Sfratti a Napoli, bomba sociale: «Fuori 13mila famiglie», in campo la prefettura

Sfratti a Napoli, bomba sociale: «Fuori 13mila famiglie», in campo la prefettura
di Valerio Iuliano
Mercoledì 19 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 13:25
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Il blocco degli sfratti è scaduto il 31 dicembre dello scorso anno. Da quel momento, le proroghe concesse un anno fa non sono più ammesse. I proprietari degli immobili possono chiedere lo sfratto. Le esecuzioni forzate sono possibili in qualunque momento e il potenziale effetto, per i sindacati degli inquilini, è quello di «una bomba sociale pronta ad esplodere». Al disagio abitativo, che ha sempre caratterizzato Napoli, si sono aggiunte le conseguenze dell'ulteriore impoverimento della popolazione. Un combinato disposto da cui scaturiscono dati impressionanti.

I provvedimenti già esecutivi - temporaneamente sospesi nel 2020 e poi più volte prorogati, compresa una pronuncia della Corte Costituzionale di tre mesi fa - sono oltre 3mila, secondo le stime delle associazioni. Altri 10mila sono i provvedimenti che potrebbero essere emessi dai tribunali in un lasso di tempo relativamente breve. Nel 90 per cento dei casi la motivazione dello sfratto è la morosità, per il 10 per cento è la «finita locazione». I provvedimenti emessi tre anni fa a Napoli, prima del blocco decretato dal Dl Sostegni, furono oltre 2000. Il rischio di fare peggio quest'anno è molto concreto. Per i sindacati è tempo di correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. Sono in crescita i casi di «morosità incolpevole», ovvero di impossibilità materiale a pagare il canone. «Si tratta in molti casi - spiega Antonio Giordano, segretario del Sunia - di persone che hanno perso il lavoro durante la pandemia oppure sono finiti in cassa integrazione.

Sono quelli che, trovandosi senza reddito, non hanno più pagato l'affitto per un certo periodo. E i proprietari ne hanno approfittato per chiedere il provvedimento di sfratto. Ci sono anche dei venditori ambulanti che hanno interrotto la loro attività e altri ancora che non hanno mai pagato». L'identikit dei morosi non è semplice. «La maggioranza - continua Giordano - si trova nelle periferie, ma anche nel centro cittadino i casi sono tantissimi, ad esempio nella Sanità. Un quartiere in cui si trovano molti provvedimenti è quello di Fuorigrotta». Un dramma sociale di vasta portata, con migliaia di famiglie che rischiano di trovarsi senza un tetto.

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La prima soluzione possibile, secondo le associazioni, è quella del bando nazionale sulla morosità incolpevole, che consente ai beneficiari di disporre di un contributo per il pagamento del canone. Nel 2021 sono state 46mila a Napoli le domande, in aumento rispetto ai 34mila del 2019. Il numero delle richieste a Napoli - triplicate sul territorio nazionale nell'era Covid - è inferiore solo a quello di Roma. «Non si può immaginare - sottolinea Alfonso Amendola, segretario Sicet - che 3mila famiglie vengano sbattute fuori ad horas dalla forza pubblica. Spetta al Comune emanare l'avviso e comunicare poi alla Prefettura quanti sono i provvedimenti. Gli inquilini possono accedere alle risorse e i proprietari accettare queste cifre, per poi revocare il provvedimento». Una possibilità che appare come una delle poche per scongiurare una catastrofe. In un incontro ieri a Palazzo San Giacomo è stato avviato l'iter per emanare l'avviso pubblico sulla morosità incolpevole. L'altra richiesta all'amministrazione comunale è quella relativa all'accorpamento delle competenze sulle politiche abitative, finora frammentate tra alcuni assessorati. Il bando non è l'unica soluzione possibile. I sindacati hanno elaborato, insieme con le istituzioni e i tribunali, una bozza di protocollo per rendere graduali gli sfratti. «Abbiamo sollecitato la Prefettura - spiega Amendola - a procedere alla sottoscrizione del protocollo. Siamo molto preoccupati. È necessario istituire un tavolo per definire dei criteri utili ad evitare tutte queste esecuzioni, ad esempio aiutando gli anziani o quelli senza reddito. E, nello stesso tempo, verificare insieme se lo sfratto è per morosità. In questo caso, i fondi sulla morosità incolpevole possono essere utili per gli inquilini e dissuadere i proprietari. E i Comuni devono renderci parte attiva nel trovare una soluzione di alloggio idonea per i casi più drammatici». La task force sugli sfratti dovrebbe coinvolgere tutti gli enti locali e le organizzazioni sindacali, rappresentative dei proprietari e degli inquilini. «Bisogna fare presto. Oggi un provvedimento può essere eseguito tranquillamente. È sufficiente che un ufficiale giudiziario, su richiesta del proprietario, si rechi a casa di un inquilino moroso e lo sfratta», conclude l'esponente del Sunia. 

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