Scuole a pezzi, la rivolta dei presidi di Napoli: «Impossibile garantire sicurezza»

Scuole a pezzi, la rivolta dei presidi di Napoli: «Impossibile garantire sicurezza»
Venerdì 22 Novembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 14:07
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Scuole belle, scuole nuove, scuole sicure sono solo un ricordo del passato. Strutture fatiscenti, poco personale, corsi per addestrare alla sicurezza - primo soccorso, evacuazione e tutto il resto insostenibili vista l'esiguità - delle risorse destinate alla scuola. Sono i dirigenti scolastici della Campania a lanciare il grido d'allarme. L'occasione è un convegno proprio sulla sicurezza organizzato dall'assessore all'Istruzione della Regione Lucia Fortini e dalla direzione scolastica regionale. Accanto a loro il viceministro all'Istruzione Anna Ascani. La tematica è rovente. Sul banco degli imputati il decreto 81 che assegna tutte le responsabilità della sicurezza ai dirigenti scolastici anche quando la struttura è fatiscente da sempre e non per colpa loro. I danni di questi giorni sono evidenti in tutta la Regione. Le ripetute bombe d'acqua hanno messo in ginocchio molti istituti scolastici e alla fine se succede qualcosa chi ne risponde? I presidi. Loro non ci stanno più a rimanere - come dicono - con il cerino in mano.
 

 

Una situazione difficile. I numeri non sono marginali li snocciola il direttore scolastico regionale Luisa Franzese: 5mila plessi, 333 solo a Napoli, mille autonomie. Un patrimonio che necessita interventi urgenti per la sicurezza della rete scolastica. I sessantasei milioni messi in campo per i solai, non solo in Campania ovviamente, certo non bastano. Occorre qualcosa di più. Il di più lo spiega l'assessore Fortini: «Per l'edilizia avremmo bisogno di 4 miliardi ci danno solo 160 milioni, occorre un vero e proprio piano Marshall per l'edilizia scolastica». Sono due le richieste che giungono dalla platea composta da 250 dirigenti: rivedere le responsabilità assegnate ai dirigenti scolastici dal decreto 81 e più risorse per l'edilizia scolastica.

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Adele Barile è la prima dirigente iscritta a parlare (si segue rigorosamente l'ordine alfabetico). È la preside del Cuoco Campanella. «Viviamo la sicurezza come una vera e propria paranoia, lo spettro dellì'infortunio ci perseguita costantemente e questo pesa anche sulla crescita dei ragazzi». Divieti, divieti e solo divieti. Non si riesce più a vivere la situazione in maniera tranquilla. Per non parlare poi dei costi per addestrare il personale, con le poche risorse che abbiamo è una scommessa». Stefania Torricelli guida il Filippo Palizzi di Casoria. Ironizza: «Quando sono arrivata a scuola mi hanno regalato un corno portafortuna mi sono sempre chiesta il motivo. Beh ora un motivo ce l'ho, ogni sera vado a dormire dicendo menomale che non è successo nulla. Gli enti locali se la devono piantare di distogliere i fondi per la manutenzione delle scuole per rattoppare le voragini che si aprono sulle strade, è inaccettabile».
 

Ascani ascolta attentamente. Non c'è rabbia da parte dei dirigenti, semmai un pizzico di delusione per le sempre maggiori difficoltà a gestire le scuole che siano istituti superiori o altro. Il viceministro chiarisce subito che è contraria alle passerelle. Per questo ha scelto di ascoltare i dirigenti. «Se avete un corno di riserva anche per me lo accetto volentieri ironizza», ma poi entra nel vivo. Primo la responsabilità dei dirigenti: «Il decreto legge 81 verrà rivisto».
I tempi sono incerti ma è una promessa. Secondo: i fondi. «Di risorse accantonate e non spese per l'edilizia scolastica ne ho trovate molte, certo non i 40 miliardi che servono ma se ad ogni Manovra vengono aggiunti ogni anno 2-3 miliardi è un passo in avanti, ma ci vuole tempo perchè le risorse diventino mattoni. Per questo è necessario trovare un modo per far camminare gli appalti più velocemente». L'osservatorio e la task force per l'edilizia scolastica stato riattivato. E già questo è un passo in avanti. Il resto arriverà.

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