​Sesso e noir, tutte le sfumature made in Naples. Ecco la prima «serie nera erotica»

​Sesso e noir, tutte le sfumature made in Naples. Ecco la prima «serie nera erotica»
di Santa Di Salvo
Domenica 4 Gennaio 2015, 10:22 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 09:00
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IL TRAILER DI 50 SFUMATURE DI GRIGIO





Un corpo femminile seducente diviso in tre. Tre copertine che ricompongono l'oggetto di un desiderio fatto a pezzi. L'oltraggio, La colpa, Il perdono. Così una casa editrice (non una qualunque, la Einaudi) lancia in grande stile una sexy-trilogia a firma napoletana, narrazione a puntate in cui noir estremo e cupo erotismo vanno a braccetto. Anticipando di poco l'uscita dell'ineluttabile film sulle «Cinquanta sfumature» (a metà febbraio), il 27 gennaio esce il primo romanzo della serie, L'oltraggio (pagg. 260, euro 9), gli altri due seguiranno a cadenza bimestrale.



Sin dalla veste grafica è esplicito il richiamo alla ormai celeberrima saga porno-soft della casalinga inglese E.L. James. Ma nel trasferimento al domicilio partenopeo il genere ci ha guadagnato. Di sicuro in avvenenza, quasi certamente anche in qualità.

Autrice della trilogia hard è infatti una bella e talentuosa signora, Sara Bilotti, nata a Quarto nel 1971 e madre di due bambini di 11 e 9 anni. Insegnante di danza classica, appassionata di musica, studi linguistici e filologici, ghostwriter e traduttrice, già apprezzata per la raccolta di racconti Nella carne (Termidoro), Bilotti si è conquistata da sola uno spazio di primo piano per il suo debutto ufficiale nell'autorevole collana «Stile libero».



La «discussa moda erotica nelle librerie», come la definiscono quelli che fingono di fare un passo indietro, viene assecondata da tutto il mercato editoriale, sull'onda lunga di un successo che dura da qualche anno. E così, dopo la trilogia della pordenonese Irene Cao (perché sempre tre?) è arrivata Sara.



«Quasi per caso, lo giuro, grazie a un fortunato incontro durante il Festivaletteratura di Mantova. Di romanzi ne avevo già scritti dieci, mai pubblicati. Tutti virati sul nero profondo. Ma covavo una storia con un erotismo più accentuato. Mi ha incoraggiato e sostenuto soprattutto il mio primo lettore, Maurizio de Giovanni». Bilotti dichiara apertamente la sua poetica «nera» alla Stephen King, legata al lato oscuro che è in ciascuno di noi. «Nessuno è colpevole, nessuno è innocente. La mia scrittura vuole esplorare il buio, alla ricerca di quel nodo profondo dell'anima attorno al quale costruiamo l'immagine di noi, la maschera da indossare per presentarci al mondo». Si può fare letteratura erotica parafrasando Pirandello? «Perché no? Anche se il mio stile di riferimento è piuttosto quello di Bret Easton Ellis, Jay McInerney e soprattutto Donna Tartt». Insomma, scrittori alti per un genere molto chiacchierato. «Sì, ma il mio romanzo è piuttosto un noir con una forte componente erotica».



Che cosa racconta L'oltraggio? La protagonista Eleonora viene invitata dall'amica d'infanzia Corinna nella sua tenuta in Toscana. Qui incrocia il compagno di lei Alessandro, un uomo d'affari con la passione per il teatro, e il fratello Emanuele. Due uomini molto diversi: uno gentile e premuroso, l'altro irruente e selvaggio. Entrambi, neanche a dirlo, catturano la sua attenzione erotica. «Eleonora è una donna in fuga da se stessa, alla fine si scoprirà perché. Anche le persone che incontra nascondono un segreto, quasi parallelo al suo. Eleonora si accorge subito che ciascuno dei protagonisti si muove come su un palcoscenico, recita un ruolo per sé e per gli altri».



Si discute molto sulla genuinità del più recente filone erotico al femminile. Le che ne pensa? «Che il sesso fa parte della vita. Che la ricerca del sé si fa anche attraverso il corpo. Inevitabilmente, si tende a considerare commerciale l'erotismo scritto dalle donne e alta letteratura quello scritto dagli uomini. Invece bisognerebbe distinguerli solo per la diversa qualità. E poi ci sono libri pornografici e libri che usano l'erotismo come linguaggio, come percorso di scoperta».



Nei suoi precedenti racconti Sara Bilotti si è mostrata sempre molto attratta dalle psicologie contorte che spuntano da una apparente normalità. Quanto di napoletano c'è in questa lettura feroce della vita quotidiana? «Napoli vive in me nel bene e nel male. In quello che scrivo c'è molto della difficile periferia in cui vivo da trent'anni, un microcosmo spesso perbenista e ipocrita che maschera dietro la facciata nevrosi e segreti inconfessabili».