Scuola in Campania, quando inizia: i presidi lanciano l'allarme, rientro nel caos

Scuola in Campania, quando inizia: i presidi lanciano l'allarme, rientro nel caos
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 25 Agosto 2021, 23:59 - Ultimo agg. 26 Agosto, 21:36
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La macchina della scuola è pronta a ripartire. L’entusiasmo c’è - soprattutto tra i ragazzi pronti ad accogliere di buon grado ogni misura restrittiva (dalle mascherine al distanziamento) pur di rivedere i compagni e far lezione finalmente in un’aula. E però - come era facile immaginare - incertezze, difficoltà e confusione non mancano. Il controllo dei green pass, gli orari di ingresso, i metri di distanza da risapettare, i banchi da riposizionare - sono solo alcuni dei nodi da sciogliere che preoccupano non poco i dirigenti scolastici.

Ida Francioni, 36° Circolo didattico Vanvitelli, in via Luca Giordano, riproporrà in buona sostanza l’assetto dello scorso anno: «In realtà non è cambiato molto rispetto all’ultime lezioni in presenza - commenta - è chiaro che i miei alunni sono i più fragili visto che sotto i 12 anni non è possibile vaccinarli. Ciò significa che l’attenzione dovrà essere massima». Per fortuna la “Vanvitelli” di spazio ne ha da vendere: le aule sono ampie, di finestre ce ne sono parecchie e il ricambio d’aria è garantito.

Nessuna difficoltà, dunque, anche per la sistemazione di banchi e sedie nel rispetto delle distanze di sicurezza: «Da questo punto di vista non abbiamo alcuna difficoltà - aggiunge la preside Francioni - la questione è un’altra: convincere i bambini, vivaci come è giusto che sia, a star fermi là dove li posizioniamo». Praticamente impossibile, e - sorride il dirigente - «guai se non fosse così, non sarebbero più bambini». Il punto è solo quello di garantire una buona assistenza: «E invece quando eravamo tutti a casa, in servizio c’erano 31 bidelli, adesso solo 19. La verità è che bisognava concentrare maggiori risorse sui bambini che sono i meno protetti». 

Poi il controllo Green pass. Giovanna Martano, capo d’istituto del tecnico Augusto Righi - novecento studenti per 38 classi - ha qualche perplessità: «Spero in nuove indicazioni, ma se tutto dovesse rimanere così si sfiora il ridicolo. Perché dovremo controllare ogni giorno i pass dei docenti che sono sempre gli stessi? Non è mica un ristorante dove gli avventori cambiano continuamente». Pensiero, quello della Martano, condiviso da buona parte dei suoi colleghi: «Siamo tutti sulla stessa barca - aggiunge la preside del Righi - per fortuna il resto è ok: dalle operazioni di sanificazione agli spazi da condividere, mi sento tranquilla. Anzi, sul fronte “bonifiche” disponiamo di attrezzature all’avanguardia». 

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Tutto pronto anche al Convitto nazionale, la preside Silvana Dovere è ai nastri di partenza: «Il gran numero di studenti impone una organizzazione capillare. A cominciare dagli ingressi che saranno diversi, per chi entra e chi esce, in base agli orari: il pomeriggio l’accesso sarà da via San Sebastiano, la mattina invece da piazza Dante». Poi la refezione: «Abbiamo 850 ragazzi che mangiano in sede, ovviamente in momenti diversi. In alcuni casi - sempre nel rispetto delle norme igieniche - pranzeranno nelle loro aule pulite e sanificate». Dal Convitto allo scientifico Mercalli: «Mi atterrò scrupolosamente a quanto previsto dalla normativa. - dice la preside Luisa Peluso - La situazione non può prestarsi a interpretazioni personali e ogni azione dovrà essere improntata al massimo rispetto della tutela collettiva».

No alle classi pollaio è lo slogan di Emma Armentano, preside dell’istituto Pontano: «Con Pasquale Antonio Serra, presidente del Cda e con la direttrice generale Veronica Petito, abbiamo già sistemato i banchi nel modo giusto: le distanze saranno rispettate. Ce la metteremo tutta per evitare la didattica a distanza. I ragazzi hanno già sofferto troppo, ora basta così: noi partiamo il 13 e speriamo di non fermarci più». Lo stesso obiettivo di Aurora Alfano, preside dell’istituto comprensivo 71esimo Aganoor Marconi, che se da un lato si dichiara molto soddisfatta per essere riuscita a «evitare lo sdoppiamento delle classi», dall’altro si rammarica per i troppi controlli ai quali faticherà a stare dietro: «Ho cinque plessi per 150 docenti, provate a controllare i Green pass tutti i giorni. Chi lo fa? E quanto tempo ci vorrà? Possiamo anche provarci ma poi qualcuno dovrà occuparsi di far lezione al posto dei prof».  

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