Napoli. Scuole occupate, sanzioni al Galiani ma altrove vince il colpo di spugna

Napoli. Scuole occupate, sanzioni al Galiani ma altrove vince il colpo di spugna
di Maria Pirro
Domenica 18 Gennaio 2015, 09:31 - Ultimo agg. 12:40
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Lezione Galiani: settanta studenti sospesi per 5 giorni, dieci studenti per 15 giorni. Rappresentanti di classe e istituto chiamati a dimettersi dall’incarico e a non ricandidarsi alle elezioni di fine mese. Cinque in condotta. Viaggi di istruzione annullati. Eccoli, i provvedimenti adottati a seguito della occupazione della scuola avvenuta prima della pausa natalizia ma con conseguenze ancora visibili: 200 mila euro di danni dovuti a raid e furti. «Lavagne multimediali e computer spariti e che ancora oggi piangiamo, mentre gli studenti possono scontare le sanzioni educative e voltare pagina: mostrare di aver fatto un percorso e quindi evitare la bocciatura» sostiene il dirigente scolastico dell’istituto tecnico, Armida Filippelli, che precisa di non aver denunciato i suoi alunni.



«Noi non li condanniamo - sottolinea la preside -, vogliamo proteggerli: se fossimo stati buonisti, i ragazzi non avrebbero avuto capito cosa hanno compiuto».



Altre misure sono all’esame per 5 studenti del Giordani, già denunciati. «Ma le scuole che hanno adottato provvedimenti disciplinari restano poche» osserva Enzo Ciotola, coordinatore di Flp dirigenza scuola, che ha fatto una ricognizione. «Oltre al Galiani - dice - il Mazzini ha sospeso sei studenti per 5 giorni. Altrove, ancora una volta, finisce tutto con un colpo di spugna. Questo dà il senso di cosa sia diventata l’occupazione: una specie di battesimo dell’appartenenza, che coinvolge soprattutto i ragazzi delle prime e seconda classi. Occorre invece che la scuola si difenda di più con gli strumenti che ha: non con uno spirito punitivo, ma per insegnare ai ragazzi il rispetto delle regole e delle istituzioni che è necessario non solo tra i banchi». Sulla linea, però, gli stessi dirigenti sono divisi.



«Al Galiani la procedura per le sanzioni è durata un mese: per essere garantisti coinvolgendo i consigli di classe, poi il collegio docenti e il consiglio d’istituto». Filippelli aggiunge: i 70 ragazzi sono stati sospesi «perché visti partecipare all’occupazione dai docenti e inutilmente richiamati. Altri sei perché hanno ammesso di aver assalito i bidelli, indossando le maschere di Anonymous» durante la “presa” della scuola. Un «piano studiato» ricostruisce la preside. «Ma a rompere e devastare non sono stati gli alunni» precisa, spiegando che «i 4 rappresentanti di istituto sono stati sospesi proprio per il loro senso di irresponsabilità. Hanno consegnato la scuola ai più piccoli mettendoli a rischio incolumità: uno se n’è andato con la madre, uno per la partita di calcetto, un alto perché affamato».



Un’inchiesta giudiziaria è in corso sulla vicenda. Un’altra riguarda i raid al Giordani-Striani: «Ho segnalato 5 ragazzi per l’occupazione» dice la preside Anna Mazzarella ma sono 119 gli studenti, in totale, segnalati alla polizia in poco più di un mese di proteste. Mazzarella ipotizza scelte diverse dalla sospensione per i suoi studenti: ad esempio, rendendoli tutor dei disabili. Un’ipotesi già valutata in passata anche al Galilei. Non solo: «Sto studiando come far recuperare a tutti gli 8 giorni perduti durante l’occupazione, già eliminati i viaggi di istruzione» dice Mazzarella che aspetta anche «direttive dall’ufficio scolastico regionale». Le prime scelte delle scuole dividono infatti il fronte dei dirigenti.



Francesco De Rosa guida l’Associazione nazionale presidi in Campanua. Dice: «Giusto dare un segnale particolare al Galiani ma i provvedimenti non troverebbero giustificazione in altre scuole, dove l'occupazione è durata anche solo 48 ore». Nella sua, il Pagano-Bernini, «il caso va considerato chiuso. In generale, potrebbero solo essere adottati voti in condotta più bassi del previsto».



Salvatore Aviani, preside dell’istituto Volta, ricorda: «Nel 2013 ho denunciato l’occupazione e danni per 40 mila euro, mi sono costituito parte civile nel procedimento e ho annullato i viaggi di istruzione. Nel 2014 è andata meglio con i rappresentanti degli studenti più sensibili. Ma è decisivo far comprendere a tutti che la scuola è un baluardo e non solo i presidi devono difenderla». Aviani, però, non condivide i provvedimenti decisi al Galiani: «Forse inopportuni e intempestivi. Non li avrei proposti per evitare un vespaio di polemiche e perché è sempre perdente una punizione di massa».



«Sono iniziative più che eque» dice invece Maria Filippone, preside del liceo classico Genovesi. «Se si opera contro la scuola, è inevitabile che vengano assunti provvedimenti. Il consiglio di istituto interviene in base a un regolamento: da parte degli studenti, i costi si pagano, quando si scelgono manifestazioni di protesta che fanno danni sotto tutti i punti di vista». «Bocciamoli tutti» il grido lanciato durante le occupazioni da Angela Cortese, segretario della commissione regionale scuola, che ribadisce: «Bene l’azione esemplare. La scuola deve assolvere a un ruolo educativo utilizzando gli strumenti che ha a disposizione».