Scuola, festa di fine anno non virtuale con striscioni e girotondi: ridateci i maestri

Scuola, festa di fine anno non virtuale con striscioni e girotondi: ridateci i maestri
di Mariagiovanna Capone
Domenica 7 Giugno 2020, 09:00
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Lo avevano promesso ai figli, ma anche alle loro maestre. E così ieri in tanti sono scesi in piazza con mascherina e mantenendo le distanze per salutarsi davanti scuola, come se questa fine dell'anno fosse uguale a tutti gli altri. Gli alunni delle istituti comprensivi Flavio Gioia di Materdei, Costantinopoli di via Foria e Madonna Assunta di Bagnoli si sono rivisti dopo mesi in cui i loro volti erano gelidi pixel sui monitor del computer e degli smartphone. Accompagnati dalle famiglie che aderiscono alla «Rete scuola e bambini nell'emergenza Covid-19» hanno voluto mostrare tutto il loro disappunto per un arrivederci online che ha reso ancor più triste e amaro quest'anno scolastico. L'iniziativa promossa dalla Rete proseguirà anche nei prossimi giorni, promettono gli organizzatori, che hanno inviato una lettera alle istituzioni regionali, comunali e Ufficio scolastico regionale cui chiedevano «un incontro urgente per poter svolgere una giornata finale in presenza, nel rispetto di tutte le cautele necessarie, in un parco o in una piazza della città». Per ora soltanto l'assessore comunale Annamaria Palmieri ha fatto sentire la sua voce.

Gli striscioni appesi ai cancelli raccontano di desideri ma anche di diritti di questi alunni. «Non vogliamo solo nozioni, anche emozioni: vogliamo tornare a scuola» esclama quello che hanno appeso davanti all'Ic di Bagnoli mentre in via Foria hanno inscenato un girotondo e si fanno la promessa «ci rivedremo tutti a scuola». Meno wi-fi più insegnanti, un altro cartello disegnato con il pennarello, per sottolineare anche la problematica dei precari e ella mancanza di personale. Poi coi gessetti colorati disegnano cuori e banchi sul marmo all'ingresso perché «la scuola è bella, e noi ci vogliamo tornare». Quelli nei pressi del Flavio Gioia sono più timorosi dopo mesi di lockdown e ci mettono un po' per lasciarsi andare a gesti più affettuosi, perché quasi non ci credono di rivedere la loro classe.
 


«Vogliamo chiudere quest'anno con una promessa: non accetteremo a settembre la didattica a distanza come soluzione, non accetteremo di non essere ascoltati, faremo attenzione e ci prenderemo cura di noi stessi e degli altri, e lo faremo insieme e in libertà» spiega Roberta Moscarelli, una delle voci della Rete di genitori e docenti che si oppone a una Dad anche nella fase 3. «Inutile dire continua - che per noi è inaccettabile, oltre che inapplicabile e inefficace anche sul piano della tutela della salute, la soluzione del plexiglass tra i banchi proposta dal Ministero dell'Istruzione».

Le loro soluzioni sono prima di tutto «spazi alternativi, luoghi del sapere e della cultura come musei, associazioni, aule magne, parchi. La scuola è in presenza. Non accettiamo nessun distanziamento nella relazione educativa: pensiamo, senza mezzi termini, che la didattica a distanza non sia scuola. Vogliamo tornare alla scuola in presenza, l'unica scuola possibile». Ma il ritorno non è «a ogni costo» spiegano gli organizzatori. ATA

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