«Siamo in tanti, siamo circa 10mila lavoratori». Lo ha detto Giuseppe Terracciano, segretario generale della Fim-Cisl Campania, parlando dal palco di piazza Matteotti a Napoli dove è arrivata la testa del corteo partito da piazza Mancini. La manifestazione è organizzata nell'ambito dello sciopero generale dei metalmeccanici indetto da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm. Contestualmente sono in corso manifestazioni a Milano e Firenze. A Napoli sono presenti il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo e il segretario generale della Fiom Francesca Re David. In testa al corteo i lavoratori della Whirlpool di Napoli e uno striscione unitario con le tre sigle sindacali.
«Oggi tutti i metalmeccanici scioperano per rimettere al centro del dibattito di questo paese il lavoro, il lavoro industriale. In questi anni di assenza totale di politiche industriali abbiamo perso moltissima della capacità produttiva installata» ha detto la leader della Fiom Cgil, Francesca Re David. «C'è la desertificazione - ha concluso Re David - soprattutto al Sud. I salari sono bassi, c'é lavoro precario e aumentano le ingiustizie sociali. Se non si riparte dal lavoro, questo paese non ha un futuro».
Il segretario generale della Uil, Carmine Barbagallo, ha raggiunto la testa del corteo che è partito da piazza Mancini e attraversa il centro di Napoli per raggiungere piazza Matteotti. La manifestazione è stata organizzata nell'ambito dello sciopero generale dei metalmeccanici indetto da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm con manifestazioni anche a Milano e Firenze. Barbagallo si è posizionato tra i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli, a rischio chiusura.
«Il primo passo che ha fatto il Governo va bene ma non basta, perché se la Whirlpool ha preso 200 milioni e passa negli anni, se ne facciamo restituire loro solo 5 li avranno messi nel conto. Bisogna che restituiscono il maltolto, che sono tutti i 200 milioni che si sono presi nel tempo». Lo ha detto Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, a Napoli per la manifestazione organizzata nell'ambito dello sciopero generale dei metalmeccanici. «Se rispettano l'accordo - ha aggiunto Barbagallo - noi non abbiamo alcun problema, ma se non rispettano l'accordo faremo di tutto perché rimpiangano questa volontà».
«Dobbiamo mettere un punto fermo ai 156 tavoli di crisi al Mise portati avanti da un rinvio all'altro e bisogna che il Governo penalizzi le imprese che vengono a fare shopping nel nostro Paese per poi lasciare disoccupati». Lo ha detto il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, a Napoli per la manifestazione organizzata nell'ambito dello sciopero generale dei metalmeccanici. «È qualcosa che non si può permettere», ha aggiunto Barbagallo.
«La manifestazione di oggi è la migliore anticipazione possibile per la prossima di Reggio Calabria del 22 giugno». ha detto Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania, in piazza Matteotti. «Le ragioni del lavoro - aggiunge Sgambati - sono molto più forti di quelli che vogliono che in questo Paese ci siano solo declino e illegalità. sapremo contrastare questo destino non accettabile», conclude.
«Per Napoli e per il Mezzogiorno oggi è stata una giornata importante. La scelta di Napoli come una delle tre piazze dello sciopero generale dei metalmeccanici ha richiamato con forza l'attenzione su un Mezzogiorno che ha bisogno di lavoro». Lo dichiara il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella. «Il fiume di tute blu che ha attraversato il centro cittadino - aggiunge Schiavella - ha portato con sé le ragioni di una mobilitazione che parte dalla richiesta di rilanciare un pezzo fondamentale del Paese, colpito dalla crisi e dalla desertificazione industriale». Di questa battaglia, sottolinea, «sono il simbolo i lavoratori della Whirlpool che hanno aperto il corteo, protagonisti di una vertenza emblematica alla quale é legato il destino non solo di una singola azienda ma di una intera città, una vertenza sostenuta da tutte le forze sociali, istituzionali e politiche napoletane, una battaglia che dobbiamo vincere».
«Questo sciopero ha per noi un significato molto particolare, la nostra fabbrica è stata dichiarata dalla dirigenza non più strategica per il gruppo.