Licei, sciopero a oltranza a Napoli:
«Studiare è impossibile»

Licei, sciopero a oltranza a Napoli: «Studiare è impossibile»
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 5 Febbraio 2021, 09:01
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L'appuntamento è prima delle 8, per ultimare gli striscioni, coordinare il servizio d'ordine e controllare che i distanziamenti siano rispettati. Quando è suonata la campanella, però, gli studenti del liceo Umberto non sono entrati. In massa hanno boicottato sia le lezioni in presenza che quelle a distanza, scendendo in piazza per protestare contro una didattica mista che sta rendendo le lezioni impossibili, sia per la difficoltà incontrata dai docenti nel confrontarsi con una classe divisa a metà (una è nell'aula e l'altra è a casa e segue in contemporanea), che per la rete ballerina.

«È un metodo che sta solo creando problemi a noi studenti, perché quelli a casa non riescono a seguire correttamente la lezione. Così si creano delle ingiustizie, come se in una classe ci fossero gli studenti di serie A e serie B», sintetizza il rappresentante Emanuele Damiano.

Una protesta per «studiare sì ma non così», meditata dopo il consiglio d'istituto di mercoledì sera, il dirigente Carlo Antonelli ha annunciato di voler continuare con la didattica mista ancora per due settimane. Gli studenti lanciano un aut aut inequivocabile e oggi si replica, sebbene si spera in un ripensamento del dirigente che non ha ancora pubblicato la circolare con l'orario dall'8 febbraio in poi. Intanto, per gli stessi motivi in aggiunta alle richieste espresse dai collettivi, si continua a scioperare anche al Vittorio Emanuele-Garibaldi, Cuoco-Campanella, Pagano, Tito Lucrezio Caro, Giordani-Striano, Pansini mentre in altri licei come Mercalli e Nitti si torna in classe ma si pianificano altre forme di protesta. L'Osservatorio popolare studentesco, infine, prepara una manifestazione sotto la sede della Regione Campania che dovrebbe tenersi lunedì.


LA CLASSI DIVISE
«Le nostre richieste non sono capricci ma funzionali a una didattica equa per tutti, affinché non si perda quella qualità con cui il liceo si identifica. E attualmente le condizioni per ottenere ciò non ci sono affatto». Lucrezia Calenda è la rappresentante del quinto anno, ha già vissuto un anno con la Dad e il rientro in presenza da maturanda lo aveva accolto con grande entusiasmo. «Nonostante avessimo proposto un'alternativa, perfettamente in linea con il Dpcm è stato confermato l'orario che prevede smembramento delle classi e didattica mista. A queste condizioni ci rifiutiamo di partecipare alle lezioni e continueremo a scioperare» aggiunge la rappresentante Lucrezia Calenda. Gli studenti sono contrari anche «alla separazione del gruppo classe» e per questo propongono di non dividerlo, ma alternare (sempre mantenendo il 50 per cento) intere classi in presenza e le altre in Dad: un sistema che garantisce una didattica migliore. «Sono condizioni coerenti con il Dpcm, che avevamo a settembre ed erano presenti anche nel piano di rientro di gennaio, prima del caos della raccomandazione del presidente De Luca». Non sono in piazza con loro ma anche i docenti sono d'accordo con gli umbertini, qualcuno alza il pollice mentre sale le scale del liceo di Chiaia, in segno di approvazione, altri si fermano qualche minuto per incoraggiarli.


IL MOVIMENTO
Con le stesse motivazioni ieri hanno protestato anche gli studenti di altri licei, sempre per una rete insufficiente a reggere contemporaneamente un afflusso di dati verso una platea di almeno 500 studenti. Che ci siano problemi lo evidenzia anche DownDetector, portale che mostra picchi di assenza di linea di tutti i gestori telefonici che inizia poco prima delle 8 e termina alle 15. «Abbiamo desiderato di rientrare in classe con tutti noi stessi ma ci siamo dovuti scontrare con un'amara realtà: nulla di ciò che era stato promesso, garantito e assicurato è stato attuato. La rete internet non regge e così chi è a casa perde ore di lezione per l'impossibilità dei docenti di potersi collegare», spiega Francesco Fucito rappresentante del Garibaldi che segnala anche i riscaldamenti rotti. Il movimento studentesco in parte è rientrato in aula «ma lunedì dovremmo scendere in piazza e manifestare collettivamente» ammette Leone Curti dell'Osservatorio popolare studentesco.

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