Schiuma bianca nel Golfo di Napoli, è allarme veleni: «Mai vista una cosa del genere»

Schiuma bianca nel Golfo di Napoli, è allarme veleni: «Mai vista una cosa del genere»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 29 Maggio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:07
3 Minuti di Lettura
Lo strano caso giallo di Castel dell'Ovo. Anzi, «lo strano caso bianco». Il mare è mosso ma non troppo, eppure nello specchio d'acqua intorno alla fortezza di via Partenope si stendono decine di linee bianchissime, lunghi fili di schiuma lucente che assediano le fondamenta del castello più antico di Napoli e si spingono fino ai baffi della scogliera. È successo ieri.

Nessuna increspatura, nessuna traccia di schiuma si è vista invece a ridosso dei moli e degli altri scogli del Golfo. In attesa delle verifiche dell'Arpac, allertata dal Comune insieme al nucleo sommozzatori dei Carabinieri, resta negli occhi il mistero. A poca distanza dagli altri due casi strani, quelli del mare prima verde e poi bianco di Riva Fiorita, i riflettori si accendono ora su Borgo Marinari e dintorni: «Non si era mai vista una cosa del genere intorno a Castel dell'Ovo», commentano gli addetti ai lavori. «Sotto la struttura esistono delle cave - commenta Carmine Meloro, sub e consigliere della IV Municipalità - In caso di mare grosso, l'acqua si ossigena e la schiuma tende a raccogliersi, appunto, a ridosso delle cave. Eppure, il fenomeno è strano. Non ci sono altre increspature vicino ai moli circostanti. Potrebbe trattarsi quindi di una schiuma non naturale usata nel lavaggio di qualche nave e portata dalla corrente sotto il castello».
 
In attesa dei controlli dell'Arpac, il fatto ha lasciato stranite molte facce. È insolito vedere una ragnatela di schiuma così «ossigenata» come quella che ieri ha abbracciato il castello e le segrete della leggenda dell'uovo di Virgilio Mago. Le ipotesi, al momento, sono due: «Schiuma naturale o solvente»: «Serve una verifica. Ho fatto allertare l'Arpac e avvisato il nucleo sommozzatori dei carabinieri - dice Francesco Vernetti, consigliere comunale e presidente della commissione Mare - Il mare in effetti era mosso, come confermano anche dal Borgo Marinari, ma non eccessivamente». E quindi cosa potrebbe essere stato? «Quando si lavano le cisterne delle navi a largo - prosegue Vernetti - si usano solventi. Speriamo che dopo la verifica risulti una schiuma naturale». «Non ho mai visto una cosa del genere a Castel dell'Ovo - prosegue Meloro - Sotto la struttura esistono delle cave: in caso di mare grosso, l'acqua si ossigena e la schiuma tende a raccogliersi, appunto, a ridosso delle cave. Eppure, il fenomeno è strano. Non ci sono altre increspature vicino ai moli circostanti. Potrebbe trattarsi quindi di una schiuma non naturale usata nel lavaggio di qualche nave e portata dalla corrente sotto il castello».

Di più si saprà dopo le indagini e le campionature. Di certo, se il «mistero del mare verde» e il «mistero del mare bianco» di Riva Fiorita, il primo avvenuto a marzo - per sversamento di «fluorescina» - e il secondo la settimana scorsa - per sospetta immissione in acqua di «polvere di marmo» - sono ascrivibili a sostanze filtrate nel porticciolo posillipino attraverso scarichi abusivi, le cose stanno diversamente per il giallo della schiuma. I canali irregolari, in ogni caso, non mancano nemmeno sul Lungomare. L'estate è alle porte e serve attenzione, anche perché le gare del nuoto di fondo delle Universiadi si svolgeranno nel Golfo, e tra gli altri gareggerà la star Gregorio Paltrinieri: «Sto notando una maggiore cura - dice Elvira Chiosi, proprietaria del celebre ristorante del Borgo Marinari, La Bersagliera - La pompa di sollevamento per il sistema fognario negli ultimi anni viene controllata costantemente per garantirne il corretto funzionamento e questo permette di contrastare i liquami nel porticciolo. Il problema, di sicuro, sono le barche. Tra poco arriverà finalmente l'estate e non vorremmo ritrovarci a rimuovere i sacchetti dal Borgo, come gli altri anni. Bisogna chiedere un maggiore impegno e più sensibilità sul problema dell'inquinamento ai proprietari delle imbarcazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA