Francesco Biancolella, scarcerato il ras degli Amato-Pagano accusato di un triplice omicidio

L'esponente della cosca Amato-Pagano sotto accusa per l'omicidio del boss Francesco Russo

I sopralluoghi dopo l'omicidio
I sopralluoghi dopo l'omicidio
di Luigi Sabino
Venerdì 21 Aprile 2023, 16:08 - Ultimo agg. 17:59
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Francesco Biancolella, il ras degli Amato-Pagano, è tornato in libertà. Dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza che lo condannava all’ergastolo per il suo presunto coinvolgimento in un triplice omicidio del 2009, ieri mattina, la IV sezione della Corte d’Assise d’Appello ne ha disposto la scarcerazione per decorrenza dei termini cautelari.

Una decisione, quella del collegio giudicante, arrivata nonostante il parere contrario della Procura Generale che, anzi, ha ribadito la pericolosità di Biancolella in quanto ritenuto esponente apicale della cosca Amato-Pagano di Melito. Un parere, tuttavia, che non ha scalfito le argomentazioni contenute nell’istanza presentata dai legali del ras settantenne, gli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo.

Biancolella, quindi, ha potuto fare ritorno presso la sua abitazione sebbene sottoposto all’obbligo di non allontanarsi dal comune di residenza e, soprattutto, di non lasciare il domicilio indicato alle forze dell’ordine durante le ore notturne.

La sua vicenda processuale destò scalpore non solo per il suo iter ma, soprattutto, per il ruolo avuto dai suoi avvocati che, grazie a indagini difensive condotte in proprio, riuscirono a dimostrare l’inattendibilità di diversi collaboratori di giustizia che accusavano il loro assistito. Biancolella, infatti, fu arrestato, anni fa, con l’accusa di aver partecipato agli omicidi del boss Francesco Russo, esponente dei Lo Russo di Miano, del figlio di questi e di un loro guardaspalle.

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A puntare il dito contro il ras, era stato, in particolare, Carmine Cerrato, cognato del padrino Cesare Pagano e, dopo il suo arresto, passato a collaborare con lo Stato. Cerrato, nei suoi verbali, aveva ricostruito non solo le fasi della brutale esecuzione ma anche gli accordi preparatori. In particolare, ai magistrati, aveva riferito che la morte di Russo e dei suoi uomini era stato un favore fatto dagli Amato-Pagano agli allora alleati Lo Russo. La richiesta di uccidere i tre era arrivata direttamente da Antonio Lo Russo che, da qualche tempo, era entrato in rotta di collisioni con il gruppo di Russo di cui temeva il crescente potere criminale.

La richiesta, ha spiegato Cerrato, una volta arrivata a Pagano si trasformò in un ordine di morte. Le vittime, attirate con un tranello, furono trucidate a colpi di pistola all’interno di un’abitazione e i loro corpo, successivamente, fatti sparire. A occuparsi di occultare i cadaveri sarebbero stati appunto Cerrato e Biancolella. Un racconto, tuttavia, smontato dalle indagini degli avvocati del ras perché i cadaveri dei tre furono trovati in una località diversa da quella indicata dal collaboratore rendendo quindi inattendibile la sua versione.

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