Stamperia e 200mila etichette false
dei più famosi brand di moda

Stamperia e 200mila etichette false dei più famosi brand di moda
di Ebe Pierini
Mercoledì 17 Luglio 2019, 19:47
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Una vera e propria stamperia di etichette contraffatte è stata scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Bologna a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli. L’attività che si svolgeva con l’ausilio di stampanti e plotter professionali era gestita da un senegalese con regolare permesso di soggiorno. All’interno le Fiamme Gialle hanno trovato ben 200.000 etichette dei più famosi brand di moda destinate ad essere applicate ad altrettanti capi contraffatti. L’individuazione della stamperia è avvenuta nell’ambito dell’attività investigativa condotta dal Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, guidato dal colonnello Luca Torzani, con il coordinamento dei sostituti procuratori Stefano Orsi e Augusto Borghini, finalizzata a contrastare la proliferazione del mercato del falso nel settore economico della moda. Sono stati individuati 3 siti di produzione ed 1 tipografia e sono stati sequestrati oltre mezzo milione tra capi di abbigliamento, accessori, etichette, minuteria metallica e macchinari come plotter tipografici e macchine da cucire professionali.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno quindi dato esecuzione, nelle province di Bologna, Parma, Ferrara, Verona, Brescia, Bergamo, Torino, Macerata, Napoli e Nuoro, ad un provvedimento di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna nei confronti di 26 soggetti italiani, senegalesi e marocchini, facenti parte di una ramificata organizzazione criminale dedita all’importazione, produzione e commercializzazione di capi d’abbigliamento ed accessori di moda contraffatti. L’operazione ha visto l’impiego di oltre 150 finanzieri. Le indagini, condotte anche tramite intercettazioni telefoniche e telematiche, supportate da servizi di pedinamento, osservazione e controllo, hanno preso le mosse dal monitoraggio di alcuni soggetti operanti nelle province di Bologna, Ferrara, Macerata, Brescia e Nuoro che proponevano via internet la vendita di capi di abbigliamento e accessori dei più famosi brand di moda come Chanel, Louis Vuitton, Balenciaga, Lacoste, Ralph Lauren, Gucci, Fred Perry, Moncler. Nello specifico, attraverso la sezione Marketplace di Facebook e diversi siti web di annunci di compravendita, commercializzavano sia all’ingrosso che al dettaglio, merce contraffatta su tutto il territorio nazionale.

Sui social network venivano creati appositi gruppi all’interno dei quali veniva pubblicizzata la merce esplicitamente indicata come non originale. I potenziali acquirenti contattavano gli amministratori del gruppo e, dopo aver ricevuto specifiche indicazioni da questi ultimi, effettuavano gli ordini dei prodotti che venivano spediti dai venditori subito dopo l’avvenuto pagamento effettuato tramite Paypal, versamento su PostePay o bonifico bancario. Le attività investigative hanno poi permesso di accertare come i venditori on line si approvvigionassero dei capi contraffatti o importandoli direttamente dalla Turchia e dalla Cina oppure rivolgendosi ad una ben organizzata e specializzata rete di produzione, costituita da cittadini italiani e senegalesi con varie ramificazioni sul territorio nazionale, che provvedeva ad acquistare capi neutri, privi di marchio, che poi venivano assemblati e rifiniti all’interno di laboratori clandestini nelle province di Bologna e Brescia, attraverso l’apposizione di minuteria metallica e loghi dei vari brands che venivano prodotti in provincia di Brescia e Napoli. Proprio a San Giuseppe Vesuviano, appunto, venivano stampate le etichette.
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