Sequino (Lega): ragazzini reclutati
dai clan, va abbassata l'età imputabile

Sequino (Lega): ragazzini reclutati dai clan, va abbassata l'età imputabile
Giovedì 21 Marzo 2019, 14:49
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«Mi preme sottolineare che le iniziative della Lega portano dei significativi risultati come il successo per il corso di formazione politica della Lega a Napoli dove ha visto la partecipazione del ministro delle politiche agricole Gianmarco Centinaio e di Lorenzo Fontana, ministro della famiglia. Grazie al Decreto Sicurezza in Italia sono arrivati dall’inizio dell’anno meno immigrati e abbiamo il dato più basso dal 2009. Nel 2017 erano 119.369, nel 2018 erano 23.370 per arrivare a marzo 2019 con solo 348 (dato al 18 marzo). Mentre i minori stranieri non accompagnati sono stati 15.779 nel 2017, nel 2018 solo 3.536 per arrivare a 61 nei primi mesi del 2019». Così Biagio Sequino, responsabile regionale Enti locali della Lega.

«Devo evidenziare - aggiunge - che studi recenti ci dicono che la criminalità organizzata recluta i giovani sia immigrati che italiani per lo spaccio di droga,  taglieggiamenti, atti vandalici e criminosi al fine di mettere in pericolo la quotidianità di tutti. E’importante affrontare l’argomento nelle sedi istituzionali dove alla Camera è stata depositata dalla Lega a firma di Gianluca Cantalamessa, una proposta di legge molto importante soprattutto nell’ottica delle grandi città. La proposta è frutto di un’attenta valutazione fatta da esperti anche in diritto penale dove viene evidenziato come le nuove generazioni maturano prima creando varie problematiche che riguardano la criminalità organizzata proprio con l’ausilio delle baby gang. La proposta di legge si basa sull’abbassamento dell’età penalmente imputabile a dodici anni, l’eliminazione delle premialità previste per i minorenni dove esiste l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso. Credo che questi ragazzi non abbiano delle figure di riferimento e spesso la propria insicurezza li porta a intraprendere strade facili, quindi diventa importante prevenire tale fenomeno iniziando dalle famiglie e dalla scuola partendo proprio dal senso civico e non è un caso che il ministro Busetti abbia proposto nelle scuole l’educazione civica».
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