Scuole comunali, caos nomine a Napoli: dietrofront dei prof di sostegno, 67 bimbi disabili restano soli

Scuole comunali, caos nomine a Napoli: dietrofront dei prof di sostegno, 67 bimbi disabili restano soli
di Valerio Esca
Giovedì 21 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 15:41
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È caos nelle scuole comunali. Sono 67 i bambini disabili che resteranno senza maestre di sostegno. Con l'inizio dell'anno scolastico il Comune di Napoli ha tentato di coprire i vuoti in organico, ma su circa 143 posti vacanti (tra ordinari e sostegno), a tempo determinato, tra asili nido e scuole materne, hanno risposto sì soltanto in 65 (21 per gli asili e 44 per le materne).

Per il profilo educatori e educatrici, a fronte di una carenza organica per gli asili nido comunali (bambini da 0 a 3 anni) sono state previste 32 unità con assunzione a tempo determinato di cui 3 con contratti part time. Sono stati convocati 133 idonei dalla graduatoria Ise del concorso Ripam 2015 (unica graduatoria ancora in essere nel Comune di Napoli). Di questi hanno accettato solo in 21, di cui 1 part time, lasciando ben 11 caselle vacanti. Tutto questo senza considerare che le 32 unità previste andavano a colmare vuoti strutturali. Ancora una volta non si è ragionato sulla necessità fisiologica del servizio (assenze prolungate del personale per diversi motivi) e si è guardato il dito e non la luna. Infatti, se si ragionasse in maniera più ampia, stando anche ai numeri dei bambini iscritti, si dovrebbe parlare di almeno 50 assunzioni per il servizio asili nido. Se Atene piange, Sparta non ride. Difatti per le scuole materne (da 3 a 6 anni), per maestre e maestre di sostegno, convocate dalle graduatorie statali (non comunali) per poco più di 100 contratti a tempo determinato, di cui più della metà part time al 66% (part time di 4 ore destinati al sostegno), su 650 convocazioni, 150 solo ieri mattina, hanno accettato in 44. Quasi tutti su classe comune rifiutando il part time e incarichi per il sostegno. «Assistiamo a un disastro annunciato sulla pelle delle famiglie delle scuole comunali tuona il segretario della Cisl fp Agostino Anselmi - L' Assessore uscente lascia disastri.

C'è necessità che il nuovo assessore si cali subito nella cruda realtà di Napoli e dia risposte concrete alle famiglie e ai bambini rimasti senza sostegno». 

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Un altro nodo con il quale dovrà fare i conti il nuovo sindaco Gaetano Manfredi è quello del Welfare. La carenza di assistenti sociali è atavica e anche con i nuovi ingressi i numeri restano a dir poco esigui. Sono 128 gli assistenti sociali per tutte e dieci le Municipalità. Ce ne sono 6 sulla prima, Chiaia-Posillipo-San Ferdinando, dei quali due per ogni quartiere; 16 sulla seconda (Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe-Porto-Mercato-Pendino), in pratica due assistenti e mezzo per zona; 14 a Stella-San Carlo all'Arena; 16 a San Lorenzo-Vicaria-Poggioreale-Zona industriale; 6 al Vomero-Arenella; 19 (1 andrà in pensione a breve) a San Giovanni-Barra-Ponticelli, in pratica sei per ogni quartiere di Napoli est; 13 a Miano-Secondigliano-San Pietro a Patierno; 16 a Piscinola-Marinella-Scampia-Chiaiano; 13 a Soccavo-Pianura e 9 a Fuorigrotta-Bagnoli. Se si considerano le difficoltà socio-economiche di alcune zone della città, come la periferia Est e Napoli nord, ritrovarsi con due o tre assistenti sociali divisi per turni, è di fatto pari a zero. Cisl e Csa, attraverso i suoi segretari Anselmi, Giuseppe Ratti, Roberta Stella e Franca Pinto, rivolgono un appello al nuovo sindaco Manfredi: «Il primo cittadino ha nei suoi punti prioritari di agenda il funzionamento della macchina comunale e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. A fine anno il Comune avrà meno di 4mila 500 dipendenti, molti prossimi alla pensione e con carenze in tutti i settori. Senza personale, percorsi di formazione, mezzi e strutture, c'è poco da riorganizzare, servono processi di riforma a seguito di un bilancio non più così disastrato, di una visione della città, di migliaia di assunzioni, di processi organizzativi virtuosi e meritocratici. Finché vi saranno solo due assistenti sociali per un intero quartiere periferico, il contrasto a povertà ed emarginazione sarà ben poco efficace. Idem per la polizia municipale che ha compiti fondamentali per la sicurezza e la legalità, ma che ormai ha poco personale e molti di questi ultra sessantenni». 

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