La Campania verso il rientro in aula ma solo gli alunni degli asili e di prima

La Campania verso il rientro in aula ma solo gli alunni degli asili e di prima
di Mariagiovanna Capone
Domenica 6 Dicembre 2020, 23:33 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 19:42
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L’ordinanza arriverà oggi pomeriggio. Tuttavia qualche anticipazione dopo la riunione della task force regionale di ieri è riuscita a trapelare: mercoledì non si apriranno altre classi. Fino all’interruzione per le festività natalizie si proseguirà soltanto con scuola dell’infanzia e la prima classe della primaria, mentre per tutte le altre se ne parlerà il 7 gennaio, anche se si profila per la Campania una riapertura flessibile, per non ingolfare né il sistema dei trasporti né le Asl, nel caso di un picco di contagi in ambito scolastico. Nei giorni scorsi a Palazzo Santa Lucia si è discusso di una riapertura di tutte o alcune classi della primaria, una proposta che ha visto il presidente De Luca favorevole ma solo dopo una consultazione con la task force. E infatti ieri, nel corso dell’incontro è arrivato il no deciso delle Asl, che numeri alla mano hanno espresso molte perplessità.  

I direttori delle Asl sono stati quindi l’ago della bilancia che dovrebbe portare quasi sicuramente alla non apertura di altre classi. Le loro convinzioni sono molteplici. C’è il timore che, nel caso aumentino i contagi, la campagna vaccinale contro il Covid possa essere messa a rischio e vanificare sforzi e sacrifici messi in campo per tutelare maggiormente la salute degli studenti. È stata fatta poi una valutazione di tipo tecnica: gli alunni della scuola primaria in Campania sono 245mila (si arriva a 288mila se consideriamo anche le scuole paritarie), ma tenuto conto che gran parte dei sindaci della Regione ha emesso ordinanze di chiusura fino a gennaio, coloro che potrebbero effettivamente entrare in classe sono circa 100mila. Di questi però, entrerebbero meno della metà per scelta delle famiglie, ancora spaventate dal virus. Il numero esiguo di alunni sommato alle due settimane di scuola fattibili fino all’interruzione per le festività, è stato quell’elemento in più che ha fatto optare per il no.

Pochi giorni di scuola per pochi alunni, ma rischi troppo alti, essendo la scuola una delle cause di maggiori contagi, come hanno sottolineato in riunione.  

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Oggi alle 16 l’Unità di crisi regionale si incontrerà per rivalutare i dati aggiornati a questi due giorni da Zona Arancione, dai contagi ai tamponi eseguiti, integrandoli con le valutazioni delle Asl e consegnerà il rapporto al presidente Vincenzo De Luca che farà le sue valutazioni e firmerà l’ordinanza, che orientativamente dovrebbe essere pubblicata dopo le 19. Una decisione che farà arrabbiare ancora il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ieri, ospite a «L’Aria di domenica» su La7, intervistata da Myrta Merlino ha ricordato con sdegno che «La scuola in Campania dovrebbe essere aperta, secondo le direttive del governo. I bambini della Campania hanno fatto solo 15 giorni di scuola a ottobre» sottolineando poi l’incomunicabilità tra lei e il governatore: «Io parlo con tutti gli amministratori locali, con il presidente De Luca non ci sono riuscita a parlare, c’ho provato ma non ci sono riuscita. Penso che in questo momento c’è la necessità della massima collaborazione istituzionale».  

È stata anche l’occasione per ricordare che «dal 7 gennaio si tornerà in presenza, con le superiori al 75 per cento». Tuttavia la Campania anche in questo caso potrebbe non aderire alle decisioni espresse nell’ultimo Dpcm e optare per un rientro scaglionato e graduale, per non far collassare il fragile sistema dei traporti pubblici, in particolare di Napoli e della sua provincia. L’ipotesi che trapela è di un rientro il 7 gennaio per tutte le classi della primaria, la settimana successiva toccherebbe la secondaria di primo grado, mentre per la secondaria di secondo grado si aprirà in presenza al 25 per cento con priorità agli Istituti tecnici, per il numero elevato di didattica in laboratorio, per poi aumentare con gradualità in funzione dei possibili contagi. Un tema fondamentale rimarcato dal ministro Azzolina per il ritorno in classe in sicurezza è stato poi quello dei «test rapidi e dei tamponi da effettuare direttamente nelle scuola in caso di alunno con sintomi sospetti». 

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