Sciopero taxi a Napoli, prime crepe tra gli autisti: «Ci scusiamo per i disagi ai turisti»

Sciopero taxi a Napoli, prime crepe tra gli autisti: «Ci scusiamo per i disagi ai turisti»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 7 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 12 Luglio, 10:40
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Blocco in tangenziale, flash mob in piazza Municipio. Ore di coda per i poveri turisti. Lo sciopero dei tassisti, che ieri hanno incrociato le braccia per il secondo giorno consecutivo, ha provocato ancora più caos e danni. File indiane di centinaia di metri sia in stazione, sia in aeroporto che al Beverello. A poco sono serviti i rinforzi messi in campo dal Comune già dal 5 luglio. Anzi: fermi i tram, corse solo dirette per le funicolari e trasporti non turistici depotenziati, per varie motivazioni, che solo in parte riguardano l'intensificazione degli Alibus messa in campo dal Comune per combattere lo sciopero dei tassisti. La via crucis del trasporto napoletano di queste ore, insomma, è un cane che si morde la coda. Dalla mezzanotte di oggi è tornato tutto in regola: taxi al lavoro come sempre. È però certa una nuova mobilitazione intorno al 20 luglio fanno sapere dall'Unione Nazionale Tassisti d'Italia partenopea se non saranno arrivate soluzioni all'impasse. Il fronte della protesta, però, inizia a vacillare. 

Il clima è rovente, in strada come all'interno degli abitacoli. Per la prima volta nel corso delle proteste contro l'ormai famoso articolo 10 del ddl Concorrenza, ieri i tassisti napoletani hanno occupato la tangenziale partenopea con lunghe code di auto a passo d'uomo. File di veicoli bianchi, in processione lenta verso Capodichino. «Stiamo andando all'aeroporto e abbiamo fatto una coda chilometrica - dice uno degli scioperanti, indicando le decine taxi che, poco dopo il casello di Corso Malta, stavano occupando la carreggiata centrale della tangenziale - La nostra arma migliore è il taxi: siamo tranquilli, sereni, e per ora non stiamo suonando nemmeno i clacson. Poi vedremo». Più o meno nelle stesse ore, alla stazione si registrano gli ormai noti grovigli di corpi e trolley: i soliti video e foto che ritraggono centinaia turisti abbandonati al sole di piazza Garibaldi. Scene simili a Capodichino. Poi il flash mob davanti a Palazzo San Giacomo, intorno alle 13. Circa 100 tassisti a manifestare contro «multinazionali e governo». «Siamo soddisfatti - commenta Raffaele Serpico di Unimpresa - per la massiccia adesione.

Sono garantiti i servizi essenziali come l'accompagnamento delle persone che devono spostarsi per le visite mediche o altro». Poco dopo al flash mob si sono aggiunti i colleghi che avevano occupato la tangenziale in direzione dell'aeroporto. In tutto, 250 autisti coinvolti. I manifestanti hanno ottenuto un incontro col sindaco Manfredi che, poco prima dell'incontro, era stato al telefono col viceministro delle Infrastrutture, Teresa Bellanova, per informarsi sulla questione, esprimendo l'auspicio per «la chiusura di un accordo che tuteli la categoria sempre nell'ottica del rispetto del servizio pubblico che i tassisti esercitano e degli utenti». 

Servizio pubblico più che in affanno. «La stazione di Palazzolo e Corso Vittorio Emanuele sono chiuse al pubblico. Si effettuano solo corse dirette - si leggeva ieri su un cartello affisso alla funicolare di Chiaia - Ci scusiamo per il disagio». Discorso analogo a Montesanto: «Dalle ore 14.50 solo corse dirette, ci scusiamo per il disagio». Stop anche alle linee 1 e 4 dei tram. «Il trasporto pubblico sottolinea Gennaro Capodanno del Comitato Valori Collinari tocca in questi giorni il punto più basso. Viaggiatori e turisti inferociti». Siamo alle solite: la coperta del personale è cortissima. «Gli otto Alibus in più predisposti dal Comune - spiega Adolfo Vallini dell'Usb - corrispondono a 16 turni macchina in meno nei turni ordinari. 16 bus in meno, dunque, sparsi sulle varie linee del trasporto su gomma cittadino. Al momento, l'azienda ha il 10% del personale in ferie. Parliamo di circa 50 autisti. Il trasporto napoletano sta vivendo ore davvero difficili».

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Il fronte della protesta dei tassisti napoletani, nelle ultime ore, si è spaccato. Alcuni di loro, «in 400 circa» delle 2360 licenze attive in città, avrebbero scaricato e starebbero lavorando con le app tanto contestate dai colleghi, accusate di «togliere valore alla categoria dei tassisti» e di «agevolare le multinazionali». Le voci delle divisioni arrivano dagli stessi manifestanti: «Il nemico ormai è in mezzo a noi», dicono. Le conferme di questa scissione sul tema delle app, però, arrivano presto anche da diverse sigle sindacali. «Sicuramente - dice Ciro Langella presidente Nazionale Unione Tassisti d'Italia - chi l'ha scaricata non lo viene a dire e non lo rende noto, per paura della rivalsa dei colleghi che si battono per l'interesse della categoria. Le app, al momento non sono regolamentate. Il sindaco ha preso atto del fatto che la protesta potrebbe danneggiare la città e l'indotto turistico. Abbiamo fatto le nostre scuse al primo cittadino per i disagi arrecati ai vacanzieri. Lui ci ha assicurato una mediazione». 

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