'erba.

Il territorio di Scampia è uno dei territori con la massima concentrazione di giovani. Un quartiere giovane che avrebbe bisogno - anche per strappare i ragazzi alle tentazioni della strada - di punti di aggregazione e di luoghi sicuri dove praticare sport. In questo periodo dell'anno le società sportive del quartiere che utilizzano l'impianto dedicato alla giovanissima vittima innocente della criminalità organizzata - Stella Rossa, Arci Scampia, Oratorio Don Guanella e Gioventù Partenope - sono solite organizzare i loro raduni estivi in previsione della stagione sportiva successiva. Quest'anno, invece, le società non hanno potuto organizzare la loro consueta - e attesa da centinaia di ragazzi - "caccia" ai talenti del territorio.

«Come prima cosa premetto - ha dichiarato Don Aniello Manganiello, prete di strada da sempre in prima fila con la sua associazione sportiva Oratorio Don Guanella - che è giusto che le società sportive corrispondano un canone mensile a chi gestisce lo stadio Landieri. Al pagamento delle spettanze, però, non sempre corrispondono i servizi adeguati. Come società sportive abbiamo più volte protestato e messo in discussione la qualità dei servizi offerti a chi fa sport in questo territorio difficile. Basti pensare alle tantissime multe che abbiamo ricevuto dalla Figc perchè dalle docce esce quasi sempre solo acqua fredda. Per almeno quattro anni - prosegue - abbiamo usufruito di solo 12 fari per le partite in notturna e per gli allenamenti serali, nonostante avessimo pagato per avere 24 fari. A causa della mancanza di un divisorio sugli spalti abbiamo dovuto giocare tantissime gare a porte chiuse. Al di là di tutte  queste difficoltà continuiamo a fare sport al servizio di Scampia, ma abbiamo bisogno che le istituzioni comincino a fare la loro parte, senza limitarsi solo a dichiarazioni di facciata e a impegni puntualmente disattesi. Dopo il coronavirus - afferma ancora Don Aniello - non abbiamo potuto ricominciare a fare attività nello stadio Landieri, ufficialmente perchè la Municipalità non è in grado di garantire la sanificazione degli spogliatoi e delle parti comuni. Il nostro sospetto è che, invece, manchino i presidi di sicurezza per permettere agli operai di lavorare. Ci stiamo arrangiando con alcuni campi di calcio a 8, ma non è facile e, soprattutto, non è giusto per società e associazioni sportive che lavorano ogni giorno in un quartiere dove lo sport è una delle armi principali per strappare i ragazzi alla criminalità».

Una buona notizia, almeno sul fronte del diserbo e della raccolta dei cumuli di erbacce dal campo di gioco, arriva dalla cooperativa sociale Gesco. Martedì 14, infatti, una squadra di giardinieri sociali della cooperativa sarà nello stadio di Scampia proprio per curare il verde - sia all'interno che all'esterno dell'impianto sportivo - e per rimuovere i cumuli di erba tagliata via un mese fa dai volontari. Ancora del tutto da sciogliere il nodo dell'affidamento dell'impianto alle quattro società sportive storiche di Scampia. Secondo alcuni rumors per rivedere gli sportivi calcare il campo da calcio bisognerà aspettare il prossimo mese di settembre. Un'ennesima mazzata per le squadre impegnate nei campionati federali che potrebbero essere costrette a trovare un altro impianto dove svolgere la preparazione atletica in vista del campionato. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA