Avrebbero intascato mazzette per rilasciare permessi a costruire e soprattutto avrebbero concesso un appalto per la pulizia delle strade cittadine in cambio di un incontro hot avvenuto proprio negli uffici comunali. Nelle maglie di un'inchiesta che la Procura di Nola ha affidato ai carabinieri della stazione di San Vitaliano è finito l'ufficio tecnico del Comune di Scisciano dove, nel periodo che va dal mese di settembre 2020 fino al marzo 2021, si sarebbero consumati i reati che ieri hanno fatto scattare 13 misure cautelari nei confronti di tecnici e professionisti, uno dei quali attualmente ricopre anche il ruolo di consigliere comunale, accusati a vario titolo di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso in atto pubblico. A inchiodare gli indagati alle proprie responsabilità, oltre alle ricostruzioni effettuate dai militari dell'Arma sarebbero state anche una serie di immagini e di sequenze video catturate attraverso l'attività tecnica predisposta dagli investigatori.
Gli addebiti più gravi sono a carico di due funzionari comunali per i quali sono scattati gli arresti domiciliari.
Oltre ai soldi, secondo quanto appurato, il vantaggio sarebbe anche consistito nell'ottenimento di incarichi di natura tecnica affidati a professionisti compiacenti, proprio per le opere edili incriminate. Una cricca, insomma, composta da ingegneri, geometri ed architetti, che si sarebbe riunita proprio all'interno degli uffici comunali per organizzarsi. Capitolo a parte la vicenda dell'incontro a luci rosse avvenuto sempre in municipio tra la titolare di una ditta che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti e il responsabile dell'ufficio tecnico. L'imprenditrice avrebbe conseguito l'appalto per la pulizia delle strade cittadine in cambio di una prestazione sessuale avvenuta proprio nell'ufficio pubblico, dopo l'orario di chiusura al pubblico degli uffici. Sulle vicende dice la sua il sindaco del piccolo Comune del Nolano, Edoardo Serpico: «Abbiamo massima fiducia nell'operato della giustizia e siamo pronti a costituirci parte civile in un eventuale processo per tutelare l'immagine del nostro Comune e la reputazione dei tanti impiegati che lavorano onestamente». Nel mirino degli investigatori anche la posizione del consigliere comunale che in qualità di tecnico incaricato di seguire le pratiche relative a un'opera di proprietà di suo padre avrebbe forzato la mano per ottenere permessi non dovuti.