Sciopero trasporti a Napoli, sit-in a Porta Nolana: «Basta disservizi e mala gestione»

Sciopero trasporti a Napoli, sit-in a Porta Nolana: «Basta disservizi e mala gestione»
di Alessio Liberini
Venerdì 17 Giugno 2022, 16:44 - Ultimo agg. 20:17
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«Basta disservizi e mala gestione. Giù le mani da Luca, dai diritti degli utenti e dei lavoratori». È questo il testo dello striscione che questa mattina hanno portato in piazza, all’esterno della sede della Direzione Eav di Porta Nolana, i sindacalisti di Usb ed Orsa, a seguito dello sciopero di 4 ore proclamato dalle parti sociali per la giornata odierna. I dipendenti del tpl campano hanno incrociato le braccia ( dalle 9.00 alle 13.00) al fine di chiedere il «potenziamento delle corse e l'ampliamento dell'orario di apertura al pubblico della Circumvesuviana e delle linee flegree; la riapertura delle biglietterie nelle stazioni chiuse o impresenziate, anche con l'integrazione del personale ex Giraservice, come previsto dal protocollo d'intesa del 4 agosto 2021 presso la Regione Campania; il miglioramento reale e concreto della sicurezza all'interno di bus, treni e stazioni, ma anche delle condizioni operative del personale».  Ma anche e soprattutto per invocare «revoca immediata del licenziamento ritorsivo» attuato a Luca Giordano, lavoratore dell’azienda di trasporto pubblico regionale Eav, società in holding con Palazzo Santa Lucia, nonché sindacalista Faisa Cisal.

Così, intorno alle 10 di stamane, un drappello di manifestanti, composto da dipendenti, sindacalisti, ma anche semplici utenti, ha deciso di far sentire la propria voce, di protesta, all’esterno dello stazionamento della Circumvesuviana di Porta Nolana: ovvero la primissima fermata della “ferrovia peggiore d’Italia”. Premio attribuito alla tratta su ferro vesuviana a seguito degli annuali report stilati da Legambiente.

“Oggi stiamo scioperando – spiega Marco Sansone del Coordinamento Regionale USB Lavoro Privato – per denunciare le pessime condizioni in cui versa il trasporto pubblico locale, legato specialmente a quello dell’Eav: ovvero il peggior servizio d’Italia. Ma, nonostante questo, riscontriamo un’arroganza da parte dell’amministrazione che si permetta anche il “lusso” di licenziare un sindacalista mentre difendeva una lavoratrice madre per il suo diritto all’allattamento.

Ovviamente pretendiamo che questa questione rientri quanto prima». 

Tanti i messaggi di solidarietà, apparsi su manifesti e striscioni, per il dipendete licenziato che i dimostranti hanno portato con sé al presidio al grido di “Uniti si vince” e “Licenziateci tutti”.

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Sembra, difatti, una vicenda paradossale, quella che ha portato lo scorso maggio all’esonero del lavoratore e sindacalista Luca Giordano. Classe 1960 all’età, non più tenera, di 62 anni si è ritrovato senza lavoro dopo 35 anni di attività in Eav. Scoprendo, secondo quanto riferito dai sindacati, del suo licenziamento «tramite un post facebook redatto dal presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio», per poi ricevere la missiva a casa solo nei giorni seguenti, a notizia già diffusa via social. Al momento, l’ex dipendete pare abbia attivato un «provvedimento stragiudiziale, impugnando il licenziamento, ed a breve partirà un processo» spiegano ancora le parti sociali in sit- in. 

«Tutto e partito – ricorda oggi Giordano – quando una collega aveva chiesto, da più di un mese, l’allattamento a rischio, dal momento che aveva avuto una gravidanza difficile, ma non gli era stata concessa, almeno nell’immediato, questa possibilità prevista dalla legge». Una questione che Giordano aveva preso a cuore tanto da arrivare a chiedere «un incontro con il dirigente preposto delle risorse umane per sveltire la pratica».  Ma poi le cose «sono andate in modo diverso ed alla nostra richiesta è scaturito un diverbio, molto accanito, dove io ho risposto con lo stesso tono, senza però arrivare alle minacce o ad un’aggressione che non c’è stata». Quest’ultima sembrerebbe, secondo i sindacati, la vera ragione del licenziamento partorito dall’Eav.

Esonero a cui le parti sociali hanno strizzato, in negativo, l’occhio fin dal primo momento. «Un delegato sindacale – chiarisce Adolfo Vallini, dirigente dell'Unione sindacale di base – non può assolutamente essere licenziato se non c’è l’avallo della propria organizzazione sindacale».

A termine della giornata di mobilitazione, secondo i dati diramati dall’Ente Autonomo Volturno, sono stati solamente 47 i lavoratori - sui circa 2.000 impegnati nei servizi dell'azienda di trasporto pubblico regionale - ad incrociare le braccia. Ma, nonostante una percentuale di aderenti che non è arrivata neanche al 3% del personale del tpl, non sono mancati i disagi sulle linee ferroviarie interessate: quella vesuviana e la flegrea.

«Purtroppo – spiegano, in una nota, della società di tpl - la bassissima adesione allo sciopero non ha scongiurato il blocco delle linee flegree e vesuviane, perché chi fa sciopero non è la maggioranza dei lavoratori bensì qualche sporadica figura chiave per il sistema di circolazione che, per le norme sulla sicurezza, determinano la necessità di chiudere il servizio».

Un disagio che però gli utenti delle linee Eav conoscono fin troppo bene e lo patiscono quasi quotidianamente, anche quando non ci sono scioperi programmati dai sindacati.

«Denunciamo, ancora una volta, i disservizi di questa azienda – spiega Enzo Ciniglio, portavoce dei pendolari della Circumvesuviana, anche lui presente al sit-in – Abbiamo un orario di servizio che non permette di arrivare a Napoli la mattina prima delle 7 e 15/30, stesso discorso vale anche per le corse serali. Questo significa isolare la provincia dalla città». «Denunciamo da anni – prosegue Ciniglio – ma non si fa un passo avanti. Così come, e questo è un paradosso, quest’azienda da anni aumenta il costo dei tagliandi ma allo stesso tempo contrae il servizio».

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