Scuole aperte in Campania, triplicati i contagi tra gli alunni: De Luca contro Bianchi

Scuole aperte in Campania, triplicati i contagi tra gli alunni: De Luca contro Bianchi
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 19 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:37
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Inutile girarci attorno: lo scontro con la scuola, tra la palazzo Santa Lucia e il governo, non si placa. Naturale dopo la bocciatura, giusto una settimana fa, dell'ordinanza di De Luca che stoppava le lezioni in presenza. E ieri il governatore fa inoltrare i numeri relativi al contagio tra i ragazzi, sottolineando, con perfidia, che sono indirizzati per il ministro della Salute e il collega all'Istruzione («per sua opportuna conoscenza», sottolinea verso il secondo). Con il ministro Patrizio Bianchi che non entra in polemica diretta e proprio oggi alla Camera illustrerà dati e cifre del contagio nel mondo della scuola. Sempre nella direzione già benedetta da Draghi e che ha spinto l'esecutivo a ricorrere al Tar vincendo contro la Campania: non mettere la scuola in Dad. E, soprattutto lasciare all'esecutivo la scelta esclusiva mettendo la materia al riparo delle regioni che possono bloccare la presenza solo in zona rossa.

«I dati rilevati dalle nostre aziende sanitarie sui positivi registrati in età scolastica nella settimana 11-17 gennaio 2022 ammontano a 25.745.

Con le seguenti fasce di età: 0-5 anni 7.442 contagi; 6-10: 10.881; 11-13: 7.422», sono le cifre, nude e crude, che vengono della Regione. Sicuramente i contagi sono aumentati tra la popolazione scolastica: sono più che triplicati se si mette a confronto il periodo che va dal 23 dicembre al 9 gennaio. E così in qui 18 giorni in cui le scuole sono state chiuse per le festività natalizie si registrano, preso un giorno medio, 1082 contagi nella fascia d'età 0-13 anni. Escluso il 10 gennaio (unico giorno di chiusura per decisione della Regione), nel periodo dall'11 al 17, sempre nel giorno medio, si registrano, ben 3678 contagi. È un aumento del 339 per cento. 

È un'impennata del Covid con le scuole aperte anche se le percentuali degli studenti contagiati è assolutamente nella media della popolazione campana colpita dal virus. I 25mila e più studenti che cita De Luca sono appena il 4,78 del totale della popolazione studentesca che è oltre mezzo milione (509.132, per la precisione). Più o meno in media con la percentuale di contagio di ieri che ha contagiato il 4,4 per cento dei campani. Guardando le fasce, poi, è stato colpito il 4,09 degli alunni che frequentano l'infanzia e il 4,43 di chi va alle elementari. Percentuale più alta, invece, si registra per gli studenti delle scuole medie inferiori (10-13 anni): o il 6,60 per cento degli allievi di quella fascia d'età. Picco più alto di contagio che può essere spiegato anche con la frequentazione di sport nel pomeriggio o, in generale, di uscite e assembramenti tra ragazzi. 

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«Noi stiamo tenendo sotto controllo la situazione e i ragazzi sono molto più controllati a scuola che fuori e l'ampliamento dei casi lo abbiamo avuto quando la scuola era chiusa. La scuola è un presidio di sicurezza», ribadisce intanto ieri il ministro all'Istruzione Bianchi da Firenze. Poi, ai presidi che parlano del 50 per cento di classi in Italia in Dad, risponde: «Ancora una volta dati sulla Dad: noi li stiamo elaborando, li daremo quanto prima e saranno quelli ufficiali. Grandissimo rispetto per tutti coloro che fanno delle stime, ma i dati li diamo noi». Non è uno scontro diretto con De Luca, perché quello si apre in Campania. Con le associazioni No dad, che pure hanno vinto un ricorso contro la Regione, e il centrodestra. «De Luca lascia intendere che i contagi possano essere avvenuti nelle aule ma è statisticamente improbabile poiché non si tiene conto del fatto che il virus ha un tempo di incubazione di almeno 3 o 4 giorni. E le scuole sono state riaperte solo l'11 gennaio», fa notare l'associazione Scuole aperte Campania. «Il contagio ed il numero dei positivi dipendono da altro, non dalla scuola in presenza. Serve - attacca Stefano Caldoro, capo dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania - fare attenzione, prevenire ma la soluzione non era e non è la chiusura che vuole De Luca». 

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