Emergenza scuola, il ministro Bianchi al “Marie Curie” di Ponticelli: «Pnrr per una riforma specifica»

Emergenza scuola, il ministro Bianchi al “Marie Curie” di Ponticelli: «Pnrr per una riforma specifica»
di Alessio Liberini
Lunedì 27 Giugno 2022, 18:06 - Ultimo agg. 20:21
6 Minuti di Lettura

Se gli istituti scolastici riapriranno le aule agli studenti solo a settembre il lavoro di docenti, dirigenti e operatori del mondo della scuola prosegue anche durante il periodo estivo. Si fa rovente, e non solo per il picco delle temperature, il fronte dell’emergenza scolastica a Napoli ed in Campania. Una tematica, quella della pubblica istruzione, che resta nel vivo del dibattito pubblico a seguito della diffusione dei Patti Educativi Territoriali e degli stanziamenti previsti dal PNRR.

Combattere la dispersione scolastica e le disuguaglianze educative attraverso maggiori investimenti ed un piano per incrementare il personale scolastico. È questo il focus, messo stamane sotto la lente di ingrandimento, che hanno portato i sindacalisti di Flc Cgil, in collaborazione con Proteo Fare Sapere, a promuovere un momento di discussione e approfondimento sul ruolo centrale e costituzionale della scuola pubblica italiana.  Per farlo hanno scelto un luogo nevralgico, in tal senso, della città: la periferia orientale. Un’area di Napoli dove all’aumento della dispersione scolastica - qui tra le più alte e significative dell’intero comune partenopeo – spesso e volentieri corrisponde, parallelamente, un incremento dell’attività criminale che storicamente logora i quartieri della sesta municipalità.

Sono queste le premesse con cui nella giornata di oggi all’Istituto Tecnico Industriale Marie Curie di Ponticelli è andata in scena l’iniziativa dal titolo emblematico: «Una scuola che si prende cura del futuro». Alla tavola rotonda, moderata dalla giornalista de “Il Mattino” Mariagiovanna Capone, hanno preso parte: il segretario generale Flc Cgil Napoli e Campania, Ottavio De Luca, che ha introdotto l’incontro, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, collegato da remoto, il segretario generale Flc Cgil Francesco Sinopoli, il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, Cinzia Bottone, docente di scuola secondaria, Roberto Serpieri, ordinario dell’Università “Federico II” di Napoli e Monica Fontana dell’ufficio di presidenza di Proteo Fare Sapere.

Quest’ultimi hanno portato le proprie testimonianze, quotidiane, di chi opera in contesti scolastici che si delineano come vere e proprie terre di frontiera.

«Siamo in un momento di trasformazione - ha spiegato, in video collegamento da Roma, il ministro Bianchi ai presenti in sala - dei territori, della società, del lavoro e della scuola come asse portante della trasformazione che dia stabilità al sistema. È importante la riflessione e la stiamo facendo non solo su futuro a breve, che capisco che sia importante e su cui daremo risposta. Bisogna però pensare anche a passaggi di cicli lunghi: per il Pnrr vediamo che sulla scuola tecnica e professionale è stata data la massima attenzione, pensando anche che con le risorse che abbiamo si può dare di più per i laboratori, che siano però aperti non solo ai ragazzi della scuola».

A chiedere le dovute risposte al ministro, oltre all’intero mondo dell’istruzione, sono anche le parti sociali che da tempo denunciano una «mancanza di dialogo col governo». 

«È uscito il decreto che distribuisce le risorse per intervenire sulla dispersione e abbandono ma non è stato oggetto di alcun confronto» racconta, amareggiato, Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, a margine del convegno. «Ma al di là del confronto – precisa Sinopoli - è evidente qual è il problema di merito e allora o si torna ad investire sulla scuola pubblica o questo paese non ha futuro. Lo abbiamo detto il 30 maggio con lo sciopero che era sicuramente per avversare il decreto con il nuovo sistema di reclutamento e questa nuova composizione che si propone per gli insegnanti. Ma lo ribadiremo in vista della legge di bilancio, perché' è lì che si decidono le politiche di un Paese. Si sta sbagliando, questo governo sta sbagliando, è tornato a risparmiare sull'istruzione, lo aveva fatto notare anche il nostro ultimo premio Nobel».

«Non basta il Pnrr – denuncia il segretario generale della Flc Cgil - ma serve il bilancio dello stato che si sta ritirando dalla scuola e mi sembra anche da altri capitoli fondamentali come la sanità. Questo è quello che leggiamo e non dobbiamo essere esperti di politiche pubbliche o sindacalisti di settore, basta leggere i giornali». 

«In questo settore - ha spiegato, invece, il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - ci sono bandi di progettazione, in molti casi prorogati più volte, ai quali hanno aderito almeno la metà dei Comuni della Campania. Quindi bisogna puntare non solo alla creazione di nuovi istituti scolastici che ovviamente è un obiettivo importante, ma anche all'assunzione in Campania di almeno 4mila nuovi addetti, stabilizzando prima i precari».

Video

Nel corso dell’incontro, inoltre, non sono mancati momenti di discussione in merito ai fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

«In queste ore ci sono un po' di polemiche per il riparto delle risorse del Pnrr» racconta l'assessora all'Istruzione della Regione Campania, Lucia Fortini. «Molti - chiarisce l’assessora di Palazzo Santa Lucia - gli istituti finanziati, alcuni usciti fuori dal riparto e non si capisce il motivo. Per questo tutti gli assessori regionali hanno chiesto un incontro urgente al ministro perché vogliamo capire quali sono stati i criteri di questo riparto».

«Il Pnrr va guardato pensando a una riforma specifica su scuole tecniche e professionali, che faremo entro fine dell'anno» ha replicato alla sala il titolare del dicastero dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, precisando che - i maggiori problemi oggi sono che in molte aree marginali del Paese non abbiamo la capacità di aprire le prime scuole, parlo delle montagne o delle aree interne lontane dalle citta». Parole che a sua volta hanno generato un malumore palpabile in sala, dove non sono mancate le polemiche palesate dai docenti e dal personale Ata: «Non ho parlato delle isole di Venezia per dare un giudizio che ignora Napoli» ha replicato Bianchi.

Lo stesso ministro, nel corso dell’iniziativa, ha parlato anche del “Patto”, siglato tra l’esecutivo ed il Comune di Napoli. «Il patto ha geometrie variabili che cambiano di territorio in territorio. Con il Patto per Napoli abbiamo dato un terzo dei fondi contro la dispersione perché le scuole possano lavorare per i territori» ha detto Bianchi, evidenziando che «su base territoriale bisogna coordinare al meglio i fondi del Pnrr e i fondi delle Regioni, serve un'autonomia scolastica che va collegata con l'autonomia e la programmazione territoriale. Serve un elemento di coordinamento sulle strutture e su cosa generare nelle strutture». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA