Napoli: sesso in cambio di voti alla facoltà di Giurisprudenza, filmati gli incontri con il professore

Napoli: sesso in cambio di voti alla facoltà di Giurisprudenza, filmati gli incontri con il professore
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 7 Maggio 2020, 23:30 - Ultimo agg. 8 Maggio, 07:19
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Inutile abbassare le tapparelle della stanza d’ufficio, inutile chiudere la porta, se c’è una telecamera in grado di immagazzinare ogni scena, di bloccare ogni immagine, di registrare anche le parole sussurrate all’orecchio, quando la ragazza è lì seduta sulle gambe. Inutile farsi dare del lei e pretendere di pagare il caffè in pubblico, se poi c’è una «videocamera segreta» inserita dalla Finanza nel computer del proprio ufficio. Stanza quaranta, settimo piano, via Porta di Massa. Giurisprudenza. È qui che è entrata in funzione una telecamera che ha ripreso scene che stanno alla base dell’inchiesta culminata nella sospensione per nove mesi del docente universitario Angelo Scala. Cinquantadue anni, docente a Giurisprudenza (Federico II) di Diritto di procedura civile ma anche rettore della università Beneventana Giustino Fortunato, noto in città anche per le sue partecipazioni in convegni scientifici e per aver assunto la difesa in favore di Diego Armando Maradona. Induzione indebita a dare o promettere utilità e falsità ideologica sono le accuse che hanno spinto il gip Simona Cangiano a sospendere per nove mesi il prof (per il quale era stata avanzata richiesta di arresti domiciliari), al termine delle indagini condotte dai pm Francesco Raffaele e Henry John Woodcock, dall’aggiunto Giuseppe Lucantonio, sotto il coordinamento del procuratore Gianni Melillo. 

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Sono venti gli alunni - sia uomini che donne - a finire nel registro degli indagati, in uno scenario in cui non viene ipotizzata l’accusa di violenza sessuale, di fronte al carattere consenziente di accordi, promesse, prestazioni, utilità. Decisivo il lavoro condotto dal nucleo di polizia economico finanziaria agli ordini del colonnello Domenico Napolitano, grazie al quale sarebbe emerso un «modus operandi» rappresentato da decine di accordi con alunni e alunne. In sintesi, il più delle volte gli esami non venivano sostenuti, ma finivano per comparire nel sistema telematico dell’università grazie ad accordi presi al telefono o, vis a vis, nel chiuso della stanza del prof, grazie al numero di matricola e al pin per accedere al proprio libretto universitario. In meno di un anno di indagini, si scopre così il caso della ragazza che chiedeva aiuto al prof, perché pressata dai genitori per i ritardi nel conseguimento della laurea; ma anche accordi con alunni a cui veniva chiesto di offrire il proprio corpo in cambio di voti, oppure di portare studentesse universitarie nella propria stanza.

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E non è finita. Inchiesta terremoto, almeno per quanto riguarda una delle facoltà universitarie più antiche del sud Italia, Scala si sarebbe offerto anche di aiutare i propri alunni in altre discipline, grazie a mediazioni o raccomandazioni ad altri colleghi docenti. Doverosa una premessa: fino a questo momento non sono emersi comportamenti scorretti da parte di altri docenti, né è possibile ipotizzare scambio di favori all’ombra di altre cattedre della Federico II. Ma torniamo ai casi finiti sotto inchiesta. Sono decine le trame intrecciate dal docente Scala con studenti e studentesse, in un arco di indagine che va dallo scorso giugno in poi, con accordi che ruotavano - secondo il pm - su prestazioni sessuali realmente consumate e su semplici promesse. Poi, lo scorso gennaio, la svolta. E lo stop in verticale del volume di messaggi, quando hanno inizio le prime perquisizioni, alcune convocazioni in Procura di studenti indagati e la consapevolezza di essere finiti da parte del prof e dei suoi alunni al centro di uno scandalo giudiziario. 
 


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Una inchiesta che ora punta a verificare quanti sono gli esami realmente truccati, dal momento che - in alcuni casi - gli accordi venivano presi in dipartimento per fissare dei voti (come ad esempio 25 o 27) da registrare in un secondo momento. Stando ai servizi di appostamento dei finanzieri, in alcune sedute di esame erano assenti proprio quegli alunni che risultavano aver sostenuto prove con tanto di voti lusinghieri. Alunni puntualmente intercettati giorni prima al telefono con il prof. Combine e accordi a sfondo sessuale che ora potrebbero incidere anche sulla carriera di alcuni studenti laureati o prossimi alla laurea. Non a caso, a leggere la misura cautelare, spunta la storia di una tesista che si affida al prof Scala come presidente della commissione di laurea; mentre c’è un aspirante avvocato fresco di laurea, che si rivolge al docente amico per ottenere un aiuto a superare l’esame di abilitazione professionale. Anche qui ci sono allusioni sessuali, ma è lo stesso gip ad avvertire che non in tutti i casi di volta in volta analizzati - al di là di un atteggiamento poco consono - è possibile rinvenire riscontri legati a controprestazioni realmente avvenute.  Difeso dal penalista napoletano Claudio Botti, Angelo Scala ora attende l’esame più difficile, quello al cospetto del gip per l’interrogatorio di garanzia. Lo scorso febbraio era stato interrogato dai pm, si era difeso, respingendo le accuse più gravi: quelle che lo colpiscono sul piano umano, professionale e accademico.
 

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